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Ventuno commercianti sotto accusa. Negarono di aver pagato il ''pizzo''

13 giugno 2005

Ventuno commercianti che negarono di aver pagato il pizzo, sono stati accusati di favoreggiamento aggravato nei confronti degli estorsori dalla procura a Palermo.
È la conclusione dell'indagine su 61 persone, quaranta delle quali accusate di essere boss, gregari e fiancheggiatori della cosca di Santa Maria di Gesù e ventuno accusate di favoreggiamento.
Nell'ambito dell'inchiesta, come riportano da alcuni quotidiani locali, è emerso anche che alcune delle persone ascoltate dal Gico della Guardia di finanza informarono i loro estorsori di essere state chiamate a riconoscerli in fotografia, mettendoli così sull'avviso circa lo svolgimento dell'indagine a loro carico. L'accusa riguardante questo ulteriore particolare, non è comunque stata contestata ad alcuno dei 21 commercianti coinvolti in questa inchiesta.
L'indagine è stata svolta dal Gico e coordinata dai pm Maurizio De Lucia e Nino Di Matteo. Dopo l'avviso di conclusione delle indagini, notificato in questi giorni, la Procura chiederà il processo.
Tra i protagonisti principali della vicenda ci sono Cosimo Vernengo, figlio di Antonino detto 'u Dutturi; Benedetto Graviano, boss di Brancaccio e fratello di Giuseppe e Filippo (mandanti delle stragi e dell'omicidio di don Pino Puglisi); Cesare Carmelo Lupo, altro mafioso di Brancaccio, Pietro Tagliavia.

Fonte: Giornale di Sicilia

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13 giugno 2005
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