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Una famiglia italiana su sette non arriva a fine mese, molte di queste vivono in Sicilia dove i redditi sono i più bassi

18 gennaio 2008

Che per le famiglie italiane i nostri sono questi tempi duri è cosa risaputa, e che l'Istat ribadisce con la pubblicazione di un'indagine sui redditi del 2005. Una situzione di disagio che, se non cresce, resta però a livelli preoccupanti.
I dati dell'Istat non lasciano alcun dubbio: il 50% dei nuclei vive con meno di 1.900 euro al mese: esattamente con meno di 1.872 euro, 22.460 euro l'anno. Il 14,6% dichiara di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese. Il 28,4 per cento di non essere in grado di far fronte ad una spesa imprevista di 600 euro. In pratica, dice l'indagine sui redditi e sulle condizioni di vita in Italia (2005-2006), una famiglia su tre è in difficoltà.
Da una parte i dati Istat mostrano come la situazione sia da una parte stazionaria rispetto alla stessa indagine sui redditi realizzata l'anno precedente. Dall'altra, però, spiccano alcune differenze. Anzitutto diminuiscono le famiglie che hanno avuto difficoltà a comprare il cibo necessario almeno una volta, per le spese mediche e per l'acquisto di abiti necessari. Poi risultano più numerose le famiglie con cinque o più componenti, a disagio perchè non riescono a pagare le bollette e sono più vulnerabili di fronte agli imprevisti.

Reddito medio - Stando ai dati il reddito medio è leggermente più alto: 2.311 euro al mese, anche se la maggioranza delle famiglie risulta avere un reddito inferiore a questa media. I redditi più bassi risultano essere quelli dei nuclei composti da anziani e di coloro che lavorano al Sud. Per quanto riguarda invece le famiglie numerose, le condizioni risultano addirittura peggiorate dal 2005 al 2006: in particolare per le famiglie con tre o più minori il 23,8% nel 2006, rispetto al 20,8% nel 2005, ha dichiarato di arrivare con molta difficoltà a fine mese. Il 38% di questi nuclei non può affrontare spese inattese (contro il 31,6% nel 2005). "Si tratta di una distribuzione dei redditi fortemente asimmetrica" rileva l'Istat aggiungendo che c'è "un livello di diseguaglianza di entità non trascurabile". In Europa l'Italia è tra le posizioni peggiori, esclusi i nuovi Stati membri, insieme a Grecia e Portogallo.

Incognita sommerso - Gli esperti Istat hanno spiegato che il reddito mediano non è equiparabile al reddito disponibile, anche perché esclude la stima dell'economia sommersa. Incrociando le risposte ottenute dal campione con i dati dell'Agenzia delle entrate è emerso che in molti casi è stato comunicato all'Istat un reddito maggiore di quanto dichiarato al fisco.

In Sicilia i redditi più bassi d'Italia - Le famiglie che vivono nel Sud guadagnano il 70% in meno di quelle che vivono nel Nord, afferma l'Istat, confermando gli squilibri territoriali del Belpaese.
Le disuguaglianze tra ricchi e poveri in Italia sono tra le più forti d'Europa. L'indice che le misura si colloca infatti al di sopra della media europea (32 contro 30), ed è ancora più marcata la differenza rispetto alla media dei membri storici dell'Unione (29). La distanza tra un italiano ricco e uno povero è la stessa, invece, che si può misurare nei nuovi membri dell'Unione europea, per lo più paesi dell'Est Europa.
Mentre "nel Nord siamo ai livelli della Germania", spiegano i ricercatori, in Sicilia quasi la metà (il 45,6%) delle famiglie appartengono alla classe di redditi più bassa. Al contrario, quasi la metà delle famiglie del Nord e del Centro appartengono alle classi di reddito più elevate.
In Sicilia la metà delle famiglie guadagnano meno di 16.658 euro, mentre nelle provincie di Trento e Bolzano portano a casa più di 27 mila euro.

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18 gennaio 2008
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