Vento e... poppe sopra il ''Grande Cretto'' di Burri, sudario sopra la tragedia sismica di Gibellina
Il ''Grande cretto'' di Alberto Burri è incontestabilmente una delle più significative opere di Land Art che mai sia stata creata. L'opera, che consta di un'enorme colata di cemento bianco che compatta i dodici ettari di macerie del centro storico di Gibellina distrutto dal sisma del 15 gennaio 1968, che provocò 1150 vittime, 98.000 senzatetto e sei paesi distrutti nella valle del Belice, inaugurata nel 1989 è diventata un luogo, o meglio, un percorso di smarrimento e riflessione sulla nozione del concetto di ''perdita'', un progetto artistico riuscitissimo e luogo di grande richiamo culturale e turistico.
Il sito recentemente è stato teatro di polemiche per via dell'installazione di diverse pale eoliche sulla cresta della collina che sormonta la grande opera di Burri. Installazione di discutibile impatto ambientale e che non si capisce perché mai le pale non siano state posizionate da qualche altra parte, visto che la grande valle è per buona parte incolta e abbandonata (leggi).
Ieri il luogo è stato nuovamente punto di accese discussione dopo l'indignazione pubblica del sindaco di Gibellina, Vito Antonio Bonanno, nei confronti del servizio fotografico a Melita Toniolo, starlettina del piccolo schermo Mediaset uscita dal Grande Fratello, che ha posato nuda per l'ennesimo calendario sexy.
Secondo il sindaco Bonanno, le nudità della signorina, effige del calendario realizzato per Lucignolo, trasmissione di Italia Uno dedita al gossip e alle amenità, sono un offesa alla memoria dei morti di Gibellina.
Dal canto suo, la procace starlettina si è scusata e, ovviamente, non conoscendo il posto né tanto meno il suo significato, candidamente ha detto: ''Non sapevo che posto fosse, sennò non avrei posato lì. Inoltre sono convinta che avevamo i permessi. Peraltro tutto il paese ci seguiva, anche persone del Comune. Tra Gibellina e Sciacca siamo rimasti cinque giorni. Un'accoglienza entusiastica, nessuno ci ha rimproverato nulla''.
E mentre il sindaco promette battaglia legale, chiedendo un milione di euro come risarcimento danni, il Tgcom, la testata giornalistica multimediale di Mediaset, ha deciso di togliere dalle sue pagine le fotografie e le immagini del calendario di Melita Toniolo che hanno come sfondo il Cretto. Il direttore, Paolo Liguori, ha spiegato così le ragioni della scelta: ''Conosco perfettamente la genesi e il significato del monumento ai caduti di Gibellina. In un angolo prezioso della mia vita c'è stato un impegno a sostegno dell'iniziativa di Ludovico Corrao (ex senatore e oggi Presidente della Fondazione Orestiadi, ndr), grande amministratore e uomo di cultura per realizzare quello ed altri progetti in risposta al dramma che fu il terremoto del Belice. Leviamo quelle immagini dal nostro sito e ci appelliamo alla grande pazienza e tolleranza del sindaco e della popolazione di Gibellina. Il 'coronismo'' è fenomeno grave ma non serio, almeno non quanto la profanazione di tombe che richiede lucida e folle razionalità. Merita dunque sottolineatura e rimprovero ma non sanzioni. come spetta solo alle cose serie''.