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Vecchio padrino malato...

Il tentativo di suicidio del superboss secondo Lirio Abbate

15 maggio 2012

"Provenzano, vecchio padrino malato Non è stata una messinscena"
di Stefania Parmeggiani (Repubblica.it, 11 maggio 2012)

"Bernardo Provenzano è un vecchio padrino, gravemente malato. Il tentativo di suicidio è compatibile con la figura di un uomo ormai incapace di sostenere il ruolo e le responsabilità a cui Cosa Nostra lo ha consegnato. La messa in scena è invece improbabile: per un boss togliersi la vita è un segno di debolezza inaccettabile".
Lirio Abbate, il giornalista dell'Espresso che da anni vive sotto scorta perché minacciato dalla mafia, l'unico cronista italiano ad assistere l'11 aprile 2006 alla cattura del boss, non crede a una finzione e non ha dubbi su quel sacchetto di plastica calato sulla testa prima di sdraiarsi nella sua cella, in una sezione protetta del carcere di Parma (LEGGI): "Può sembrare strano, ma non è un oggetto incompatibile con il 41 bis, il regime di carcere duro".
Nessun mistero, ma anche se i segni di follia mostrati negli ultimi giorni, così come il tentativo di togliersi la vita, si rivelassero veri, "non dobbiamo considerare le sue condizioni incompatibili con il carcere", dove esistono medici e strutture sanitarie in grado di fare fronte alla sofferenza mentale come a quella fisica. "Non possiamo dimenticare le sue responsabilità, gli omicidi, i crimini". Insomma anche se il vecchio padrino ha 79 anni, è reduce da un tumore alla prostata, soffre di un inizio di Parkinson e di un'encefalite destinata a peggiorare, "le sue condanne all'ergastolo non sono scontabili".
Certo, alcuni dubbi su quello che sta accadendo ci sono. "Qualche giorno fa Riina si è sentito male e ancora prima Pippo Calò, detenuto nel supercarcere di Ascoli, è stato trasferito in una struttura ospedaliera di Ancona per un altro malore. E poi Tommaso Cannella... Insomma, è un po' strano che i padrini, per quanto siano anziani, si sentano male, tutti e tutti assieme. Hanno qualcosa su cui trattare?". All'interrogativo possono rispondere solo magistrati e investigatori.

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15 maggio 2012
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