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Verità o calunnie?

Aumentano le polemiche sul documentario della Bbc ''Sex Crimes and the Vatican'', che Michele Santoro vorrebbe comprare

21 maggio 2007

Che il documentario ''Sex Crimes and the Vatican'', mandato in onda dalla televisione britannica Bbc nell'ottobre del 2006 - e diventato in pochissimi giorni il video più scaricato dalla Rete -, avrebbe creato una montagna di polemiche, era scontato. Il documentario si occupa del terribile tema degli abusi sui minori messi in atto da alcuni preti in Irlanda, negli Usa, in Brasile. Inoltre, in ''Sex crimes'' la Chiesa cattolica viene accusata di aver volontariamente coperto i suoi ministri di culto colpevoli di tali abomini. L'accusato principe è l'ex cardinale Joseph Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI, colpevole, secondo il documentario, di aver avallato questa politica di copertura e segretezza e di aver accentrato in Vaticano ogni indagine.
Trentanove minuti di immagini e di accuse che potrebbero ricordare, per certi versi, il giornalismo d'assalto Michael Moore, con tesi sicuramente da dimostrare con più approfondimento e che sembra vedere sotto un marchio come quello della Bbc, che dell'equidistanza (ma senza sconti per nessuno) del giornalismo anglosassone è sempre stato portabandiera. 
A condurre attraverso tutta l'agghiacciante storia è Colm O'Gorman, vittima delle violenze di un sacerdote irlandese nel 2002. Gorman si sposta poi negli Usa per padre O'Grady, che al processo confessò di aver violentato trenta bambini e bambine e poi in Brasile e in California con altre vicende di preti e abusi sessuali. Ma il fulcro bruciante e maggiormente ''complicato'' del documentario è quello che riguarda la ''Crimen Sollicitationis'', documento del 1962, con il quale - secondo la Bbc - il Vaticano stabiliva ''come mettere a tacere le accuse di abusi sessuali'', ''obbligando vittime, preti e testimoni alla segretezza assoluta, pena la scomunica''. Ed è proprio in questo punto che viene fuori il nome di Benedetto XVI: ''Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, impose per 20 anni l'applicazione del 'Crimen', ed emanò un seguito, secondo il quale ogni accusa andava vagliata esclusivamente in Vaticano''. Il documentario si conclude così: ''Il Vaticano non ha risposto alle richieste di interviste''.

Come detto all'inizio dell'articolo, il documentario è stato diffuso su Internet diventando uno dei video più visti. A renderlo fruibile per i navigatori italiani ci ha pensato ''Bispensiero'', portale siciliano degli amici di Beppe Grillo, che hanno sottotitolato ''Sex crimes'' e agli inizi di maggio lo hanno inserito su Video Google.
''Sex Crimes and the Vatican'' non è altro che una ''infame calunnia via Internet ai danni della Chiesa e di Ratzinger''. Con queste parole, in un editoriale, il quotidiano del Vaticano, Avvenire, si è scagliato ieri contro la diffusione da parte di ''Bispensiero'' del documentario della Bbc. Il giornale dei vescovi italiani contesta su tutta la linea il contenuto del video, ''un pot-pourri di affermazioni e pseudo-testimonianze (così lo definisce) che furono apertamente sconfessate a suo tempo dalla Conferenza episcopale inglese''. L'editorialista di Avvenire in particolare rigetta ''l'accusa rivolta a Joseph Ratzinger di essere stato niente meno che il responsabile massimo della copertura di crimini pedofili commessi da sacerdoti in varie parti del globo, in quanto 'garante' per 20 anni - da quando fu nominato prefetto vaticano - del testo 'Crimen Sollicitationis', che è un'istruzione emanata in realtà dal Sant'Uffizio il 16 marzo 1962''. Secondo Avvenire, ''quel documento veniva presentato dalla Bbc come un marchingegno furbesco, escogitato dal Vaticano per coprire reati di pedofilia, quando invece si trattava di un'importante istruzione atta ad 'istruire' i casi canonici e portare alla riduzione allo stato laicale i presbiteri coinvolti in nefandezze pedofile''. ''Insomma - ha nettamente ribadito il quotidiano della Cei -, un insieme di norme rigorose, che nulla aveva a che fare con la volontà di insabbiare potenziali scandali''. E che il testo ''Crimen Sollicitationis'' non fosse pensato per tale fine - aggiunge ancora l'editorialista del quotidiano della Cei - ''lo dimostrava un paragrafo, il quindicesimo, che obbligava chiunque fosse a conoscenza di un uso del confessionale per abusi sessuali a denunciare il tutto, pena la scomunica. Misura che semmai dà l'idea della serietà del documento e di coloro che lo formularono, se si pensa che in base alla legge italiana il privato cittadino (tale è anche il vescovo e chi è investito di autorità ecclesiastica) è tenuto a denunciare solo i crimini contro l'autorità  dello Stato, per i quali infatti è prevista la pena dell'ergastolo''.

E fin qui siamo al punto in cui si individuano nettamente gli ''accusatori'', gli ''accusati'' e chi difende questi ultimi con argomentazioni, a dire il vero, non tanto approfondite, o almeno approfondite tanto quanto le tesi contrarie.
In questi giorni, però, alla complicata situazione si è aggiunta un'ulteriore problematica, che rischia di fare diventare la grave vicenda in tutt'altra cosa. Infatti, Michele Santoro, vorrebbe acquistare l'inchiesta della Bbc per costruirci attorno una puntata del suo programma ''Annozero'', ma i vertici Rai per ora non lo hanno autorizzato. Di notizie ufficiali ''in senso contrario'' però non ne ha ancora ricevute, quindi, ''essendo ogni cosa a posto dal punto di vista dell'iter burocratico aziendale, mi aspetto che domattina (ossia oggi) vada tutto a posto''. Così Santoro ha fatto il punto sulla sua richiesta di acquisto.
Dopo aver appreso che ''la direzione generale si accingerebbe a esaminare la proposta d'acquisto'' del documentario, l'auspicio di Mario Landolfi (An), presidente della commissione di Vigilanza, è che il direttore generale dell'azienda, Claudio Cappon, ''non aderisca alla richiesta'' del giornalista: lasci pure a Santoro ''la palma del martirio - ha detto Landolfi - ma eviti di trasformare il servizio pubblico radiotelevisivo in un plotone mediatico di esecuzione pronto a fare fuoco sulla Chiesa e sul Papa''.

Un'esortazione ''inaccettabile'', hanno replicato Giovanni Russo Spena e Gennaro Migliore, capigruppo di Rifondazione in Parlamento e membri della stessa Vigilanza, che definiscono quella di Landolfi ''censura preventiva'' e hanno osservato che ''se dovessimo accettare imposizioni da parte delle gerarchie ecclesiastiche su questo terreno, sarebbe davvero gravissimo''. Il consigliere Sandro Curzi non ha dato giudizi sul documentario ''perché non l'ho visto ma della Bbc mi fido molto: siamo un Paese strano, si loda sempre la Bbc e se ne fa un esempio per la Rai poi, appena si dice che Santoro vorrebbe usare questa inchiesta, le polemiche scoppiano in anticipo''.
Il capogruppo di Fi in Vigilanza, Giorgio Lainati, si è spinto addirittura a parlare di ''vendetta per il Family Day'': ''Evidentemente - ha 'dedotto' Lainati - l'enorme successo del Family Day ha scatenato la sete di vendetta degli ambienti della sinistra più estrema''.
In mezzo al bailamme Santoro ha spiegato che ''gli ok di prammatica per questo tipo di acquisto ci sono tutti e, dal mio punto di vista, non c'è nulla che possa impedirlo''. Di fatto il giornalista, che ha il grado di direttore (ad personam) ed è responsabile editoriale della sua trasmissione, può procedere a simili acquisti (si parla di una cifra di 20 mila euro) in forma autonoma, solo espletando una procedura burocratica.

Secondo noi, comunque, il problema è un altro ossia: che il tema ''pedofilia-chiesa'' (che al di la del documentario della Bbc è un problema reale, e che più volte è stato accertato) diventi adesso tutt'altra cosa, trasformandosi nella solita storia che tratta di guerre interne alla televisione di Stato.

- ''Volgare attacco al Papa. Va impedito a ogni costo'' (Paolo Conti, Corriere.it)

- ''Memorie dal sottosuolo... Vaticano'' (Guidasicilia)

- Il documentario della Bbc sottotitolato in italiano

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21 maggio 2007
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