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Valicando i confini della dignità umana

Una scoperta allucinante a Gela: in nove, sei adulti e tre bambini, in una casa-letamaio

26 novembre 2013

Nove persone, sei adulti e tre bambini in tenera età, quasi tutti disabili, sono stati trovati, dai carabinieri in una casa-letamaio, nel quartiere Fondo Iozza a Gela (CL), in stato di degrado e di abbandono, in condizioni che il magistrato dei minori, Simona Filoni, ha definito "indescrivibili ed incompatibili con i requisiti minimi di dignità immaginabili per gli essere umani".
Si tratta di un pensionato di 67 anni, dei due figli disabili di 33 e di 30 anni, di una figlia di 40 anni, di un terzo figlio 38enne (l'unico che lavora) sposato, con moglie e tre bambini disabili (una femmina e due maschietti) rispettivamente di sei, quattro e due anni.

Nel rapporto sul sopralluogo degli inquirenti si legge che la casa, priva di dotazione idrica, "si presentava fatiscente, pervaso da un odore nauseabondo, ricolmo  di sporcizia, con panni sporchi ed immondizia accatastati in ogni dove, cicche di sigarette e cenere sparse per terra, muffa e ragnatele sui muri, servizi igienici sporchi, maleodoranti ed inagibili", con "notevoli tracce di escrementi essiccati sui pavimenti".
"In una stanza chiusa a chiave - si legge ancora nel comunicato della procura per i minori - giaceva, riverso su un letto, su un materasso lercio, in stato di totale ipotonia, uno dei minori del suddetto nucleo, in un ambiente pervaso dal fumo, dai rifiuti, dallo sporco e da un odore nauseabondo".

Una casa degli orrori che è stata segnalata ai servizi sociali del comune di Gela dai carabinieri, che hanno fatto dare una energica pulita ai locali e portato acqua e cibo a quelle persone in stato di abbandono. Intanto, i bambini sono stati sottratti ai genitori e affidati a un centro di accoglienza per minori. L'ufficio di igiene dell'Asp di Caltanissetta ha dichiarato inagibili i locali, ma gli adulti continuano a vivervi in attesa di una diversa sistemazione. Le indagini sono scattate su segnalazione di un vicino di casa. Gli investigatori hanno ipotizzato a carico del capofamiglia i reati di violazione dell'obbligo di assistenza familiare e di maltrattamenti in famiglia. [ANSA]

(Le foto, tratte dal Web, non si riferiscono ai fatti riportati nella notizia)

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26 novembre 2013
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