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Una povera popolazione in divisa

Oggi il 61% delle forze di polizia vive con meno di 1.200 euro al mese

23 luglio 2008

Sono finiti i tempi nei quali i giovani, ritrovandosi senza arte né parte, per prendere in mano le redini del proprio futuro speravano di impegnare la propria vita nelle forze di polizia. Un futuro sicuro, impegnativo ma che sicuramente avrebbe permesso di mettere su famiglia senza problemi.
Oggi non è più così e cercare conoscenze e raccomandazioni per passare il fatidico concorso non è più un gioco che vale la candela. Infatti, l'attualità ci dice che ben il 61% delle forze di polizia vive con meno di 1.200 euro al mese, spesso in grandi città, dove la vita è insostenibile se non si ha una famiglia alle spalle. L'81% ha fatto recentemente ricorso al credito al consumo mentre il 51% ha avviato procedure per il consolidamento del debito... Una debolezza sotto il profilo patrimoniale che mette a dura prova anche l'integrità morale.

I dati sopra riportati sono alcuni di quelli che emergono dal "Rapporto sulle condizioni socio-economiche delle forze di polizia" elaborato dal Coordinamento per le politiche per la sicurezza dell'Ugl. L'indagine, presentata ieri mattina a Roma, è stata compiuta su un campione di 9mila operatori tra Polizia di Stato, Corpo forestale dello Stato, Polizia Penitenziaria, Corpo nazionale dei vigili del Fuoco.

Il rapporto, spiega l'Ugl, accende i riflettori su un mondo di uniformi, di donne e uomini, ma soprattutto di "famiglie al seguito" chiamate a vivere per legge lontano dalla propria terra di origine e dai propri affetti, e per questo più esposte di altre alle difficoltà del momento. Il 92% degli intervistati, ha rilevato ancora l'indagine, proviene dal centro-sud. L'età media si aggira intorno ai 40 anni e quindi siamo destinati ad avere un "esercito" di anziani a vigilare sulla incolumità dei cittadini. L'82% del campione dichiara poi che il lavoro con i suoi ritmi e le sue esclusioni dalla vita sociale è la principale causa di "disastri" familiari (separazioni, divorzi).
Il 62% ha meno di due figli e il 52% vive lontano dalla famiglia. Ben l'81% dichiara che sarebbe disponibile a fare più figli se avesse la maggiori infrastrutture di cui avvalersi. Per quanto riguarda l'abitazione il 64% non è proprietario dell'abitazione in cui vive ma il 93% ha acceso un mutuo che per il 91% degli intervistati incide sul reddito familiare più della metà. Lo stesso dicasi per chi paga un affitto: nell'89% dei casi decurta più del 50% il reddito percepito.

I temi della paura e dell'insicurezza cavalcati in campagna elettorale, rileva quindi l'Ugl, sembrano ormai svaniti dall'agenda politica. Nonostante il crescente disagio economico e sociale che sta caratterizzando il nostro Paese, con effetti allarmanti sulla vita delle famiglie e sul funzionamento delle istituzioni, il governo non sembra prendere sul serio le difficoltà in cui versano le forze dell'ordine e si appresta ad approvare una manovra che taglia in modo indiscriminato le risorse dei settori della pubblica amministrazione, inclusi quelli destinati alle forze di polizia.

"In questa situazione è in pericolo anche l'integrità morale dei nostri lavoratori, a cui è vietato fare un secondo lavoro", ha sottolinea Renata Polverini, segretario dell'Ugl. L'82% degli intervistati, ovviamente, non è soddisfatto del proprio stipendio "inferiore del 50% rispetto a quello percepito da un agente francese". "Abbiamo creduto in un programma elettorale, ma i provvedimenti finora intrapresi dimostrano che gli investimenti in questo campo non sono quelli preventivati, come la mancata defiscalizzazione degli straordinari - ha attaccato Polverini -. E lo Stato propone tagli nel momento sbagliato. La sicurezza è scarsa, soprattutto nelle grandi città e nelle aree del nord del Paese, a causa dei flussi migratori non controllati".

[Informazioni tratte da La Stampa.it, Corriere.it]

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23 luglio 2008
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