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Utopia-Lavoro. Per i giovani laureati del Sud, il lavoro rimane un sogno difficilmente realizzabile

I neolaureati e l'ingresso nel mondo del lavoro

07 marzo 2005

- Trovare lavoro per i neolaureati diventa sempre più difficile.
- Questa difficoltà è vissuta maggiormente dai neolaureati di sesso femminile.
- Sempre alto il divario di accesso alla professione tra le regioni del Nord e quelle del Sud.
- Prosegue l'emigrazione dei giovani in possesso della laurea verso le aree economicamente più avanzate.

Si potrebbe esemplificare in questi quattro punti il risultato della ''VII indagine sulla condizione occupazionale dei laureati'' condotta da AlmaLaurea, il consorzio che raggruppa 40 atenei italiani, presentata la scorsa settimana.
Lo studio, coordinato dal professor Andrea Cammelli, direttore del consorzio, ha coinvolto 27 atenei e quasi 56 mila giovani che hanno terminato i corsi di studio nel 2003, 2001 e 1999.

Il professor Andrea Cammelli ha spiegato che pur essendo molto contenuto il calo delle percentuali dei laureati che riescono da accedere nel mondo del lavoro, questa rimane comunque una tendenza preoccupante. ''Se è vero, come conferma l'Istat, che la disoccupazione complessiva è andata riducendosi negli ultimi anni, e se è vero che quella dei laureati invece cresce, vuol dire che gli inviti reiterati, da tanti pulpiti autorevoli, ad investire di più in ricerca, sviluppo e capitale umano, sono caduti nel vuoto. È tempo che dalle parole si passi ai fatti. Ho apprezzato la disponibilità del ministro a collaborare al potenziamento dell'anagrafe dei laureati, ma bisogna fare presto''.

L'indagine AlmaLaurea conferma sostanzialmente una delle piaghe del nostro Paese: lo stallo del mercato del lavoro colpisce in primo luogo le laureate. Dopo un anno dal termine dei corsi sono 51 quelle che trovano un'occupazione stabile contro 59 maschi su cento e le differenze tendono ad accentuarsi dopo tre e cinque anni dalla laurea. 
Tra i giovani che hanno dato la tesi nel 2003 il 65 % ha trovato lavoro al Nord, mentre la percentuale si ferma al 41 nelle aree del Sud.
Una differenza che pesa anche sulle retribuzioni: dopo cinque anni dal conseguimento della laurea un giovane occupato guadagna in media 1.330 euro al Nord, 1.271 al centro e 1.132 al Sud.

Malgrado tutto il ministro Letizia Moratti, intervenuta al convegno in videoconferenza, si è detta soddisfatta: "Sono risultati positivi e confortanti. Uno dei dati importanti che emerge è che è più elevato il tasso di occupazione dei laureati rispetto ai diplomati. Un aspetto confortante è la maggiore opportunità di trovare lavoro per i giovani che hanno conoscenze informatiche, che hanno partecipato a stage o tirocini sia durante gli studi che dopo la laurea, e quelli che hanno fatto esperienze di studio all'estero".
Meno ottimistico il commento del presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, che ha sottolineato come oggi i neolaureati hanno obiettivamente sempre più difficoltà a trovare uno sbocco, nonostante gli sforzi e le tante buone intenzioni.
Montezemolo rivolgendosi al Governo e al Parlamento ha affermato che al centro di tutto deve esserci la consapevolezza che oggi il tema numero sono l'economia e lo sviluppo, ''Perché solo la loro crescita determina la creazione di nuovi posti di lavoro, mettendo in moto il volano della fiducia, dell'occupazione e delle opportunità''.

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07 marzo 2005
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