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Usa-Italia very big friend... ma attenzione al ''fire friend''. In Iraq le pallottole impazzite degli Usa

I soldati americani hanno ammazzato un giornalista della Reuters e hanno sparano ai carabinieri

29 agosto 2005

Mentre l'Iraq si prepara a vivere con una nuova Costituzione, che non è stata riconosciuta dai sunniti, il ''fire friend'' degli americani nervosamente fa vittime e mette paura ai soldati che fanno parte della Grande Coalizione.

Un tecnico del suono della televisione Reuters è rimasto ucciso, a Bagdad, da alcuni colpi d'arma da fuoco sparati da soldati dell'esercito Usa
. Il cameraman che si trovava assieme a lui è invece rimasto ferito e poi trattenuto da militari statunitensi. Lo si legge sul sito dell'agenzia stampa Reuters. Secondo la polizia irachena si tratterebbe di un incidente. L'esercito statunitense ha avviato un'inchiesta. Waleed Khaled, questo il nome della vittima, 35 anni, era a bordo di una automobile quando è stato colpito alla testa. L'episodio è avvenuto in una strada del distretto di Hay al-Adil, nella zona occidentale della capitale. L'ambasciatore statunitense in Iraq, Zalmay Khalilzad, ha definito una disgrazia questo incidente, ma non si è spinto fino a chiedere perdono a nome del suo paese.

Giovedì scorso invece (ma si è saputo solo ieri e sulla cui dinamica viene mantenuto il riserbo), un colpo d'arma da fuoco è stato sparato, sempre a Baghdad, da un militare americano contro una vettura con a bordo dei carabinieri, a quanto pare in servizio all'ambasciata italiana, che dall'aeroporto tornava in città. Fortunatamente nell'incidente non ci sono stati feriti: solo il parabrezza dell'auto blindata sarebbe stato danneggiato.
Secondo quanto si è appreso, i militari dell'Arma erano andati in aeroporto a prelevare qualcuno. Rientrando verso la città la vettura con a bordo i carabinieri avrebbe superato alcune auto civili, accodandosi poi ad un convoglio americano.
Non è chiaro quel che è avvenuto a questo punto. Secondo alcune fonti, mentre i militari americani invitavano a mantenere l'accodamento, i carabinieri, dopo aver fatto una segnalazione e convinti di essere stati riconosciuti, avrebbero tentato di superare il convoglio. Ma dall'ultimo mezzo della colonna Usa un militare ha sparato, colpendo il parabrezza. Successivamente, il personale coinvolto nel fatto si è fermato e ci sarebbe stato un chiarimento.

Quindi, gli americani in Iraq continuano a rappresentare un serio pericolo per giornalisti e soldati della coalizione.
Le strade che collegano l'aeroporto di Baghdad al centro della città sono considerate estremamente pericolose e sono presidiate dai militari Usa con posti di blocco e check point volanti. Proprio lungo questo tragitto si verificò l'incidente in cui nello scorso mese di marzo morì il funzionario del Sismi Nicola Calipari, la cui vettura fu colpita da fuoco americano subito dopo la liberazione di Giuliana Sgrena.
Per quanto riguarda invece il pericolo rappresentato dal ''fuoco amico'' nei confronti dei giornalisti, secondo un bilancio dell'organizzazione ''Reporter senza frontiere'', sarebbero stati uccisi più giornalisti in Iraq, dall'inizio dell'invasione anglo-americana del 20 marzo 2003, che nei vent'anni di guerra del Vietnam. In questi due anni e mezzo scarsi, sono morti nel Paese 66 fra giornalisti e loro collaboratori, contro i 63 uccisi in Vietnam dal 1955 al 1975. Nelle guerre balcaniche combattute fra il 1991 ed il 1995, erano stati uccisi 49 giornalisti.

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29 agosto 2005
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