Uno Stato tutto per loro
Abu Mazen davanti all'Assemblea Generale dell'Onu : "E' il tempo della primavera palestinese"
Comincia con una standing ovation il discorso di Abu Mazen all'Assemblea Generale dell'Onu. Decine i delegati che si sono alzati in piedi per applaudire. Pochi minuti prima del suo discorso il presidente dell'Autorità Nazionale palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas) ha presentato al segretario generale dell'Onu Ban Ki moon la richiesta per il riconoscimento della Palestina come Stato membro delle Nazioni Unite. "Voglio informarvi che ho presentato al segretario gerale dell'Onu Ban ki Moon la richiesta", ha poi annunciato Abbas all'Assemblea generale dell'Onu, fra gli applausi. Aggiungendo di "non poter credere" che la richiesta palestinese possa essere respinta.
"Presidente Abbas... siamo nella stessa città, nello stesso edificio... parliamoci apertamente" e cerchiamo "un terreno comune per la pace". Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha iniziato e concluso il suo discorso all'Onu offrendo ai palestinesi "la mano tesa" per la pace e un negoziato "senza precondizioni". Ma nel suo intervento, poco dopo che il leader palestinese Mahmoud Abbas aveva annunciato di aver presentato la richiesta del riconoscimento dello Stato palestinese all'Onu, Netanyahu ha chiarito che "i palestinesi devono prima fare la pace con Israele e solo dopo potranno avere il loro Stato".
Il discorso di Abu Mazen - Subito dopo essersi congratulato con il Sud Sudan per la sua "meritata ammissione alle Nazioni Unite", Abu Mazen ha poi puntato il dito contro la politica israeliana di costruzione di colonie, "rottura delle risoluzioni Onu, e cuore della politica di occupazione militare coloniale". Non si ferma qui perché "Israele continua la sua campagna demolitrice e la sua pulizia etnica verso i palestinesi". E aggiunge: "La nostra azione non è un'azione unilaterale, noi non miriamo a isolare o a delegittimare Israele", ma a "delegittimare la sistematica colonizzazione" dei Territori palestinesi.
Ma subito dopo le accuse, Abu Mazen, lascia aperta una porta. Uno spiraglio. "L'Organizzazione per la liberazione della Palestina, solo legittimo rappresentante del popolo palestinese e che rimarrà tale fino alla risoluzione del conflitto, è pronta a tornare al negoziato con Israele se questa, potenza occupante, cesserà la costruzione di colonie". Per questo "tendiamo la mano al governo e al popolo israeliano per fare la pace. Costruiamo ponti di dialogo invece di posti di blocco e muri di separazione". Nel suo discorso il premier ha anche citato Yasser Arafat: "Arafat nel 1974 - ha detto - venne qui ad assicurare la volontà di pace dei palestinesi ma disse anche non lasciate che i rami d'ulivo cadano dalle mie braccia".
E sulla richiesta alle Nazioni Unite ha spiegato: "Non credo che qualcuno possa respingere la nostra richiesta di membership". "Non è più possibile - ha aggiunto - parlare dell'orizzonte bloccato della pace con metodi che non hanno avuto successo. La crisi è troppo profonda perchè possa essere posticipata la sua esplosione. È il momento di tornare ai negoziati ma non finchè vi sarà un esercito che occupa il nostro territorio".
E per quel che riguarda il riconoscimento della Palestina: "Abbiamo presentato a sua eccellenza Ban Ki-moon una richiesta per l'ammissione piena della Palestina nelle Nazioni Unite, entro i confini del 1967 (prima della Guerra dei Sei Giorni, ndr), e con capitale al Quds Al Sharif, nome arabo di Gerusalemme".
E a Ramallah, in Cisgiordania, è scoppiata la festa durante il discorso del presidente dell'Anp al Palazzo di Vetro. "E' arrivato il tempo per la primavera palestinese", "è arrivato il tempo per l'indipendenza", è arrivato il tempo perché i palestinesi "abbiano una vita normale" come tutti gli altri popoli, ha scandito Abu Mazen perorando la causa del suo popolo. Sottolineando anche che il suo popolo "rifiuta la violenza e il terrorismo e specialmente il terrorismo di Stato".
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu non era presente nell'aula dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite mentre il presidente palestinese Abu Mazen pronunciava il suo discorso. Non era presente neanche l'ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite Ron Prosor, c'erano invece tre diplomatici che hanno ascoltato e preso nota e sono rimasti seduti durante la standing ovation finale in onore di Abu Mazen. Ma proprio il premier israeliano ha aperto il suo discorso parlando della questione palestinese: "Tendo la mano al popolo palestinese con il quale vogliamo una pace giusta e durevole".
[Informazioni tratte da Adnkronos/dpa, Corriere.it]