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Ventiquattro le persone ancora detenute per gli scontri avvenuti allo stadio ''Massimino'' il 2 febbraio scorso

26 febbraio 2007

Sono tredici maggiorenni e undici minorenni le persone ancora detenute per gli scontri allo stadio Massimino del 2 febbraio scorso scoppiati durante il derby con il Palermo. Tutti sono stati arrestati per resistenza aggravata a pubblico ufficiale. A notizia la si è appresa da qualificate fonti giudiziarie. Il Tribunale del riesame distrettuale ha convalidato l'ordine di arresto per due maggiorenni, concesso gli arresti domiciliari a cinque indagati e disposto l'obbligo della presenza per un altro. Sono ancora pendenti davanti al Tribunale del riesame le posizioni di undici maggiorenni che restano ancora detenuti per i disordini allo stadio.
Dei 14 minorenni arrestati subito dopo la tragedia, uno è stato rilasciato su disposizione del Gip che ha invece convalidato il provvedimento restrittivo degli altri 13. A uno di loro il Tribunale per il riesame per i minorenni ha concesso gli arresti domiciliari, per un altro il trasferimento in una comunità, e per altri dieci ha invece convalidato la permanenza in carcere.

Nei giorni scorsi la Polizia di Catania ha eseguito un provvedimento di fermo nei confronti di due fratelli, Denny e Damiano Sciuto, rispettivamente di 19 e 24 anni. Secondo l'accusa i due, sebbene vestiti in modo da rendere difficile il loro riconoscimento, sarebbero stati ripresi dalle telecamere degli agenti della scientifica mentre, insieme ad altri ultras, lanciavano bombe carta, pietre, bastoni e altri oggetti contro le forze dell'ordine, durante gli scontri del 2 febbraio. Nel provvedimento di fermo, firmato dal sostituto procuratore Danilo De Simone, vengono contestati anche altri episodi fra cui quelli di avere lanciato bombe e petardi dalla curva nord in direzione del settore occupato dagli ospiti in occasione dell'incontro di calcio Catania-Cagliari del 21 gennaio. In passato Damiano Sciuto era stato denunciato in occasione di incontri di calcio per danneggiamento, violenza privata, lanci di materiale pericoloso, lesioni personali volontarie, porto di oggetti per offendere, furto e rissa. In occasione dello stesso incontro di calcio il fratello Denny fu denunciato per lancio di materiale esplodente.

E resta ancora da valutare la posizione del diciassettenne indagato per l'omicidio dell'ispettore capo di polizia Filippo Raciti che per la sola accusa di resistenza a pubblico ufficiale dovrà comparire oggi davanti al Tribunale del riesame per i minorenni. Il Gip dello stesso Tribunale è stato intanto chiamato a decidere sulla richiesta di arresto nei suoi confronti per concorso in omicidio sollecitata dal procuratore capo Gaspare La Rosa e dal sostituto procuratore Angelo Busacca.
Gli avvocati Enzo e Enrico Trantino hanno depositato nella segreteria della Procura della Repubblica distrettuale di Catania la costituzione di 'parte offesa' di Marisa Grasso, vedova dell'ispettore capo di polizia Filippo Raciti, e i suoi due figli, Fabiana e Alessio. L'atto permette di essere informati sugli sviluppi dell'inchiesta ed è propedeutico alla costituzione come parte civile nell'eventuale processo ai presunti autori dell'uccisione del poliziotto, avvenuta durante il derby Catania-Palermo. La richiesta è stata depositata soltanto alla Procura distrettuale e non in quella per i minorenni, perché contro i minori di 18 anni la legge non consente la costituzione di parte civile.

E sempre qualche giorno fa, non ha nascosto il suo disappunto per la scarcerazione di alcuni ultrà coinvolti negli incidenti del 2 febbraio il procuratore aggiunto Renato Papa, che con il pm della Direzione distrettuale antimafia Ignazio Fonzo, sta coordinando le indagini. In Procura e tra gli investigatori erano in molti ad aspettarsi il pugno duro dopo la terribile serata del ''Massimino'', nessuno pensava alla scarcerazione dopo pochi giorni. ''Si cita sempre il modello inglese - ha detto Papa - e allora occorre ricordare che la legge in Gran Bretagna prevede una pena di 6 mesi, solo che lì restano davvero in carcere. Qui da noi invece - aggiunge - dopo pochi giorni sono fuori''.

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26 febbraio 2007
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