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Vergogna Nazionale!

Ieri, dopo la morte di Eluana Englaro, al Senato è andata in scena la peggio politica italiana

10 febbraio 2009

Dopo un'odissea durata 17 anni, Eluana Englaro è morta. Il decesso ieri sera alle 20.10 nella clinica 'La Quiete' di Udine. A comunicarlo è stato il primario di rianimazione Amato De Monte.
"Speravo che Eluana ce la mettesse tutta, me lo auguravo e così è stato". Franca Alessio, la curatrice speciale di Eluana, ha commentato così la notizia della morte di Eluana. "Speravo che l'iter del protocollo", messo in atto alla clinica 'La Quieta' di Udine, "fosse più breve possibile, e la sua morte sopraggiungesse al più presto". "Ora spero solo - ha spiegato ancora - che il ddl venga fermato, e si concluda qui il suo iter legislativo. Del resto il Parlamento aveva avuto tanto tempo per agire e non aveva fatto nulla. Ora, con la morte di Eluana, la sentenza della magistratura ha avuto finalmente la sua attuazione". Quanto alla possibilità che il provvedimento in discussione al Senato giunga comunque ad approvazione, Alessio non nutre dubbi: "spero che ciò non avvenga perché era indecente. Se venisse approvato sarebbe uno schiaffo alla memoria di Eluana".

Ieri sera, nell'Aula del Senato, purtroppo, i "politicanti" italiani hanno dato più che uno schiaffo ad Eluana, mettendo in scena una delle più grandi vergogne che l'Italia ricorda e ricorderà.
"Per quanto mi riguarda Eluana Englaro non è morta, è stata ammazzata". Queste le parole del vicepresidente vicario dei senatori Pdl, Gaetano Quagliariello, accompagnato da cori contro l'opposizione e urla di "assassini", che hanno vergognosamente sottolineato il livello altissimo dello scontro che si è consumato nell'aula di palazzo Madama, culminato quando è arrivata la notizia della morte di Eluana. Una notizia che ha vanificato il tentativo della maggioranza di varare in tempi rapidissimi una legge che avrebbe dovuto ripristinare l'idratazione e l'alimentazione forzata.
Scontro che è finito quasi in rissa. E' stato il Popolo delle libertà a scatenarsi in un crescendo di accuse e invettive che hanno investito il Partito democratico ma anche il Quirinale, chiamato in causa dal capogruppo Maurizio Gasparri. Un clima incandescente che il minuto di silenzio imposto dal presidente del Senato Renato Schifani ha sospeso appunto solo per sessanta secondi.

"In questa vicenda peseranno le firme messe e quelle non messe", ha attaccato Gasparri davanti alle telecamere. Il riferimento indiretto al capo dello Stato, che non ha voluto firmare il decreto che imponeva il ripristino dell'idratazione e dell'alimentazione, ha sollevato le immediate proteste della capogruppo del Pd Anna Finocchiaro che ha parlato, colma di indignazione, di "una cosa inaudita" e di "un chiaro riferimento" al capo dello Stato.
Dopo un'ora, Giorgio Napolitano è intevenuto limitandosi a chiedere soltanto silenzio e rispetto per la tragedia di Eluana e della sua famiglia, senza fare cenno allo scontro politico.
"Non può chiederci di stare zitti", ha rincarato Gasparri. Anche Silvio Berlusconi è intervenuto nel corso della serata. Il premier si è detto rattristato ed ha espresso rammarico perché è stato impedito al governo di "salvare una vita". Facendo prevalere così "la cultura della morte e non la cultura della vita".

E durante la serata, mentre sarebbe stata d'obbligo una sospensione dell'iter, e soltanto un profondo e rispettoso silenzio avrebbe dovuto manifestare il dolore provato da un'intera Nazione, lo scontro dentro il palazzo è andato avanti. Il presidente Schifani ha sentito al telefono il presidente della Repubblica. Poi è arrivata la durissima reazione del presidente della Camera Gianfranco Fini che ha definito Gasparri "un irresponsabile che dovrebbe imparare a tacere". "Il rispetto per la massima autorità dello Stato - ha detto Fini - dovrebbe animare chiunque, in particolar modo il presidente del gruppo di maggioranza al Senato". Più tardi in Aula Gasparri ha ribattuto urlando: "Io sono una persona responsabile che rispetta dalla più alta istituzione all'ultimo cittadino su un letto di ospedale".

Insomma, l'apice di un contrasto istituzionale che si trascina ormai da giorni e che è esploso senza pudore e senza il benché minimo rispetto. Uno scontro politico durissimo testimoniato dalle parole di Quagliariello che alla notizia del decesso di Eluana ha gridato rivolto ai banchi dell'opposizione: "Eluana non è morta ma è stata ammazzata". Urlo che ha fatto scoppiare la bagarre. "E' stato compiuto un ennesimo atto di sciacallaggio politico", ha attaccato con tono altrettanto alterato la Finocchiaro che ha definito l'intervento di Quagliariello "bieco e strumentale, che ricade nel momento più triste" mentre dai banchi del Pdl replicavano urlando "assassini, assassini".
Dopo il botta e risposta tra Quagliariello e Finocchiaro, Schifani è riuscito a riportare la calma nell'emiciclo convocando la capogruppo del Pd e sospendendo la seduta. Alla ripresa Anna Finocchiaro ha proposto di ritornare all'esame in commissione del ddl sul testamento biologico. "In una settimana possiamo portare un testo in aula", ha affermato.
La proposta è stata accolta dal governo per bocca del ministro del Welfare Maurizio Sacconi: "Se la novità è costituità dalla disponibilità delle opposizioni per garantire l'esame del provvedimento penso che sia giusto prevedere un tempo di due settimane per esaminare l'intero ddl sul testamento biologico e il fine vita".

Si è conclusa così una delle giornata politiche più vergognose e tristi della nostra nazione.

- "Una persona, un Paese" di Claudio Magris

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10 febbraio 2009
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