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Una speranza per contrastare il morbo di Parkinson è arrivata da alcuni topolini curati in America

27 marzo 2008

Arriva dai topi una speranza per contrastare il morbo di Parkinson, che insieme all'Alzheimer è una delle malattia con maggiore incidenza nella popolazione anziana contemporanea. L'equipe di Lorenz Studer del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York ha curato con successo topolini malati di Parkinson con un trapianto di neuroni creati per la prima volta con cellule staminali embrionali su misura ricavate da embrioni geneticamente identici al 'paziente-topo' e ottenuti con la clonazione terapeutica.
Si tratta di uno degli utilizzi delle cellule staminali vietati in Italia e messo al bando dal Vaticano.

L'esperimento è stato raccontato nei giorni scorsi sulla rivista Nature Medicine. Gli esperti hanno usato il metodo della clonazione con cui nacque la pecora Dolly (trasferimento nucleare da cellule somatiche) per produrre cellule staminali embrionali su misura dei topi malati di Parkinson. Trasformate in neuroni e trapiantate nel loro cervello, queste staminali migliorano il quadro della malattia, oggi incurabile, senza problemi di rigetto essendo perfettamente identiche ai neuroni dei topolini.
Il ''metodo Dolly'' consiste nel prendere cellule di pelle dalla coda del topo, isolarne il Dna (il nucleo), introdurlo in cellule-uovo precedentemente enucleate. Poi l'uovo viene avviato alle prime fasi di sviluppo embrionale, e giunto allo stadio di 'blastocisti' da esso vengono estratte le staminali embrionali.
Le staminali clonate sono state trasformate in 'neuroni dopaminergici', quelli che muoiono nel morbo di Parkinson; i nuovi neuroni sono stati trapiantati con successo nel cervello dei topolini. "I miglioramenti clinici ottenuti nei topi dopo il trapianto sono notevoli - ha raccontato il dottor Studer - con una serie di test abbiamo visto che i nuovi neuroni risolvevano il deficit cerebrale del neurotrasmettitore dopamina e che a ciò corrispondeva un miglioramento sostanziale dei sintomi del morbo; i topolini riacquisivano capacità di movimento e coordinazione".

Possibilità di sperimentare la stessa metodologia sugli uomini? Al momento nessuna vista che finora non è stata dimostrata la possibilità di ottenere staminali embrionali umane con il metodo del trasferimento nucleare. Senza contare poi i problemi di ordine etico: ottenere le staminali in questo modo significherebbe comunque creare embrioni umani ad hoc da 'sacrificare' a fini terapeutici.
La clonazione terapeutica è un metodo da anni al centro dell'interesse di ricercatori in tutto il mondo: l'aspettativa è creare una riserva personale di cellule staminali, potenzialmente utili per guarire malattie oggi incurabili come le neurodegenerative, Parkinson e Alzheimer per esempio, in cui i neuroni cerebrali muoiono progressivamente. Con le staminali su misura un giorno addirittura si potrebbero creare in laboratorio organi da trapianto perfettamente immunocompatibili col paziente e quindi 'anti-rigetto'.
La Chiesa cattolica però continua ad opporsi alla clonazione per motivi terapeutici e alla conservazione e all'uso delle cellule staminali per motivi scientifici. Le polemiche raggiunsero il culmine quando Dolly nacque in laboratorio. Di recente è stata trovata una strada alternativa a quella degli embrioni: creare cellule staminali embrionali riprogrammando, cioè facendo tornare bambine, normalissime cellule adulte. E lo stesso papà di Dolly, Ian Wilmut, si è dichiarato a favore di quest'altra tecnica 'etica' per creare staminali embrionali.

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27 marzo 2008
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