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Una multa da 56 milioni di euro

L'Unione europea multa l'Italia per le discariche illegali e incontrollate

25 ottobre 2012

L'Italia è stata deferita per la seconda volta alla Corte di giustizia dell'Unione Europea sulle discariche illegali e incontrollate di rifiuti. Lo ha deciso la Commissione europea, che ha imposto anche un'ammenda forfettaria di 56 milioni di euro e una giornaliera di 256.819,20 euro.
La Commissione europea, si legge in una nota diffusa a Bruxelles, impone urgentemente all'Italia di bonificare centinaia di discariche illegali e incontrollate di rifiuti. Nonostante una precedente sentenza della Corte di giustizia al riguardo nell'aprile del 2007, i problemi sussistono ancora in quasi tutte le regioni italiane e le misure in vigore non sono sufficienti per risolvere il problema a lungo termine.
Per questo, su raccomandazione del commissario all'Ambiente, Janez Potocnik, l'esecutivo Ue ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia e di imporre un'ammenda forfettaria di 56 milioni di euro (28.089,60 euro per giorno tra le due sentenze della Corte) e l'ammenda giornaliera di 256.819,20 euro per ogni giorno successivo alla seconda sentenza fino al giorno della regolarizzazione dell'infrazione.

Attualmente 255 discariche - 16 delle quali contenenti rifiuti pericolosi - devono ancora essere bonificate. Nonostante gli impegni assunti dalle autorità italiane nel 2007, solo 31 discariche problematiche saranno bonificate entro la fine del 2012. Un calendario completo per l'ultimazione dei lavori è stato programmato unicamente per 132 discariche su 255. Inoltre, la Commissione non dispone di informazioni da cui risulti che l'Italia abbia istituito un sistema di controllo adeguato per evitare l'apertura di nuove discariche illegali. A seguito della precedente sentenza della Corte, Bruxelles aveva inviato all'Italia, nel febbraio 2008, una lettera di costituzione in mora e, nel giugno 2009, un parere motivato, segnalando che la violazione sistematica e generalizzata constatata dalla Corte di giustizia era ancora in corso. Nel giugno del 2011 la Commissione aveva chiesto all'Italia di presentare un calendario credibile per la regolarizzazione di tutti i siti in questione entro un lasso di tempo ragionevole.

Nonostante siano stati compiuti alcuni progressi significativi è chiaro che i problemi persistono in quasi tutte le regioni italiane. La sentenza della Corte del 2007 non è stata rispettata e la Commissione ha pertanto deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia e di chiedere che vengano inflitte delle ammende. [Adnkronos/Ign]

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25 ottobre 2012
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