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Una pensione di invalità su dieci è falsa

Avviati dall'Istituto nazionale per la previdenza sociale i controlli sul campione previsto dalla legge

27 maggio 2009

PENSIONI DI INVALIDITÀ, FALSA UNA SU DIECI
di Enrico Marro (Corriere.it, 26 maggio 2009)

La campagna di controlli è in corso da un paio di mesi, ma l'Inps ha già revocato il 13% delle pensioni d'invalidità e delle indennità di accompagnamento, con punte di quasi il 22% in Sardegna e Sicilia, del 19% in Calabria e del 15,5% in Campania e Puglia. Le prestazioni sono state annullate per il venir meno o per l'insussistenza dell'invalidità, accertata in seguito a una visita effettuata dai medici dell'Inps. Successivamente verranno fatte anche le verifiche sui requisiti di reddito, incrociando i dati dell'istituto di previdenza con quelli dell'Anagrafe tributaria. In tutto verranno controllati 200 mila pensionati d'invalidità: un terzo ha già subito la visita medica.
Si tratta, dice il presidente dell'Inps Antonio Mastrapasqua, di "una campagna senza precedenti".

Entro l'anno, come prevede l'articolo 80 della legge 133 del 2008, tutti e 200 mila i controlli previsti saranno conclusi, assicura il presidente. E si può stimare che, con una percentuale di revoche del 12-13%, si potranno risparmiare più di 100 milioni di euro all'anno.
Le pensioni d'invalidità sono in tutto 2,6 milioni, per una spesa totale di circa 13 miliardi di euro. Se tutte fossero sottoposte a verifica, e pur scontando una percentuale complessiva di revoche inferiore (visto che il campione sottoposto a controlli e stato selezionato tra le situazioni più a rischio), si potrebbe tranquillamente arrivare a un risparmio di almeno un miliardo di euro all'anno, dicono i tecnici dell'Inps.
"Mi auguro - dice Mastrapasqua - che dopo questo primo campione, la campagna di controlli continui, perché è giusto che questo tipo di prestazioni vada a chi è effettivamente invalido". Anche se l'Inps tende a spiegare le revoche più con il venir meno dei requisiti sanitari (regresso della malattia invalidante) o col fatto che questi erano stati valutati con troppa generosità dalle Asl (cui la legge affida le visite per la concessione delle pensioni) piuttosto che con un fenomeno eclatante di false invalidità, resta il fatto che le verifiche in corso dimostrano come una gestione più efficiente può portare a notevoli risparmi. Senza contare che per stanare i casi più clamorosi verranno incrociati anche i dati dei beneficiari delle pensioni di invalidità con gli elenchi della Motorizzazione civile: potranno così emergere, per esempio, i ciechi con la patente o altri casi incompatibili.

Anche alla luce dell'esperienza in corso, annuncia Mastrapasqua, l'Inps presenterà al governo una serie di proposte per migliorare la situazione. "A partire dal contenzioso: oggi ci sono più di 400 mila cause pendenti tra cittadini che rivendicano la pensione d’invalidità e l'amministrazione. E nella maggioranza dei casi noi perdiamo per semplice inefficienza. Per esempio, perché i fascicoli presso le Asl sono ancora cartacei e spesso non si trovano più o perché l'ente in questione non si presenta durante la causa". Meglio sarebbe, conclude il presidente dell'Inps, unificare il più possibile le procedure di gestione, che oggi invece sono diverse secondo quello che decidono le singole Regioni, visto che, in base al titolo V della Costituzione, è loro la competenza in materia.

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27 maggio 2009
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