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Va tutto in fumo

L'Italia continua a bruciare. La Guardia Forestale ha contato 524 e il Centro-Sud diventa cenere

26 luglio 2007

L'Italia continua a bruciare: la Forestale ha contato 524 incendi. Puglia, Calabria, Abruzzo, Sicilia e Sardegna le regioni più colpite. Tremila e cinquecento gli sfollati. ''Siamo di fronte a veri e propri episodi di terrorismo ambientale'', ha detto il commissario del Parco Nazionale del Pollino esteso tra la Calabria e la Basilicata. Per combattere il fuoco, chiesto l'aiuto agli alpini e agli artiglieri in Abruzzo e Calabria.
Cento vigili del fuoco sono partiti da Roma per affiancare i colleghi in Calabria; altri 130 uomini della Forestale sono stati indirizzati nelle regioni più martoriate dal fuoco. Il Wwf sostiene che sono bruciati oltre 4.500 ettari di parchi. Secondo una stima attendibile i danni all'agricoltura ammonterebbero ad un miliardo di euro.

Un anno nero per le aree protette
(www.wwf.it)

Parchi in fumo, le aree protette stanno vivendo un anno nero. Il quadro del patrimonio naturale protetto devastato in così pochi giorni svela per il Wwf un disegno criminale contro il quale potrebbe fare fronte solo una strategia tra regioni ed enti parco. 
A fuoco alcune delle aree naturali più importanti del centro-sud o nelle loro immediate vicinanze nelle ultime tre settimane: è la Calabria oggi la Regione ''verde'' più colpita, con oltre 130 incendi attivi dal Pollino all'Aspromonte, comprendendo anche il Parco della Sila e quello regionale delle Serre. Altra regione dalle valenze naturalistiche importantissime l'Abruzzo, che ha visto andare a fuoco boschi nel Parco della Majella, nel Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise.
Oltre alla tragedia umana vissuta ieri la Puglia è stata spettatrice anche di incendi nelle sue aree protette: Parco del Gargano, Parco dell'Alta Murgia, e poi le Oasi WWF Le Cesine e Monte Sant'Elia che per il tempestivo intervento se la sono cavata senza particolari danni. A fuoco il Parco Naturale Regionale di Frasassi e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini nelle Marche, il Parco Regionale del Matese, in quello Regionale del Taburno e Camposauro in Campania.
Anche la Sicilia non è stata risparmiata dagli incendiari: Parco dell'Etna, Parco dei Nebrodi, Parco delle Madonie, la Riserva Naturale di Torre Salsa, anche Oasi del WWF. Nel Lazio colpito anche il ''bosco del Papa'', intorno al Lago di Castelgandolfo, nel parco Regionale dei Castelli.
Un dato sottostimato ci dice che in poche settimane sono già andati distrutti oltre 4.500 ettari di natura protetta, una cifra destinata a salire una volta accertati i danni grazie ai calcoli sul catasto delle aree bruciate.

''Eppure lo strumento legislativo per difendere i parchi dal fuoco c'è, come abbiamo scritto lo scorso anno in una lettera inviata a tutte le Regioni e agli Enti parco dove richiamavamo la Legge Quadro sugli incendi che prevede anche la formulazione e l'applicazione di Piani di prevenzione specifici per le aree protette. La cronaca di questi giorni ci dimostra purtroppo l'assenza di questo coordinamento - ha dichiarato Patrizia Fantilli, Direttore dell'ufficio  legale-legislativo del WWF Italia - enti locali e parchi non hanno ancora applicato gli strumenti di pianificazione. E come un acceleratore in una macchina già in corsa le straordinarie condizioni climatiche di questi giorni provocate dal più vasto fenomeno dei cambiamenti climatici evidenziano in modo drammatico tutta la debolezza del nostro sistema 'immunitario' antincendio''.
Il Wwf indica proprio le Regioni come enti maggiormente responsabili della  mancata pianificazione e strategia anti-incendi. Ancora oggi non tutte le Regioni hanno adottato il Piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta contro gli incendi boschivi prevista dall'art. 3 della L. 353/00. E ancora, non tutti i parchi si sono dotati degli strumenti di pianificazione e per questo motivo oggi le singole azioni di prevenzione degli incendi, che dovrebbero essere cucite su misura seguendo le caratteristiche di ciascun parco, rischiano di essere inefficaci. Una pianificazione che deve partire soprattutto dal coinvolgimento delle popolazioni chiamate a sentirsi custodi della propria terra.
''Le aree protette sono un patrimonio di tutti ma troppo spesso vengono percepite come vincolo o limite allo sviluppo, anche a causa di amministratori poco attenti che accentuano questa percezione'', continua Fantilli. 

Il Wwf sottolinea l'importanza di una pianificazione, anche quella per la prevenzione degli incendi, come prodotto di un processo che, identificati i valori naturali e le minacce che li insidiano, con un metodo partecipato, riesca a coinvolgere chi vive ed opera sul territorio nell'identificazione delle soluzioni e nell'attuazione delle strategie. Gli stessi cittadini devono diventare custodi del territorio del parco, e deve aumentare la consapevolezza della ricchezza che questo costituisce. Distribuire a pioggia finanziamenti per rimboschimenti o ripristini, che magari poi vengono realizzati in modo poco compatibile con le peculiarità del parco e con la missione di conservazione della natura, non servirà ad uscire da questo circolo vizioso. Anzi, spesso il meccanismo degli incentivi per i procacciatori di appalti per i ripristini rischia di essere una micidiale 'miccia sociale' per gli incendi.

''I ''servizi'' che sono offerti dagli ecosistemi forestali al benessere umano sono immensi e, purtroppo, sono privi di valore nei sistemi di contabilità nazionale - ha aggiunto Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia -. Se dovessimo pensare ad un capitolo del Piano di Adattamento ai mutamenti climatici per l'Italia, certamente quello della prevenzione dagli incendi occuperebbe un posto importante. A cominciare dalle strategie di riforestazione dove andrebbero privilegiate le piante più adatte ai climi mediterranei e secchi abbandonando l'adozione di pini o altre essenze 'resinose' ad alto rischio di combustione. Gli ambienti forestali sono fondamentali per il mantenimento del ciclo idrico, per la loro capacità di trattenere l'acqua, per il contenimento dell'erosione del suolo, per la biodiversità in essi presente, per l'insostituibile servizio offerto a tutta la vita sulla Terra grazie ai processi di fotosintesi che trasformano l'energia solare in materia organica, per il loro ruolo nei grandi cicli biogeochimici, come quello del carbonio, così fondamentale per le stesse dinamiche del clima''

PARCHI IN FUMO
Il Corpo Forestale di Stato ha dichiarato che ieri ci sono stati 304 gli incendi divampati oggi in tutta la Penisola, regioni a statuto autonomo escluse, impegnando i mezzi e il personale del Corpo forestale dello Stato.
Ma sicuramente i parchi sono stati i territori più colpiti. Ecco un breve elenco, con la situazione in costante aggiornamento, dei principali parchi o aree limitrofe colpite dal fuoco.

Parco dell'Etna
Da venerdì scorso ci sono stati almeno 8 grandi incendi che hanno coinvolto una vastissima area a Castiglione di Sicilia e  la zona a monte di Zafferana Etnea, con oltre 400 ettari minacciati almeno 200 ettari già andati in fumo.

Parco dei Nebrodi
Un incendio è divampato anche nel Bosco di Malabotta, nel Messinese.

Parco delle Madonie
Gli incendi tornano a divampare sulle colline attorno a Cefalù, in provincia di Palermo. L'incendio più vasto è divampato a Sclafani Bagni e ha raggiunto il territorio di Caltavuturo, sulle Madonie.  Le fiamme stanno divorando ettari di terreno anche a Polizzi, Villagrazia di Carini, Villafrati, Mezzojuso, Lercara, Contessa Entellina e Giacalone e le zone di Monte S. Calogero (riserva dell'Azienda Foreste), della riserva di Monte Capodarso e il bosco di Santo Pietro, dove sono stati distrutti circa 180 ettari. Le fiamme si sono sviluppate in una zona che era stata risparmiata dagli incendi il 29 giugno scorso: in quell'occasione furono distrutti centinaia di ettari di bosco e di vegetazione.

Riserva Naturale Orientata Isola di Vulcano
Dopo Lipari, le fiamme si sono spostate nella vicina isola di Vulcano. Le fiamme hanno bruciato diversi ettari di macchia mediterranea e stavano per lambire alcune villette.
Sono andati letteralmente 'in fumo' ettari di praterie, di macchia mediterranea ed anche di specie autoctone. La perdita maggiore è relativa all'avifauna (soprattutto per le specie che avevano nidificato ed i cui piccoli erano in fase di svezzamento ecc.), per i piccoli dei mammiferi e per quelle specie con mobilità limitata come rettili ed invertebrati.

Riserva Naturale Orientata di Torre Salsa
Il fuoco ha attraversato circa 110 ettari di superficie, di cui oltre 90 in zona ''A'', interessando soprattutto macchia mediterranea, alcuni uliveti e un'abitazione rurale della parte sud della riserva.

Parco Gola della Rossa e di Frasassi
A Trinquelli di Genga sono  bruciati circa 70 ettari. Si aggiungono a quelli andati in fumo il 10 luglio nell'incendio sviluppatosi nel cuore del Parco, nell'entroterra anconetano, che ha distrutto oltre 80 ettari di vegetazione boscata.

Parco dei Monti Sibillini
In provincia di Ascoli Piceno, le fiamme stanno interessando varie località del Comune di Roccafluvione (su un incendio esteso su quattro fronti di fuoco di 100 metri.); l'incendio è contiguo a quello di Acquasanta dei giorni scorsi nell'area dei Monti Sibillini ha provocato centinaia di ettari bruciati. In località Borgo di Arquata del Tronto sono andati in fumo oltre 60 ettari, a Montemonaco circa 20 e a Palmiano 10.

Parco Nazionale della Majella
Colpita la zona fra Bussi e Popoli, evacuati gli abitati delle zone fra Collepietro (L'Aquila) e Passo Lanciano (Chieti)

Parco Nazionale d'Abruzzo
incendi su più fronti a partire da quello scoppiato ieri a ''Vallone Lacerno'', al confine del Parco, nel comune di Campoli Appennino (Frosinone) tra Abruzzo e Lazio. Fino ad ora sono andati in fumo 270 ettari di bosco di faggeta secolare, solo ieri ne sono bruciati oltre 40.

Parco Nazionale del Gargano
Un incendio vastissimo che ha distrutto centinaia di ettari di bosco attraversando mezzo Gargano, soprattutto localizzato nei centri di Peschici e Vieste.
Nel comune di Vieste (Foggia) il fronte del fuoco era di oltre 500 metri, che via via ha bruciato circa 200 ettari.

Parco Nazionale dell'Alta Murgia
Alcuni focolai nel Parco dell'Alta Murgia hanno distrutto oltre 100 ettari

Parco Regionale del Matese e Parco Regionale del Taburno e Camposauro
Nel casertano nelle ultime ore sono andati distrutti più di 400 ettari di vegetazione, a Piedimonte Matese, e nel Salernitano, a Baronissi. Diversi gli incendi anche nel Sannio, sul Monte Taburno, a Bonea ed a Paupisi.

Parco Nazionale del Pollino
Le fiamme hanno già distrutto centinai di ettari, almeno 500, di vegetazione tra cespugliato, rimboschimento di pini e macchia mediterranea nel Parco nazionale del Pollino. E tutt'ora i roghi sono attivi.

Parco della Sila
A Monte Mucone, vicino Acri, sono andati distrutti 200 ettari.

Parco Nazionale dell'Aspromonte
A Cittanova, comune del reggino che fa parte del Parco, un incendio divampato l'altro ieri ha distrutto all'incirca 250 ettari di vegetazione. Ne sono minacciati altri 2.000 con un fronte di due chilometri.

Parco Regionale delle Serre
Le fiamme che stanno divorando migliaia di ettari in tutta la Calabria, non hanno risparmiato l'oasi di protezione della fauna del lago Angitola, oasi del WWF, dichiarata Sito di Importanza Comunitaria.

Parco Regionale dei Castelli Romani
Un incendio di vaste proporzioni è divampato in serata sul costone della montagna che sovrasta il lago di Castelgandolfo. L'incendio ha distrutto 120 ettari di vegetazione nei comuni di Marino, Rocca di Papa e  Grottaferrata.

- Un focus su tre Regioni

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26 luglio 2007
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