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Una nuova strategia per ''contrastare'' l'azione del Governo

La contromossa dei trafficanti di essere umani ai respingimenti in Libia

20 maggio 2009

E' durato poco più che una settimana l'effetto respingimenti, e i gommoni carichi di persone in fuga dalla miseria africana, sono tornati ad approdare a Lampedusa. Sono stati almeno un paio gli sbarchi nelle Pelagie nelle ultime ore, mentre solo qualche giorni fa c'era chi sosteneva che i mercanti di uomini avessero optato per nuove rotte per evitare di essere intercettati e rimandati indietro prima di arrivare in Italia.
Sembra però ci sia una novità negli sbarchi, come una nuova "strategia" dei trafficanti di esseri umani sulle rotta Africa-Lampedusa per "contrastare" le iniziative del ministro dell'interno Roberto Maroni. Infatti, gli ultimi arrivi di piccoli gruppi di migranti (una ventina di clandestini fra Linosa e Lampedusa che peraltro sarebbero salpati dalla Tunisia e non dalla Libia), sembrano segnare l'inizio di una nuova 'era' che costringerebbe le motovedette italiane a fare, quantomeno per tutta l'estate, avanti e indietro dalla Libia per 'scaricare' i migranti in Libia. Come dire: far costare di più al contribuente italiano, quantomeno come consumo di carburante delle motovedette, i respingimenti di migranti.

All'inizio del fenomeno i migranti arrivavano alla 'spicciolata', in pochi a bordo di piccole barchette. Poi i trafficanti si sono 'ingegnati' e hanno cominciato a sfruttare la disperazione di tanti organizzando veri e propri 'viaggi della speranza' con barconi sempre più grandi. Adesso che l'Italia ha avviato la nuova politica dei 'respingimenti' arriva il nuovo “modus operandi”  per far giungere gli immigrati a Lampedusa: dotarli di piccole barche. Una scelta che sembrerebbe dettata dalla minor pericolosità dei viaggi, visto l'avanzare della bella stagione e del costante miglioramento delle condizioni del mare ma, forse, anche per 'stressare' le nostre sentinelle del mare e rendere molto onerosi i respingimenti.

I migranti arrivati ieri nelle Pelagie (13 persone soccorse dalla Guardia Costiera in un gommone con a 11 miglia a sud di Lampedusa, e 5 persone sbarcate a Linosa), sono stati tutti imbarcati sul traghetto per Porto Empedocle, da dove poi saranno trasferiti al centro di Pian del Lago di Caltanissetta.

"I Cie sono come lager" - "Non vorrei dirlo, ma i centri di identificazione degli immigrati somigliano a dei campi di concentramento, tanto è vero che il Parlamento ha negato che la permanenza possa essere aumentata a sei mesi". Sono le parole che Silvio Berlusconi ha utilizzato ieri, davanti al presidente della Commissione europea Josè Barroso, all'Aquila per visitare la terra martoriata dal terremoto del 6 aprile.
Barroso lo ha ascoltato attento, ma quando il presidente del Consiglio gli ha passato il microfono, il capo dell'esecutivo Ue ha condannato ogni frettolosa politica di "respingimento" e ha avvertito che inderogabile è il rispetto del diritto di asilo politico: "Per questo dobbiamo accelerare la creazione di un ufficio internazionale per l'esame della richiesta dell'asilo".
Berlusconi, quindi, ha tenuto a sottolineare che da oggi in Libia "c'è una agenzia Onu che esamina le richieste degli immigrati che intendono venire in Italia e toglie loro il disagio di essere inseriti in campi dove la loro libertà è limitata, per poi magari essere rispediti nel loro paese d'origine".

"Sappiamo che la situazione è molto seria e difficile in particolare per l'Italia e Malta - ha ammesso Barroso - per questo l'Unione europea è disposta a dare risposte forti". "La priorità - ha detto ancora il presidente della Commissione Ue - è evitare le tragedie sul mare. Dobbiamo fare in modo che i battelli non lascino le coste garantendo il controllo delle coste insieme agli Stati da cui si parte, senza violare i diritti dell'asilo politico". Barroso ha comunque escluso che il tema possa essere in agenda nel prossimo consiglio europeo del 18 giugno, così come chiedeva il nostro Paese. "Ma se l'Italia lo desidera - ha detto - possiamo lavorare insieme su questo tema il 10 giugno in Comissione", ma si discuterà di un "programma generico" di "libertà sicurezza giustizia". Per il presidente dell'esecutivo Ue, quello che serve veramente è "la collaborazione dei singoli governi".
Le affermazioni di Barroso sono state giudicate troppo generiche dal ministro dell'Interno Roberto Maroni: "Ci aspettiamo che la Commissione europea batta un colpo sul contrasto all'immigrazione. Anche sull'asilo l'Unione europea chiacchiera tanto ma poi lascia soli i Paesi ad affrontare il fenomeno".

[Informazioni tratte da Apcom, CNRmedia.com, Adnkronos/Ing, Repubblica.it]

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20 maggio 2009
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