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Una nuova agricoltura per l'Italia

Al IV Forum di Confagricoltura a Taormina, tante proposte per una nuova politica agricola ed una nuova 'Green Economy''

29 marzo 2010

Un progetto politico-economico per rispondere alla "gravissime difficoltà" che il sistema agricolo sta attraversando. Questa l'idea del presidente della Confagricoltura Federico Vecchioni, che si è concretizzata in una proposta, intitolata "Indicazioni per la crescita dell'agricoltura italiana", e presentata al IV Forum di Taormina 'Il futuro fertile', che si è tenuto lo scorso  25, 26 e 27 marzo.
Il progetto riguarda una riforma organica per l'agricoltura che prevede una duplice linea di intervento per fare in modo che "l'agricoltura possa riprendersi dopo lo shock dell'ultimo anno e mezzo": "dare più reddito agli agricoltori e allo stesso tempo garantire maggiore sicurezza alimentare per i cittadini e consumatori europei".
Garanzie a livello politico sul progetto di Confagricoltura sono state offerte anche dagli esponenti dell'esecutivo presenti a Taormina, tra questi il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo che, per così dire, è andata a Taormina per "colmare un vuoto" lasciato dal ministro delle Politiche agricole Luca Zaia, grande assente a causa della chiusura della campagna elettorale per la sua candidatura alla presidenza del Veneto, questa la motivazione ufficiale, anche se è stato proprio Vecchioni a dire "credo ci siano motivazioni di carattere politico" (non ultime le polemiche sugli Ogm).
In rappresentanza delle istituzioni erano presenti anche il vice ministro allo Sviluppo economico Adolfo Urso e il commissario all'agricoltura Dacian Ciolos accompagnato dal presidente della Commissione agricoltura al Parlamento europeo Paolo De Castro e al ministro dell'Ambiente e delle aree rurali Elena Espinosa Mangana.

Il progetto di riforma della Confagricoltura, dovrebbe avere alcuni parlamentari come punti di riferimento, soprattutto membri delle commissioni agricoltura di Camera e Senato, ma non ci sono preclusioni di nessun tipo a livello istituzionale, "siamo aperti a tutte le soluzioni - ha affermato Federico Vecchioni - la scelta di declinarlo in disegni di legge non è esclusiva, si può provare anche con strade più brevi, come i decreti legge". "Migliorare le condizioni degli agricoltori sia sotto il profilo del reddito sia da un punto di vista della tenuta sociale con misure di legge - ha spiegato Vecchioni - che non siano la sintesi delle leggi esistenti perché una cosa è dire che il sistema agricolo attuale è in crisi altra cosa è dire che va cancellato". Secondo il presidente della Confagricoltura infatti, con l'assetto attuale, che contempla il sistema dei consorzi, delle cooperative, eccetera "non si è competitivi, le riforme di cui il paese ha bisogno devono valere anche per l'agricoltura - ha affermato - da quella del lavoro a quella delle pensioni e della giustizia".
Vecchioni ha messo in discussione anche il ruolo dei sindacati e non ultimo della organizzazione datoriale come è Confagricoltura: "se l'iscrizione diventa una tassa e non un investimento, l'agricoltore dice non la pago più... non si tratta di individuare i colpevoli ma di assumersi le responsabilità e rispondere in maniera tonica e graffiante ai problemi come ci chiamano a fare i nostri soci".

E la determinazione di Confagricoltura è stata premiata, almeno per quello che riguarda la "green economy". Al Forum di Confagricoltura a Taormina, infatti, è stato firmato un protocollo d'intesa tra il ministro Stefania Prestigiacomo e il presidente di Confagricoltura, che ha tra gli obiettivi quello di "identificare le politiche e le misure più idonee per realizzare il potenziale assorbimento delle attività di afforestazione e di riforestazione". Insomma, un'intesa tra il Ministero dell'Ambiente e la Confederazione in relazione agli accordi di Kyoto e di Copenhagen per la riduzione delle emissioni di gas serra.
Le attività di 'afforestazione', cioè la piantumazione di nuove foreste realizzate su terreni che da almeno cinquant'anni non le ospitavano, e di riforestazione, rivestiranno un ruolo crescente nelle politiche di mitigazione internazionali, europee e nazionali. Questi risultati potranno essere raggiunti "solo attraverso chiare linee politiche ed economiche dirette a favorire lo sviluppo di nuove foreste e soprattutto ad incentivare la gestione di questo indispensabile patrimonio naturale". Occorrerà quindi completare il registro delle foreste e dei serbatoi di carbonio, nella ridefinizione del Protocollo di Kyoto, tenendo conto maggiormente del contributo ambientale generato dalle attività agricole e forestali, prevedendo in modo puntuale la possibilità per gli Stati aderenti di classificarle come "carbon sink" (pozzo di assorbimento del carbonio) e "contabilizzando" tutte le foreste, comprese la riforestazione naturale e l'arboricoltura produttiva dei suoli agricoli, delle coltivazioni e delle pratiche agricole che consentono un maggiore assorbimento di CO2.
"Un altro aspetto che andrà maggiormente approfondito - ha sottolineato Federico Vecchioni - è quello legato al riconoscimento del ruolo svolto dagli agricoltori. Va individuato un sistema di riconoscimento dei sink agricoli ad esempio tramite un sistema volontario certificato. Il riconoscere al settore agricolo tale valore aggiunto ambientale produrrà sicuramente effetti positivi sul sistema generale. Analisi che dovrà coinvolgere anche i nuovi meccanismi incentivanti della politica agricola comune europea, che nei prossimi anni saranno orientati soprattutto a sostenere lo sviluppo dei 'servizi ambientali' in agricoltura". [Adnkronos/Ing]

 

 

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29 marzo 2010
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