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Una festa piena d'amarezza per i ''senza casa'' di Palermo: ''Dateci le case confiscate alla mafia''

02 novembre 2007

Nonostante l'avanzata globalizzante di Halloween, la festa di Tutti i Santi è ancora molto sentita in Sicilia, uno di quei giorni che i bambini continuano ad aspettare e a voler vivere con gaiezza.
Malgrado tutto, anche ai ''senza casa'' di Palermo, che da undici giorni occupano l'aula del Consiglio comunale di Palazzo delle Aquile, è stata data la possibilità di trascorrere questa festività con meno amarezza, grazie alla solidarietà delle persone che per le 40 famiglie hanno organizzato una mangiata, offerta da una trattoria del posto, e all'animazione di un clown che è riuscito a strappare un sorriso ai tanti bambini, impossibilitati a dare una forma al loro futuro.

''Ma che festa è - ha detto Antonio La Rosa, 39 anni, che con la moglie e i tre figli partecipa all'occupazione -. Siamo qui abbandonati a noi stessi, per l'amministrazione comunale siamo solo dei fantasmi. Ci hanno tolto il sorriso''.
Una festa di Ognissanti trascorsa tra i banchi di Sala delle Lapidi, mentre una trentina di bambini giocano rincorrendosi tra i banchi e una donna anziana riposa attaccata al respiratore sistemato in un angolo.
Dimenticati dall'amministrazione comunale ma non dalle persone. Ieri in piazza Pretoria i consiglieri comunali del gruppo ''Altra Palermo'', alcuni esponenti della Cgil, i ragazzi dei centri sociali Ask191 e Zeta Lab, i missionari hanno messo in piedi  un sit-in di solidarietà.
''La Caritas - raccontano - ci ha portato la solidarietà dell'arcivescovo Romeo, offrendoci brandine per la notte e cibo per i bambini''. Trattorie e ristoranti, a turno, consegnano ogni giorno bibite e alimenti, mentre qualcuno, come don Notari del centro 'Padre Arrupe' ha anche trascorso la notte nei corridoi del municipio con le famiglie.
''Non siamo violenti - hanno detto gli occupanti - e chiunque può vederlo con i propri occhi. Ogni giorno ci alterniamo per pulire l'aula consiliare e i corridoi, facciamo di tutto per non dare fastidio agli uscieri e al personale comunale''. Per rendere meno amara la situazione, alcuni ragazzi dei centri sociali hanno proiettato nelle pareti film e cartoni animati per i più piccoli. ''Viviamo in condizioni disumane - hanno sottolineato gli occupanti - ma andiamo avanti. L'amministrazione sbaglia se pensa che prima o poi ci stancheremo. Da qui non ci muoviamo fino a quando non otterremo quello che ci spetta''.

Intanto, nei giorni scorsi, i tecnici del Comune hanno effettuato il sopralluogo nell'ex pensionato dei gesuiti di Casa Professa che dovrebbe ospitare le quaranta famiglie che Palazzo delle Aquile ha sfrattato dagli alberghi. I risultati della verifica sullo stato dell'edificio verranno comunicati alla soprintendente Adele Mormino ma, da quanto si è potuto apprendere, prima che l'ex pensionato posso essere reso agibile come abitazione, potrebbero passare mesi.
Allo stesso tempo il ''Comitato per la giustizia sociale'', quello che riunisce tutte le realtà che sostengono l'assemblea permanente a Sala delle Lapidi, ha spedito un pacchetto di proposte al  prefetto Giosuè Marino. Tra le proposte avanzate dal Comitato: l'utilizzo dei beni confiscati per tamponare l'emergenza casa. Alloggi che comunque verrebbero assegnati a chi ha i requisiti. ''Sono dieci quelli identificati dalla prefettura - ha detto la capogruppo di ''Altra Palermo'', Antonella Monastra -, e venti sono quelli individuati dal comitato ''Lotta per la casa'' al tavolo di concertazione avviato con il Comune mesi fa''.

- Abbiamo bisogno di un tetto... (Guidasicilia, 31/10/07)

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02 novembre 2007
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