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UNDICI

Ieri a Bombay, in India, si è consumata la terza strage terroristica sotto il segno del maledetto ''giorno 11''

12 luglio 2006

Nel calendario dei terroristi sembra essere l'11 il numero ispiratore nel quale mettere in atto le proprie esecuzioni capitali. Il ''giorno 11'' è quindi diventato, come in un film dell'orrore, o meglio, del terrore, un giorno maledetto.
Dopo l'11 Settembre americano, l'11 Marzo spagnolo, è purtroppo arrivato l'11 Luglio indiano: uno scellerato e barbaro attentato terroristico dove hanno perso la vita circa 190 persone. Sette esplosioni a pochi minuti l'una dall'altra, lungo la linea Western Railway e nella metropolitana di Santacruz, a Bombay (oggi Mumbay) nell'ora di massimo afflusso di pendolari.
La prima delle deflagrazioni è avvenuta alle 18:09 (ora di punta per i pendolari) nei vagoni di prima classe di un treno nella stazione di Khar. Quindi, le esplosioni si sono verificate in rapida successione a Mira Road, Matunga, Jogeshwarii, Borivili e Bhayander. La settima e ultima esplosione non è avvenuta lungo la linea ferroviaria, ma nella metropolitana di Santacruz, come confermano fonti della polizia. Le immagini della televisione indiana hanno mostrato carrozze del treno completamente sventrate.

Il governo indiano si è subito riunito per una seduta d'emergenza, mentre è stato innalzato il livello di allerta a Nuova Delhi e in tutte le altre grandi città del Paese. Dopo gli attacchi un uomo è stato arrestato a Nuova Delhi e altri sei sono stati fermati nel Kashmir, ma fino ad ora non ci sono state ammissioni né rivendicazioni. Nessun italiano tra le vittime e i feriti degli attentati. Il console Zaccagnino, che è in contatto con le autorità di polizia e gli ospedali, sta provvedendo alla ricognizione degli italiani residenti, circa un centinaio. Altrettanti dovrebbero essere i connazionali di passaggio.
L'attentato potrebbe essere opera di Lashkar-e-Taiba, un gruppo separatista del Kashmir considerato il braccio armato di Osama bin Laden nella regione asiatica. La tecnica delle esplosioni a catena (uguale anche a quella dell'attentato a Madrid) è infatti un segno distintivo dei separatisti che hanno più volte colpito lo stato indiano. Più tardi è arrivata la smentita di Lakshar-e-Taiba. Il suo portavoce Abdullah Ghaznavi ha telefonato ai giornali per dire che ''questi sono atti inumani e barbari. L'Islam non permette l'uccisione di una persona innocente. Indicare come responsabili di questi atti inumani il Lakshar-i-Taiba rappresenta un tentativo delle agenzie di sicurezza indiane di diffamare la lotta per la libertà in Jammu e Kashmir''.
Ma secondo gli inquirenti indiani, il gruppo terrorista è legato ad Al Qaeda e si è reso responsabile di numerosi attentati tra i quali quello al parlamento di Delhi nel 2001 e le bombe nei mercati di New Delhi lo scorso ottobre.

Che ci sia Al Qaeda dietro l'attentato lo fa pensare soprattutto il giorno in cui la carneficina è stata organizzata. Forse anche una coincidenza, quella dei numeri, ma che rimanda immediatamente al gruppo terroristico guidato da Bin Laden. Tutto fa pensare allo ''Sceicco del Terrore'' e alla sua più classica ''strategia del terrore'', ma è pur vero che attentati pianificati di questo tipo non sono purtroppo nuovi in India. La matrice potrebbe essere nuovamente di natura islamica, in particolare essere legata ai gruppi fondamentalisti che sono attivi nel Kashmir indiano, dove di recente c'è stata una escalation della violenza. Proprio ieri a Srinagar, capoluogo estivo del Kashmir, sono state attaccate a colpi di granata diverse auto che trasportavano turisti, con  un bilancio di 8 morti e diversi feriti. Il sesto attacco a turisti in Kashmir dall'inizio della stagione estiva e fa pensare che - nonostante il processo di pace in corso tra India e Pakistan - i gruppi islamici separatisti e fondamentalisti siano ancora molto attivi nella vallata himalayana contesa.
Altre piste portano agli scontri tra gruppi indù che si sono verificati nei giorni scorsi. Il 7 marzo un triplo attentato era stato perpetrato a Bénarès (nord dell'India), la più importante città santa indù. L'attentato era costato la vita a 23 persone. A Nuova Deli, il 29 ottobre 2005, un triplo attentato aveva fatto 66 morti. Proprio due giorni fa a Bombay si era svolta una manifestazione - sfociata in scontri violenti con la polizia - causata dalla profanazione della statua della moglie del fondatore del partito indù Shiv Sena.

Dure condanne sono arrivate da tutti le parti del globo, prima fra tutte quella del presidente del Pakistan Pervez Musharraf e dal primo ministro Shaukat Aziz. Accanto a questa del Pakistan, è giunta la condanna dell'attentato da parte di Stati Uniti, Germania, Inghilterra, Italia e dall'Unione europea. In particolare l'amministrazione americana, definendo l'attacco di ''insensata violenza'', si è detta disponibile a stanziare aiuti in favore dell'India. Il leader inglese Tony Blair dal canto suo si è detto solidale con l'India ''la più grande democrazia del pianeta''.
Condanne unanime e paura unanime, che ha spinto New York a rafforzare immediatamente le misure di sicurezza nei mezzi pubblici. Un'allerta che nella città americana non è mai cessata dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. La rete della metropolitana che trasporta 7,7 milioni di persone ogni giorno viene considerata infatti particolarmente vulnerabile. E dopo la tragedia di Bombay è inevitabile che la guardia venga ulteriormente alzata: agenti di rinforzo sono stati inviati nelle stazioni della metropolotana nelle ore di punta, aumentate le perquisizioni di borse e zaini e i fermi per controlli, come conferma Kevin Hayes, portavoce della polizia.

E come hanno tentato a loro tempo New York, Madrid e Londra, anche Bombay oggi, all'indomani dell'assurdo massacro, ha tentato subito di ristabilire una parvenza di ''normalità''. Le ferrovie funzionano, in città sono attese le maggiori cariche dello Stato. Non c'è stata nessuna manifestazione; scuole, uffici e negozi hanno aperto normalmente. Anche la linea ferroviaria è stata ripristinata e i treni a lunga percorrenza hanno svolto il normale servizio, anche sulla direttrice occidentale colpita dalle bombe. E ci sono molti cittadini disperati alla ricerca di notizie sui familiari.
Intanto si ha avuto notizia del ritrovamento da parte della polizia di tre detonatori e due timer, nei pressi di tre delle sette stazioni dove si sono verificate le esplosioni.
 
- ''I cabalisti del terrore'' di Guido Olimpio (Corriere.it)

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12 luglio 2006
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