Una nuova strage di clandestini nel Canale di Sicilia, nel racconto degli immigrati sbarcati ieri a Lampedusa
Trentuno clandestini, tra cui quattro donne e due bambini, sono stati soccorsi ieri mattina da una vedetta della Guardia di Finanza. Subito dopo il loro arrivo nel porto di Lampedusa hanno raccontato quella che potrebbe essere una nuova strage di clandestini nel canale di Sicilia.
''Su quel gommone eravamo molti di più, alcuni di noi sono morti durante la traversata e i loro cadaveri sono stati gettati in mare''. Questa l'agghiacciante testimonianza degli immigrati, ancora al vaglio degli investigatori. Alcuni extracomunitari hanno parlato di sette vittime, altri di 18. Tutti sono stati invece concordi nel riferire di essere partiti cinque giorni prima da un porto libico, quasi certamente Al Zwara, affrontando una traversata segnata dal maltempo e dalle peripezie. Prima avrebbero perso la rotta, poi sarebbe finito il carburante, una lunga odissea conclusa con il salvataggio di ieri mattina. Il gommone alla deriva è stato avvistato a 67 miglia a Sud Est di Lampedusa da un peschereccio, che ha raccolto anche due clandestini che si erano gettati in acqua per raggiungerlo. Dopo l'allarme lanciato via radio nella zona è intervenuto un elicottero del comando aeronavale della Guardia di Finanza, che in un primo momento aveva segnalato la presenza in mare di un cadavere. Le foto dell'avvistamento scattate dall'alto sono state esaminate con attenzione per stabilire se si tratti di uno due naufraghi, poi soccorsi, o di una vittima della traversata.
Stamane la Procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta in seguito alle dichiarazioni rilasciate ieri dagli immigrati. La magistratura ha disposto l'avvio delle ricerche nel Canale di Sicilia, delegando l'attività alla Guardia di Finanza. Ancora incerto il numero esatto delle vittime. I due scafisti sarebbero annegati, tentando di raggiungere a nuoto un'imbarcazione di passaggio. I clandestini saranno adesso interrogati dal Pm Luca Sciarretta, che coordina l'inchiesta; i reati ipotizzati al momento dalla Procura nei confronti degli organizzatori della traversata sono favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e omicidio colposo.
Un incendio doloso per fuggire dal Cpt - Intorno alle 3 di ieri alcuni immigrati, ospiti del centro di permanenza temporanea ''Serraino Vulpitta'' di Trapani, hanno appiccato un incendio nelle stanze della struttura e hanno tentato di fuggire. Le fiamme sarebbero divampate nel settore controllato dalla polizia. Non vi sono feriti e nessun clandestino è riuscito a scappare dal Cpt, dove per ora si trovano 55 extracomunitari. L'incendio è stato spento dai vigili del fuoco. Per tentare la fuga, un ospite del Cpt di Trapani ha simulato di star male ed ha chiesto aiuto a gran voce. Quando gli agenti della polizia hanno aperto la stanza da dove provenivano le invocazioni di aiuto, gli extracomunitari - che già avevano preparato stracci ed olio - sarebbero usciti nel corridoio appiccando il fuoco. La polizia, comunque, è riuscita a controllare l'emergenza. Nove extacomunitari sono stati arrestati dalla polizia per il tentativo di rivolta. Si tratta di tunisini, marocchini e senegalesi. Otto di loro sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, uno d'incendio e danneggiamento.
Nella notte tra il 29 ed il 30 dicembre 1999, al ''Serraino Vulpitta'', nel corso di una rivolta sfociata in un pauroso rogo morirono sette clandestini. [La Sicilia]