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Verità che verranno a galla e ca...ate col botto

Antonio Ingroia e Rosario Crocetta sull'inchiesta, che li riguarda da vicino, sulle assunzioni a Sicilia e-Servizi

21 marzo 2015

La cronaca siciliana recentissima ci ha messo a conoscenza del fatto che l'ex magistrato Antonio Ingroia, il governatore siciliano, Rosario Crocetta, l'ex ragioniere generale della Regione, Mariano Pisciotta, e sei assessori della prima Giunta Crocetta, sono finiti sotto inchiesta, dalla procura di Palermo, per abuso di ufficio. Un'inchiesta che mira ad accertare se furono commesse violazioni di legge nelle assunzioni di 75 lavoratori fatte nella partecipata regionale Sicilia e-Servizi di cui Ingroia è amministratore unico (LEGGI).

Nei giorni scorsi, l’ex pm Ingroia ha così commentato l’indagine: "Per un ex magistrato la fiducia nella giustizia è un pilastro inamovibile, per questo sono tranquillo e certo che la verità verrà a galla. Aggiungo inoltre che di una presunta iscrizione nel registro degli indagati a seguito di un provvedimento di un gip che avrebbe respinto una richiesta di archiviazione della procura ho letto solo sui giornali perché a me nessuna ha comunicato nulla. Il che è abbastanza singolare. E farò a mia volta una denuncia per tutto questo". "Le presunte assunzioni irregolari nascono - ha aggiunto Ingroia - in una situazione di emergenza per l'informatica siciliana e per tutti i servizi essenziali ad essa collegati, compresi servizi d'urgenza per la sanità. In ogni caso, sono state assunzioni, che venivano dopo un parere favorevole dell'avvocatura dello stato e una delibera della giunta regionale che mi chiedevano di applicare quel parere favorevole". "Ritengo - ha continuato - che in questo caso un'eventuale incriminazione per abuso d'ufficio sarebbe un "orrore" giuridico per due motivi: il requisito per compiere un abuso d'ufficio è essere un pubblico ufficiale e io, all'epoca di quelle assunzioni, non lo ero in quanto commissario di una spa partecipata dalla Regione. E poi per l'astratta configurabilità dell'abuso d'ufficio occorre la prova dell'intenzione di favorire qualcuno e io, obbiettivamente, con quelle assunzioni credo di aver favorito solo i cittadini siciliani cui sarebbero stati tolti dalla sera alla mattina servizi essenziali come il Cup o il 118".

Più sintetico e... brutale il commento dell’altro protagonista della vicenda, il presidente Rosario Crocetta che ha definito l’indagine della procura "una cazzata col botto". "Che io fossi indagato l'ho appreso dai giornali, come ha detto Ingroia", ha spiegato Crocetta. "Sicilia e Servizi - ha aggiunto - deve gestire per legge i servizi della regione. Se l'avessi chiusa, sarei andato in galera per interruzione di pubblico servizio".

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21 marzo 2015
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