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Una fiducia record

Dalla Camera via libera al governo Monti: 556 sì e 61 no. E in Parlamento sembra si respiri già un'aria nuova

19 novembre 2011

E' una fiducia da record quella che la Camera ha dato ieri al governo guidato da Mario Monti: 556 sì e 61 no. In molti scherzando (ma anche no) hanno detto che nell'Aula di Montecitorio si sono viste facce assolutamente sconosciute e che, arrivati ad un certo punto, erano rimasti solo posti in piedi ...
"Abbiamo avuto un appoggio in termini fiducia molto molto ampio, ma questo era atteso" ha commentato poco dopo il presidente del Consiglio in conferenza stampa. "Quello che dal mio punto di vista era inatteso è stata l'intensità del dibattito come ricchezza di contributo sia nei contenuti che nella prosprettiva politica". Inatteso anche "nella percezione spesso dichiarata di un clima nuovo o di inizio di un clima nuovo per quanto riguarda il dialogo forze politiche", ha sottolineato Monti.
Il premier ha poi assicurato che non c'è nessuna volontà degli esponenti del governo Monti "di cogliere l'occasione per mostrare una presunta superiorità dei tecnici rispetto a politici, ma ci accingiamo ad operare con grande umiltà e consapevoli che nulla faremo senza l'appoggio e la fiducia del Parlamento". "Il governo che è nato ha certamente una missione di gestione, speriamo incisiva e efficace dell'emergenza economica, finanziaria e sociale e di avvio della accelerazione, speriamo forte, sul piano della crescita economica" ha aggiunto Monti . Ma il nuovo governo, ha sottolineato ha "anche la funzione di aiutare le forze politiche a trovare una forma di almeno temporaneo disarmo reciporoco".

Il nuovo esecutivo però nasce anche in un momento in cui fuori dai palazzi della politica c'è un profondo malcontento, aggravato dalla crisi economica. "Quello che c'è fuori - ha detto Monti in conferenza stampa - dipende anche da quello che in tanti e tanti anni in passato, non mi riferisco a passato recente, non è stato fatto nelle aule" del Parlamento. Un malcontento al quale il professore ha assicurato che "presteremo grande attenzione. Sono convinto - ha aggiunto - che quel che si farà in queste due aule, su sollecitazione del governo e che spiegheremo al paese, predisponga l'opinione pubblica ad avere maggiore fiducia. Se saremo in grado...".
Sui provvedimenti che l'esecutivo intende varare Monti, anche alla Camera, non è sceso in dettagli. Il professore però ha ribadito la 'linea': "Faremo in modo che gli sforzi da fare, si tratti di fiscalità, misure di ammodernamento o rinuncia ai privilegi", vengano richiesti a partire da "quelle categorie che finora meno hanno dato".
"Sia con le forze politiche che con quelle sociali cercherò di avere il più ampio consenso possibile" ha assicurato Monti. "E' mia e nostra convinzione che", in casi di particolare urgenza, "si possa andare anche senza avere acquisito un consenso preventivo". Ma questo si farà solo se "necessario" altrimenti si cercherà il confronto con le forze sociali e politiche. E' ovvio, aggiunge Monti, che "per quanto riguarda i provvedimenti del governo è indispensabile il consenso del Parlamento. Quello delle parti sociali si farà il possibile perché ci sia".
Nell'incontro, durante le consultazioni, Monti ha ricordato di aver ottenuto garanzie di disponibilità ma quando si va nel merito dei provvedimenti, ha osservato il premier, "è inevitabile che le distanze aumentino".
Quanto all'ipotesi di procedere con decreti legge o disegni di legge il premier ha spiegato: "Questo dipende dalla natura dello specifico provvedimento e dalla tempistica necessaria". In base alla sua passata esperienza, però, il presidente del Consiglio ha ammesso che le misure hanno "una maggiore probabilità politica di essere accettate se sono presentate in forma di pacchetto organico, che comporti una partecipazione al da farsi, magari anche in forma di sacrifici".

Il presidente del Consiglio anche nel suo discorso a Montecitorio prima del voto ha ribadito il ruolo a temine del suo governo. "Qualcuno mi ha detto: scusi se la chiamo professore. Vi prego, continuate pure a farlo. Un altro mio titolo, quello di presidente del Consiglio, durerà poco. Quindi, come diceva un eminente predecessore, Spadolini, i presidenti passano, i professori restano". "Quello che non avrei accettato, e pochi hanno chiesto - ha detto Monti - è di accingermi a un compito così impegnativo per un termine temporale prefissato, inferiore a quello già piuttosto breve da qui alla fine della legislatura".
Il presidente del Consiglio ha sottolineato che il governo durerà "fino a quando il Parlamento ci accorderà la fiducia, non un minuto di più". Con chiarezza ha spiegato: "E' mia intenzione proiettare la mia squadra di governo sulla prospettiva da qui alle elezioni". "Non vi chiediamo una fiducia cieca. Non cieca, vigilante - dice Monti -. Se noi faremo un buon lavoro, nel darci o ritirarci la fiducia dovrete tenerne conto per la fiducia dei cittadini in voi". Poi ha aggiunto: "Troppo facilmente la società civile punta il dito contro la classe poltiica, di questo sono indignato". Ma ora bisogna abituarsi "a trovare meno facilmente le responsabilità altrui per guardare in noi stessi".

Il presidente del Consiglio ha fatto poi sapere che a breve vedrà Angela Merkel e Nicolas Sarkozy "per avere permanentemente il contributo dell'Italia nella soluzione dei problemi dell'Euro". Un "incontro informale", un "incontro a tre", senza un "ordine del giorno", ha sottolineato Monti. "Mi è stato chiesto dai due colleghi, dovrò abituarmi a dire così, di dare un contributo di idee oltre che di partecipare alla discussione che avremo a Strasburgo". Quindi, "mi è difficile di che cosa esattamente si parlerà" ma certamente di cose "molto rilevanti per il comportamento dell'Eurozona".
In Aula, dopo venti minuti di intervento, spesso scandito dall'applauso convinto dell'Aula, il presidente del Consiglio ha puntato i piedi sulla questione del conflitto d'interessi: parlare di un governo condizionato "da poteri forti" o da "un conflitto di interessi" è "offensivo". "A dire il vero mi pare di poter sostenere che in Italia non esistono poteri forti..." ha concluso Monti.

E Berlusconi continua a "lanciare il sasso e ritirare la mano" ... - "Io non ho mai detto che staccherò la spina, anche in riferimento a questo governo, è un'invenzione giornalistica" (LEGGI). Lo ha detto Silvio Berlusconi al suo arrivo a Montecitorio, attraverso i microfoni di 'Ballarò'.
"Ho ascoltato tutto l'intervento (di Monti, ndr). Come mi sembra? Bene, bene...", ha aggiunto l'ex premier. "Mi sembra che il governo Monti sia partito bene". Il nuovo esecutivo "opererà in maniera tale da essere utile al Paese per tutto il tempo che rimane". Anche se "è una situazione che non rientra nei canoni della democrazia che prevede che i governi siano eletti dalla gente".
Berlusconi resterà in campo? "Il Pdl ha affidato ad Alfano il compito delle scelte politiche. Io non nascondo una voglia di potermi riposare e rilassare, ma sento ancora la responsabilità del voto del 2008 per essere protagonisti in questa legislatura per un anno e qualche mese", ha risposto ai giornalisti il Cavaliere. Poi "mi ritengo impegnato ad applicarmi quasi da imprenditore al partito e al lavoro in Parlamento. Per il partito preparerò la campagna elettorale che porterà il Pdl ad essere ancora vincente alla prossima scadenza elettorale".
L'ex presidente del Consiglio ha fatto il suo ingresso a Montecitorio al momento delle dichiarazioni finali di voto per la fiducia a Monti. È salito lungo i gradini che portano al suo banco tra gli applausi di diversi deputati del Pdl che si sono alzati in piedi per salutarlo. Subito dopo è arrivato anche Giulio Tremonti, che si è seduto allo scranno appena sotto a quello del Cavaliere. Tra i due una veloce stretta di mano.
Più tardi Berlusconi ha avuto un colloquio con il leader della Lega Umberto Bossi che ieri ha ribadito la linea di opposizione al governo Monti. Il Senatur ha anche chiarito che "il voto di oggi con la Padania non c'entra". Quanto dura il governo Monti? "Finché la gente non si incazza".

In Aula la Lega ha attaccato il nuovo esecutivo dicendo, per bocca di Marco Reguzzoni: "Abbiamo paura che sia vorace come i poteri forti di cui è espressione". Rivolgendosi direttamente al neo premier, il 'capo squadra' del Carroccio ha aggiunto: "Da lei ci attendevamo un discorso più coraggioso". "Volete colpire i risparmi di una vita per portarli sotto il vostro controllo - ha detto Reguzzoni - volete toccare le pensioni per le quali la gente ha lavorato una vita intera".
Monti ha risposto agli attacchi del Carroccio con un aplomb ed un'ironia pacata e sottile. "Anzitutto - ha detto il professore, in uno dei passaggi del suo discorso - per quanto riguarda il federalismo, sia ieri in Senato che oggi alla Camera, ogni tanto avevo dei soprassalti identitari al mio interno perché mi dicevo: 'ma tu non sei settentrionale? ma tu non sei lombardo, non sei varesino?" Poi, per rispondere a quanti in questi giorni hanno parlato di un governo espressione dei poteri forti, ha detto: "Il giorno in cui proibii una fusione tra due grandissime società americane, benchè fosse intervenuto il presidente degli Stati Uniti, l'Economist scrisse che il mondo degli affari internazionali considerava Mario Monti il Saddam Hussein degli affari".
Infine, sulle minacce di "staccare la spina" (come avete letto prima, poi smentite da Berlusconi, ndr), Monti ha detto: "Non siamo un apparecchio elettrico. E poi bisognerebbe capire che apparecchio saremmo, se un rasoio o un polmone artificiale".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]

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19 novembre 2011
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