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Una manovra da 1,5 miliardi di euro. Ecco la finanziaria regionale varata ieri non senza polemiche

04 ottobre 2006

E' una manovra economica da 1,5 miliardi di euro quella varata ieri dalla giunta regionale siciliana. ''Vi sono state inserite esclusivamente norme di carattere economico o finanziario - ha spiegato il governatore Salvatore Cuffaro -. Per tutte le altre disposizioni si procederà con apposite leggi di settore, come, ad esempio, la nuova legge sul lavoro e quella sulla fiscalità compensativa''.
Non una sorta di ''legge omnibus'', dunque, ma disposizioni mirate per mettere ordine nei conti della Regione.

Nell'insieme - tra bilancio e finanziaria - la Regione prevede nuove entrate per 390 milioni di euro da aumento del Pil e dismissioni di immobili (attraverso la riorganizzazione degli uffici regionali con abolizione o accorpamento di competenze e strutture che si occupano di materie analoghe), e il recupero di 1,1 miliardi attraverso tagli.
Quest'ultima voce si dettaglia in 625 milioni che verranno recuperati in Bilancio attraverso la razionalizzazione delle spese di consumo e delle spese di rappresentanza e 480 milioni che verranno recuperati in Finanziaria con la contrazione dei contributi a fondo perduto per enti e associazioni, l'abolizione dell'indennità di trasferta per il personale regionale e la riduzione del dieci per cento dei compensi per consulenti e incarichi di sottogoverno.
Sono inoltre iscritti in finanziaria 308 milioni del bilancio regionale destinati a interventi per lo sviluppo economico, attraverso il rifinanziamento di tutte le leggi in materia a cominciare dai fondi di garanzia dei Cofidi, le reti irrigue e gli interventi in materia di forestazione.

Come annunciato da Cuffaro, nei documenti economici predisposti dalla giunta non ci sono né tasse, né ''balzelli''; inoltre sono state abolite le imposte di concessione per l'apertura di vivai, ostelli, campeggi e villaggi turistici.
''La nostra finanziaria - secondo Cuffaro - a differenza di quella nazionale, non introduce nuove tasse né nuovi ticket. I tagli sono spalmati su tutti i settori. Abbiamo chiesto una riduzione del 10% di tutti i bilanci degli assessorati precisando però che non devono riguardare le spese sociali''.
Storia a parte è quella della sanità, per la quale la giunta due settimane fa ha già approvato la manovra. Spicca, tra le altre, la decisione di non introdurre alcun nuovo ticket, a differenza di quanto previsto nella Finanziaria nazionale. ''La Regione - ha annunciato il governatore - farà valere il proprio statuto anche per opporsi a eventuali ticket obbligatori che il governo nazionale volesse far pagare ai siciliani. Lo Statuto ci assegna la facoltà di legiferare in materia: faremo valere le nostre prerogative in tutte le sedi opportune per evitare ulteriori balzelli imposti da un governo la cui legge finanziaria sta già mettendo pesantemente le mani nelle tasche di tutti gli italiani e, con particolare intento punitivo, nelle tasche dei siciliani''.
La Sicilia dovrà comunque fare i conti con l'aumento della quota di compartecipazione al fondo sanitario: dal 42,5 al 45 per cento. ''E' sorprendentemente sconfortante - ha denunciato Cuffaro - scoprire che la legge finanziaria dello Stato torna a innalzare la quota di compartecipazione alla spesa sanitaria della Regione Siciliana - che già da anni, per effetto di un'altra legge di un governo sempre di centrosinistra, paga la quota più alta in assoluto tra le regioni italiane -, prevedendo aumenti progressivi fino al 50 per cento per l'anno 2009, quando la media di compartecipazione di tutte le altre regioni italiane resta notevolmente inferiore, talvolta anche di 20 punti percentuali''.

Immediate le reazioni dei componenti di governo. Per il capogruppo di An, Santi Formica: ''Spicca la differenza con il governo nazionale, nella volontà di escludere il ricorso a nuove tasse a carico dei cittadini. Questa scelta, insieme al taglio degli sprechi, alla razionalizzazione della spesa e all'abolizione di alcune tasse, costituisce una dimostrazione di buon governo, una spinta ulteriore allo sviluppo e il perseguimento di una strada tracciata già nella scorsa legislatura, che Alleanza Nazionale condivide e che sosterrà in Assemblea''.

Critiche le opposizioni di centrosinistra. ''Fino a quando Cuffaro continuerà a favorire il suo sistema di potere a scapito dell'interesse pubblico, il risanamento economico della Regione resterà una chimera - ha detto Antonello Cracolici, capogruppo dei Ds -. Invece di alimentare lo scontro suicida con il governo nazionale, Cuffaro porti all'Ars una finanziaria con seri incentivi allo sviluppo, in grado di mettere davvero a posto i conti della Regione e che elimini sprechi e prebende che servono solo ad alimentare il suo meccanismo di consenso''. ''Anche oggi - ha aggiunto Cracolici - alla vigilia dell'esame della finanziaria regionale, Cuffaro continua a 'imbrogliare' presentando un Dpef che prevede un deficit di 2,5 miliardi di euro e annunciando una finanziaria di 'appena' 1,5 miliardi, senza oltretutto tenere conto del disavanzo dell'anno in corso''.
Giudizio sospeso per il presidente della commissione Bilancio, Michele Cimino. ''Aspettiamo i disegni di legge in commissione per approfondirne gli aspetti e per ascoltare le parti sociali''. ''Vi sono state inserite norme di carattere economico o finanziario - ha aggiunto -. Per le altre disposizioni si procederà con apposite leggi di settore, come, ad esempio, la nuova legge sul lavoro e quella sulla fiscalità compensativa''.

Fonte: La Sicilia

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04 ottobre 2006
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