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Una sorte differente. Salvati dal mare 165 immigrati a bordo di un barcone di 10 metri

Proprio come per il barcone con 130 persone a bordo, scomparso la scorsa settimana, l'Sos è partito dal telefono di uno dei clandestini

10 agosto 2005

Sta volta la sorte è stata dalla loro parte. Il mare li ha risparmiati.
Sono stati tutti messi in salvo i 165 clandestini soccorsi questa mattina mentre si trovavano su un barcone, di appena 10 metri, in difficoltà a circa 50 miglia da Lampedusa.
I migranti - tra cui 2 donne e molti minorenni, tutti in apparenti buone condizioni - sono in viaggio verso il centro di prima accoglienza dell'isola.

L'Sos è partito dal telefono satellitare di uno dei clandestini, proprio come era successo la scorsa settimana per il barcone con a bordo 130 migranti che si è disperso e non si è più ritrovato.
Una sorte differente. Un moto di magnanimità da parte della natura. Forse solo la casualità dei fattori contingenti.
L'allarme è scattato alle 4.30 ed è stato raccolto dalle autorità tunisine che hanno subito contattato la centrale operativa delle Capitanerie di porto italiane.
La direzione marittima di Palermo ha immediatamente inviato sul posto motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. Alle ricerche si sono uniti anche la nave ''Sfinge'' della Marina Militare e un elicottero. E' stato proprio il velivolo, intorno alle 7, a individuare il barcone.

Nel Cpt di Lampedusa, al momento si trovano già alcune centinaia di immigrati. Questa mattina una settantina di loro, di nazionalità egiziana, dovrebbero essere rimpatriata in Libia con un ponte aereo.
Lo rende noto Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell'Arci, l'associazione che durante l'estate presidia l'isola sull'andamento dei flussi migratori.
''Sappiamo per certo - ha detto Miraglia - che questo volo è in programma per questa mattina. Si tratta di una ulteriore espulsione di massa. Se la notizia verrà confermata - ha precisato - vorrà dire che il governo italiano non tiene conto dei richiami degli organismi internazionali, del Parlamento europeo, della Corte di Strasburgo, di Amnesty International. E non tiene conto soprattutto che queste espulsioni hanno come conseguenza la morte delle persone''.

Sulla sentenza della Cassazione che giustifica le espulsioni di massa purché motivate individualmente, Miraglia ha affermato che ''le espulsioni del governo italiano non sono espulsioni individuali. Sono provvedimenti fotocopia in cui si rileva sempre la stessa motivazione. Questo vuol dire, ma non lo diciamo solo noi dell'Arci, che per ogni emigrato espulso non è stato rispettato il percorso dell'identificazione, ma si fa riferimento solo ad elementi casuali fatti sulla base dell'accento della persona dichiarati dall'interprete del ministero dell'Interno''.

Ed è così che la sorte di tutti gli immigrati ritorna uguale, una per tutti: alle volte risparmiati dalle assolutistiche leggi della natura, ma mai da quelle parziali dei governanti.

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10 agosto 2005
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