Una restrittiva manovra-bis
Soddisfatti Lega e Pdl dal vertice ad Arcore. Per l'opposizione "i conti non tornano" e la Banca d'Italia si dice perplessa
Al termine del lunghissimo vertice Lega-Pdl che si è svolto ieri ad Arcore per discutere i nodi più controversi della manovra-bis, un accordo alla fine si è poi raggiunto. Di questo alcuni punti riguardano la cancellazione del contributo di solidarietà per i redditi alti, l'abolizione di tutte le Province ma per via costituzionale con il dimezzamento del numero dei parlamentari, nuovi interventi sulle pensioni e due miliardi in meno di tagli agli enti locali (che in mattinata si erano mobilitati con una manifestazione a Milano).
Contrariamente a quanto ipotizzato, nessuna modifica verrà invece apportata all'Iva - ma l'aumento dell'imposta sul valore aggiunto sarà prevista nella delega fiscale - mentre sarebbe stato raggiunto un accordo sulla riduzione dei vantaggi fiscali per le società cooperative.
Insomma, una sostanziale riscrittura della manovra che, se da un lato sembra aver riportato un po' di quiete nella maggioranza, non convince affatto l'opposizione, secondo la quale, con questi aggiustamenti, i saldi di bilancio garantiti da Tremonti all'Europa non potranno essere rispettati.
Da parte sua il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, uscendo dalla residenza del premier, ha commentato dicendo: "Molto bene".
I sindaci in piazza contro i tagli - Ha preso il via ieri pomeriggio nella sede della Prefettura di Milano l'incontro fra il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, e una delegazione di sindaci di Comuni italiani e di rappresentanti dell'Anci che in mattinata a Milano hanno sfilato in corteo per protestare contro la manovra correttiva e i tagli agli enti locali.
La manifestazione, partita dal Palazzo della Regione, è arrivata in piazza della Scala dove i sindaci hanno intonato l'Inno nazionale ed esibito, oltre ai gonfaloni dei Comuni, alcuni striscioni. Il più grande, 'Giù le mani dai Comuni'. La parte della manovra correttiva che riguarda i Comuni deve essere "completamente ritirata" ha detto il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Il primo cittadino ha sottolineato che "la manovra è ingiusta e ingiustificata, soprattutto perché colpisce gli enti locali e i bisogni primari dei cittadini. Altri sono gli sprechi che possono essere tagliati". Quanto alla manifestazione è "riuscita oltre ogni nostra previsione. Ora è importante che dalla protesta si passi alle proposte e l'Anci si sta muovendo in questa direzione". "Questa è una manifestazione per dare un messaggio preciso, cioè che non ci possiamo permettere tagli ai Comuni, non possiamo trattare sullo sconto. E' prima di tutto lo Stato che deve vendere le sue partecipazioni" ha messo in chiaro il sindaco di Verona Flavio Tosi, intervenuto alla manifestazione. "Bisogna tagliare i costi dello Stato centrale, cosa che finora non è mai stata fatta - ha sottolineato Tosi - Noi non ce la facciamo più. Ora bisogna andare a prendere le risorse dove ci sono". Ha ribadito il giudizio critico Gianni Alemanno, sindaco della Capitale. "Dalla manovra - ha detto - ci sono tagli per il Comune di Roma di 270 mln, sono tagli devastanti. Se non tolgono questi tagli andremo a protestare sotto Palazzo Chigi con i disabili e la Caritas". "Chiediamo che i tagli rientrino e che la manovra cambi" è stata la richiesta avanzata anche dal sindaco di Torino, Piero Fassino, dal palco allestito in piazza della Scala. "Siamo pronti a farci carico di contribuire al risanamento dei conti pubblici - ha sottolineato il sindaco Pd - ma senza mettere in discussione i servizi essenziali che forniamo ai cittadini".
La protesta ha fruttato 2 miliardi in meno di tagli, che secondo il Presidente dell'Anci Osvaldo Napoli sono solo un "timido riconoscimento per la situazione finanziaria degli enti locali" e spiegando tuttavia che "in attesa di conoscere i dettagli dell'accordo di maggioranza, il giudizio si configura più negativo che positivo".
Pensioni, esclusi dal conteggio università e servizio militare - La novità più importante riguarda la previdenza: il calcolo sull'età pensionabile verrà effettuato solo in base agli "effettivi anni di lavoro" e non dovrebbe più tener conto degli anni di servizio militare prestati e degli anni universitari. "Verranno scorporati", mantenendo immutato l'attuale regime previdenziale. Gli anni in questione, però, verranno computati per il calcolo della pensione (stando alle prime stime solo con lo stop per l'anno di militare si punta a ricavare circa 1-1,5 miliardi di euro).
Quanto al contributo di solidarietà - che rimarrà soltanto per i parlamentari - sarà sostituito con "nuove misure fiscali finalizzate a eliminare l'abuso di intestazioni e interposizioni patrimoniali elusive" (intervento che ricalca in parte la proposta sulla tassa anti-evasione targata Calderoli).
Nessun taglio ai piccoli comuni - Salvi invece i piccoli comuni. L'articolo della manovra che ne disponeva l'accorpamento sarà sostituito con un nuovo testo che preveda "l'obbligo dello svolgimento in forma di unione di tutte le funzioni fondamentali a partire dall'anno 2013 nonché il mantenimento dei consigli comunali con riduzione dei loro componenti senza indennità o gettone alcuno per i loro membri".
Più poteri ad enti locali per lotta ad evasione - Nel comunicato finale del vertice di Arcore si è annunciato poi la "riduzione dell'impatto della manovra per comuni, province, regioni e regioni a statuto speciale" e la "attribuzione agli enti territoriali di maggiori poteri e responsabilità nel contrasto all'evasione fiscale con vincolo di destinazione agli stessi del ricavato delle conseguenti maggiori entrate".
Soddisfatto il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli: "Ai mercati inviamo un messaggio chiaro: in primis i saldi restano invariati e i termini saranno rispettati. Inoltre, sono stato un buon profeta: i miglioramenti sono stati raggiunti all'unanimità tra le tre forze di governo ed alla presenza del ministro dell'Economia. Il testo - ha detto Calderoli - è stato migliorato e per la prima volta qualcuno dimostra di fare sul serio contro l'evasione colpendo le società di comodo".
Assolutamente scettico il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani: "Dalle cose che si capiscono fin qui - ha detto - siamo alla confusione, ad una quadra che non c'è". "Non vedo - ha aggiunto - come possano quadrare questi conti nell'insieme. È una soluzione molto debole e spero non venga valutata troppo pesantemente da chi ci osserva nel mondo".
Anche dall'Udc gravi dubbi sui numeri. "Saremo costruttivi come sempre in Parlamento ma da un primo esame delle modifiche traiamo un'opinione netta: i conti della manovra non tornano". Lo hanno affermato in una nota congiunta i capigruppo Udc di Camera e Senato Gian Luca Galletti e Gianpiero D'Alia. "Temiamo che la stessa sensazione venga percepita dai mercati, perché è fin troppo chiaro che non si gioca con le cose serie: l'abolizione delle province ad esempio, preannunciata dai telegiornali, è in realtà stata cancellata con un rinvio ad improbabili costituzionalizzazioni. Che bisogno c'era di questa gigantesca finzione?".
Il raggruppamento composto da Udc, Fli, Api e Mpa ha presentato ieri le sue proposte di modifica al provvedimento anticrisi. Chiede di mettere mano al sistema previdenziale "tagliando quelle agevolazioni, le quote, che non hanno senso di esistere dopo la legge sui lavori usuranti". Di qui una riforma che dovrebbe portare a cancellare il sistema delle quote dal 2012 e permettere di andare in pensione "o a 65 anni o con 40 anni di contributi".
Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, ha commentato le correzioni emerse dal vertice dicendo: "Sono le cosiddette modifiche a chiacchiere. Le modifiche si fanno, non si annuncia che si faranno prossimamente su questo schermo. Abbiamo sempre sostenuto che le province vanno abolite tutte, e infatti stiamo raccogliendo le firme, ma è ipocrita dire che siccome costituzionalmente le vogliamo abolire, intanto non le aboliamo". Stesso discorso anche per il dimezzamento dei parlamentari. "Ai parlamentari non sono stati eliminati privilegi e benefit. Questa manovra l'hanno rivoluzionata a chiacchiere".
La Cgil, il sindacato guidato da Susanna Camusso, che ha già proclamato uno sciopero generale contro la manovra, non ha gradito neppure le proposte di modifica: "No a interventi sulle pensioni con i quali la manovra peserà ancora di più sui lavoratori", è stato il primo commento. "E no a un aumento dell'Iva, anche se successivamente con la delega fiscale, perchè si illude chi pensa che la riforma del fisco lo compenserà con tagli alle tasse di lavoratori e pensionati". Per la Cgil, inoltre, "ad una prima lettura" delle notizie emerse dal vertice della maggioranza, l'unica cosa che si capisce è che "per tagliare la sovrattassa sui redditi superiori a 150 mila euro si costringono tante persone, che magari fanno anche lavori faticosi, a lavorare almeno un anno in più".
La soddisfazione del Cavaliere - "Sono molto, molto soddisfatto perchè la manovra è migliorata senza modificare i saldi. Ora è più equa. Sono stati ridotti di molto i costi della politica, tagliate parecchie poltrone. La Lega è stata responsabile ora è necessario che lo siano le opposizioni". Lo afferma il premier Silvio Berlusconi, in un'intervista al Tg di Italia 1 Studio Aperto. "Avevamo detto subito - ha aggiunto Berlusconi - che quella manovra, varata per avere un intervento della Bce a tutela dei nostri titoli di Stato sotto attacco della speculazione, sarebbe migliorata. Ho sempre lavorato ad agosto per rendere la manovra più equa e sostenibile".
Contributo di solidarietà. "Io avevo detto che introducevo il contributo di solidarietà con il cuore che grondava sangue perché da sempre ho promesso che non volevamo mettere le mani nelle tasche degli italiani. Siamo riusciti a levarlo con altre fonti di risparmio" ha aggiunto il premier.
Coesione. "Sono soddisfatto perchè il risultato conferma la coesione della maggioranza e si può constatare come la realtà sia diversa da quello che racconta la stampa, con i romanzi d'agosto dei rapporti dentro la maggioranza e tra me e Tremonti" ha poi spiegato Berlusconi.
Costi della politica. Il presidente del Consiglio è poi tornato sul tema della riduzione dei costi della politica: "Noi ci avevamo provato ma poi la sinistra bocciò la nostra legge con un referendum. La nostra determinazione è assoluta, perchè i costi della politica sono forti e per questo siamo grati al senso di responsabilità della Lega. Ora in Parlamento tocca all'opposizione e se ci sarà l'accordo con una maggioranza dei due terzi, potremo arrivare in poco tempo ad approvare la riduzione del numero dei parlamentari e l'abolizione delle Province".
Evasione fiscale. Il cavaliere si è poi soffermato sul tema dell'evasione fiscale: "Abbiamo inasprito la lotta all'evasione fiscale con la possibilità di fare controlli più capillari e i comuni potranno mantenere il gettito che deriva da questi controlli".
Bankitalia: "La manovra avrà effetti restrittivi. Serve una politica di rilancio" - "Da molti anni la crescita economica è in Italia inferiore a quella degli altri paesi dell'Unione europea". Il necessario aggiustamento dei conti "avrà inevitabili effetti restrittivi sull'economia". Lo afferma il vice direttore generale di Bankitalia, Ignazio Visco, nel corso dell'audizione in commissione Bilancio al Senato. "Il riequilibrio dei conti pubblici deve associarsi a una politica volta al rilancio delle prospettive di crescita della nostra economia" dice Visco, per il quale inoltre "eventuali cambiamenti nella struttura della manovra dovrebbero andare nella direzione di ridurre il peso degli aumenti delle entrate e accrescere il ruolo delle misure strutturali".
"L'entità complessiva dell'aggiustamento programmato non può essere ridotta", osserva Bankitalia, ma la composizione, "oggi maggiormente a carico delle entrate, andrà quanto prima rivista rafforzando l'azione di contenimento della spesa". La situazione attuale e i rischi che si palesano per il futuro "richiedono una risposta pronta e decisa: nel perseguimento del pareggio di bilancio, con interventi strutturali, e nella creazione di condizioni favorevoli alla crescita economica".
Ricordando poi che l'evasione "continua a essere un fenomeno rilevante: il valore aggiunto sommerso è quantificato nelle statistiche ufficiali in quasi un quinto del prodotto", Visco sottolinea che "interventi più incisivi" per contrastare l'evasione fiscale "consentirebbero di ridurre il peso dell'aggiustamento sui contribuenti che rispettano le norme". Nell'immediato, si potrebbe ulteriormente abbassare la soglia per l'uso del contante.
Quanto al prodotto interno lordo, "in un quadro di previsioni che resta ancora estremamente incerto - dice Visco - potrebbe prefigurarsi una crescita inferiore al punto percentuale nell'anno in corso e ancora più debole nel 2012". Per la Banca d'Italia "misure ad ampio spettro, volte a riportare con decisione la nostra economia su un più elevato ed equilibrato sentiero di crescita, sono essenziali anche se i loro effetti saranno graduali nel tempo".
Riguardo poi alla pressione fiscale, si stima che tra il 2011 e il 2014 l'incidenza delle entrate sul prodotto crescerebbe di 1,9 punti percentuali. La pressione fiscale salirebbe soprattutto nel 2012 e nel 2013 (rispettivamente di 1,1 e 0,7 punti); nel 2014 si attesterebbe al massimo storico del 44,5 per cento. Tale livello, secondo Bankitalia, "sarebbe ancora maggiore se gli enti decentrati compensassero, anche solo in parte, la riduzione dei trasferimenti statali con un aumento dell'imposizione a livello locale". Di contro, l'impatto sul prelievo "verrebbe mitigato qualora, come indicato dal Governo, almeno una parte dell'aggiustamento connesso con l'esercizio della delega fosse realizzato sul lato della spesa".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it, Corriere.it]