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Venti nuove auto nel piano della Fiat, ma nessuna di queste verrà relizzata a Termini Imerese

Continua la preoccupazione per il destino dello stabilimento Fiat di Termini Imerese

04 agosto 2005

La Fiat ha presentato ieri a Palazzo Chigi il piano industriale per il 2005-2008, confermando il lancio di 20 nuove vetture. Tra queste l'erede della Stilo e la nuova 500.
Il piano, presentato a governo e sindacati, prevede 18 miliardi di euro di investimenti, di cui 10 per Fiat Auto. Le venti vetture che usciranno sul mercato tra il 2005 e il 2008 riguardano, oltre al marchio Fiat, anche quelli Lancia, Alfa Romeo e quelli del settore veicoli commerciali.
La nuova Grande Punto sarà prodotta a Melfi e a Mirafiori; la 500 in Polonia. Non si prevede la chiusura di stabilimenti, Fiat Auto infatti sarà in grado di utilizzare l'intera manodopera al 100% fino al 2008, anche se preoccupa la situazione dello stabilimento siciliano di Termini Imerese.

Quello di Termini Imerese è dunque l'unico stabilimento del gruppo per il quale non è previsto alcun nuovo modello di vettura almeno fino al 2008. Nello stabilimento siciliano si continuera a produrre solo la Lancia Ypsilon, il cui assemblaggio partirà a settembre, e sarà l'unico per il quale è previsto un calo della produzione nei prossimi tre anni.
''Se tutto va bene i lavoratori della Fiat in Sicilia saranno licenziati. Non è una battuta, ma la drammatica constatazione dell'inaffidabilità dei vertici dell'azienda torinese che ormai hanno palesemente deciso di radere al suolo lo stabilimento e l'indotto siciliano''. A fare questa affermazione è stato il responsabile della task force lavoro della Presidenza della Regione siciliana, Salvatore Cianciolo.
''Stanno dipingendo una situazione a tinte rosa per l'intero asset aziendale, escludendo però nei fatti la Sicilia da qualsiasi opzione di sviluppo. Le argomentazioni dei manager torinesi si basano su problematiche di costi e trasporti: parole che non rispondono alla realtà, tanto è vero che non hanno avuto la benchè minima capacità di dimostrare tecnicamente lo stato reale delle cose''. ''La situazione è gravissima - ha concluso Cianciolo - credo che i componenti siciliani del governo nazionale debbano prendere atto della piega drammatica di questa vicenda e schierarsi a difesa della Sicilia e dei suoi lavoratori''.

L'amministratore delegato del gruppo torinese, Sergio Marchionne, ha evidenziato ieri che la Fiat farà di tutto per tornare protagonista dello scenario industriale ma ha lanciato un appello al governo affinché faccia la sua parte su ricerca e sviluppo. Governo e sindacati hanno dichiarato che un giudizio formale sul piano industriale sarà dato a seguito di un confronto che partirà a settembre ma Cgil, Cisl e Uil hanno già espresso pareri positivi su quanto ascoltato ieri a Palazzo Chigi.

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04 agosto 2005
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