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Una nuova guerra di mafia a Palermo?

Dopo l'omicidio del boss Calascibetta aumenta la preoccupazione che si possa innescare una nuova guerra tra clan

21 settembre 2011

Un delitto di mafia in piena regola quello successo lunedì sera, nel quartiere Oreto di Palermo (LEGGI). I killer hanno sparato un colpo di grazia alla testa del boss Giuseppe Calascibetta per essere certi di averlo ammazzato. Il dato è emerso dall'ispezione cadaverica effettuata sul corpo del capomafia. La conferma arriverà oggi quando sarà eseguita l'autopsia. Secondo il medico legale, poi due colpi di pistola calibro 7,65 hanno raggiunto la vittima nella zona dell'orecchio sinistro. Un terzo proiettile gli ha perforato la parte superiore del cranio. Probabilmente è stato sparato dall'alto verso il basso quando ormai Calascibetta era accasciato sul sedile della minicar a bordo della quale stava facendo rientro nella sua abitazione a Belmonte Chiavelli.
Gli investigatori della Squadra mobile di Palermo hanno eseguito alcune perquisizioni e ascoltato decine di persone. I parenti di Giuseppe Calascibetta e i residenti di via Bagnera, luogo dell'agguato, non avrebbero dato un contributo significativo alle indagini. Il loro racconto inizia infatti dal ritrovamento del cadavere scoperto perché la minicar della vittima era rimasta in mezzo alla strada bloccando il passaggio. Un automobilista è sceso dal mezzo e ha visto che a bloccare la circolazione era l'auto su cui c'era il corpo senza vita di Calascibetta. Poi, ha avvertito il 118. Nessuno ha visto i killer fuggire né ha sentito il rumore dei colpi di pistola. Il finestrino lato guida, da dove sono entrati i proiettili, era abbassato. Non è escluso che la vittima possa averlo aperto per parlare con l'assassino che conosceva.

"Il pericolo che riesploda una guerra di mafia a Palermo è concreto, si può dire che sia dietro l’angolo". Lo ha detto ai microfoni di Agr-CnrMedia, Francesco Messineo, procuratore di Palermo, parlando dell’omicidio Calascibetta. "Esistono in determinati quartieri della città situazioni di grave tensione. Sono zone meno colpite dai provvedimenti giudiziari e dall’azione della polizia - ha aggiunto -. Siccome alla base di tutto ci sono l’attività di estorsione e la ripartizione dei proventi delle estorsioni è evidente che il sorgere di contrasti nella stessa zona fra persone che tendono ad assumere il controllo di questa attività è sempre concreto e attuale. Nel caso di Calascibetta si trattava di un esponente mafioso non di vertice, ma di 'buon livello', che era stato scarcerato da tre anni e che probabilmente, dopo l’arresto di altri soggetti nella stessa zona, aveva ipotizzato o tentato di subentrare. In questa situazione c'è sempre il pericolo di un'azione ritorsiva da parte di altri appartenenti all'organizzazione".
Magari non si tratterà proprio di una guerra, ha precisato successivamente Messineo, che però non esclude altri omicidi e violenze. "Naturalmente - ha concluso il procuratore palermitano - stiamo cercando di fare fronte a quest'eventualità in tutti i modi possibili, però la Procura di Palermo in questo momento è in una condizione di grave debolezza, perché abbiamo un organico falcidiato dai vuoti e dalle carenze e quindi stiamo cercando di organizzare meglio tutto il dispositivo per controllare questa nuova situazione".

[Informazioni tratte da ANSA, GdS.it, LiveSicilia.it]

 

 

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21 settembre 2011
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