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Una primavera contro il tumore all'utero. Presto in Italia la campagna di vaccinazione gratuita contro il ''papilloma virus''

30 gennaio 2007

Il tumore al collo dell'utero, seconda causa di morte tumorale tra le donne nel nostro Paese, si può combattere ottimamente con l'arma della prevenzione. Esiste, infatti, un vaccino brillantemente sperimentato che riduce drasticamente l'insorgere del ''virus papilloma'' (virus Hpv), responsabile di questa malattia che colpisce ogni anno 3.500 donne in Italia provocando oltre 1.000 morti.
L'Italia ha pensato di lanciare una campagna vaccinale contro il tumore della cervice uterina completamente gratuita per tutte le ragazze di 12 anni. La campagna vaccinale (la prima in Europa gratuita) verrà garantita dal Sistema Sanitario Nazionale e potrebbe partire già in questa primavera

Ad annunciare questa grande notizia è stato il ministro della Salute Livia Turco nel corso della presentazione della campagna promossa dall'Onda, l'Osservatorio nazionale sulla salute della donna,  per la diagnosi precoce del tumore alla cervice uterina.
''L'Italia - ha detto il ministro Turco - sarà il primo Paese europeo a pianificare una strategia di vaccinazione pubblica contro il virus Hpv e ciò avverrà contestualmente all'arrivo in commercio nel nostro Paese di un nuovo vaccino contro il virus del papilloma umano''. ''I principali organismi tecnico-scientifici - ha ricordato il ministro della Salute - hanno indicato la necessità di intervenire in via prioritaria avviando una campagna di offerta attiva e gratuita rivolta alle ragazze in età prepubere, cioè 12 anni. Questo negli anni produrrà una progressiva immunizzazione della popolazione giovane adulta esposta al rischio di infezione''. ''In Italia - ha aggiunto - le ragazze di 12 anni sono circa 280 mila e saranno chiamate a una vaccinazione con una dose iniziale e due richiami entro i 6 mesi dalla prima. La spesa prevista a carico del Sistema sanitario è stimata in circa 75 milioni di euro l'anno''.
Successivamente, ha anche aggiunto il ministro, la strategia prevede l'allargamento dell'offerta del vaccino ad altre donne fra i 25 e i 26 anni, preferibilmente in coincidenza con il primo invito all'esecuzione del Pap test.
Il vaccino, al di fuori dei programmi organizzati che prevedono l'inserimento di questa offerta all'interno dei livelli essenziali di assistenza, sarà comunque disponibile a pagamento in farmacia con la prescrizione del medico, ed è indicato per le donne che non hanno ancora contratto l'infezione.

''Bisogna ricordare - ha però voluto sottolineare Turco - che il vaccino produrrà effetti sulla prevenzione del cancro della cervice tra alcuni decenni, mentre siamo in grado attualmente di ridurre drasticamente l'incidenza di questo tumore attraverso il miglioramento della strategia di prevenzione basata sullo screening con il Pap test e il test anti Hpv''.
Un invito quindi a non abbassare la guardia nei confronti di questo tumore. Il Pap test resta infatti lo strumento attualmente privilegiato per prevenire la malattia nelle donne adulte.

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30 gennaio 2007
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