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Verso lo sciopero generale

Per i lavoratori Fiat lo stato di agitazione sembra ormai l'unica via per contrastare il piano industriale del Lingotto

08 gennaio 2010

Per i lavoratori della Fiat quella dello sciopero generale, per contrastare il piano industriale che tra i punti più contestati prevede lo stop della produzione di auto a Termini Imerese a partire dal 2012, sembra ormai l'unica via percorrebile.
Dopo la Fim-Cisl, ieri anche la Fiom-Cgil ha chiamato alla mobilitazione gli oltre 80 mila dipendenti della Fiat, ribadendo i giudizi negativi nei confronti del piano presentato il 22 dicembre a Palazzo Chigi (LEGGI).
"Penso a uno sciopero di otto ore da effettuare in tempi rapidi - ha detto il segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini - Giovedì prossimo ci sarà una riunione unitaria con Fim e Uilm, in quella sede decideremo le modalità".
Per la Fiom, comunque, lo sciopero dovrà essere effettuato entro un mese. Proprio a Termini Imerese, i metalmeccanici della Cgil hanno riunito il coordinamento dei responsabili sindacali di tutti gli stabilimenti Fiat per un approfondimento sul piano industriale. "Il punto inaccettabile - ha aggiunto Rinaldini - è la chiusura di Termini Imerese: rappresenta un problema nazionale".

Per la Fiom la fabbrica deve continuare a produrre auto, "non ci sono altre alternative", bocciando così il presunto interesse manifestato da una cordata di imprenditori siciliani che farebbe riferimento a Simone Cimino, fondatore della Cape, società di private equity quotata in Borsa.
Non chiude del tutto le porte invece la Uilm. "Rimaniamo sempre convinti della bontà riguardante la capacità produttiva dello stabilimento - ha sostenuto il segretario generale, Antonino Regazzi - In ogni caso siamo disponibili a verificare eventuali novità su altri acquirenti che vogliano mantenere la mission produttiva".
Ma per Giovanni Centrella, segretario nazionale dell'Ugl Metalmeccanici che ieri ha riunito il coordinamento a Napoli, "prima di sondare ipotesi alternative a Fiat riteniamo necessario tentare tutte le strade possibili per convincere il Lingotto a continuare a produrre auto nello stabilimento siciliano".

Oggi il consiglio di fabbrica della Fiat di Termini Imerese, che ieri ha ripreso la produzione dopo la cassa integrazione durante le festività natalizie, si riunisce per decidere le iniziative di lotta a livello locale, mentre lunedì è in programma l'assemblea dei lavoratori.
Non si allenta la tensione neanche a Pomigliano D'Arco (Napoli). Ieri un gruppo di lavoratori precari, ai quali la Fiat non ha rinnovato i contratti, ha occupato simbolicamente per pochi minuti la sede locale della Fiom, chiedendo e ottenendo di incontrare tutti i sindacati nell'aula del consiglio comunale, da giorni presidiata dagli operai con le loro famiglie. Intanto la Fiom annuncia la presentazione di una denuncia per comportamento antisindacale nei confronti della Fiat per avere disertato la riunione convocata dal Prefetto di Napoli sulla vertenza precari di Pomigliano e per avere rifiutato i permessi sindacali ai delegati.

I governi, regionale e nazionale, sull'ipotesi della cordata italiana - Il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, che oggi si trova a capo del suo terzo tentativo di governo, è tornato a parlare della crisi dello stabilimento siciliano della Casa torinese. "Invito l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, a cambiare atteggiamento sul futuro dello stabilimento di Termini Imerese. Non vedo ragioni perchè non debba essere mantenuta la produzione di auto". "La Regione ha fatto alla Fiat delle proposte serie di partecipazione al rilancio dello stabilimento di Termini, in termini finanziari consistenti - ha sottolineato il governatore - e confidiamo, poi, che il governo nazionale sia coerente con le dichiarazioni che subordinano al potenziamento di Termini ogni nuovo incentivo". "Nello stabilimento siciliano ci sono lavoratori e professionalità che non possono essere buttati via come pezzi di carta. Poi, se dovessero nascere altre realtà produttive - ha aggiunto Lombardo - che dovrebbero essere comunque aggiuntive e non sostitutive della Fiat, noi non possiamo che accoglierle positivamente".
Intervistato da Milano Finanza, Lombardo ha poi commentato l'ipotesi della cordata italiana proposta dall'impreditore siculo-meneghino, Simone Cimino: "Se si dovesse creare una cordata per assemblare una vettura ecologica ben venga, ma questa cordata non deve essere alternativa alla Fiat. La Fiat ha ricevuto contributi notevoli per molti anni e ha realizzato una fabbrica che da' lavoro a migliaia di famiglie e deve rientrare in un piano di sviluppo che non può discriminare la Sicilia. A chiudere non può e non deve essere Termini Imerese". "Mi stanno bene gli impegni del governo ai quali si affiancano quelli della Regione Siciliana, ma la Fiat deve fare la sua parte e mantenere il suo impegno industriale", ha poi aggiunto. "Ben venga la cordata di Cimino e soci e si costituisca un secondo, anche un terzo polo automobilistico. Ma una volta per tutte si stabilisca che la Fiat resta a Termini Imerese e rilancia il suo impegno in Sicilia per i prossimi trent'anni". Il governatore Lombardo ha infatti paura che ogni ipotesi alternativa al Lingotto possa "distrarre il governo dal vero obiettivo e cioè quello di convincere il gruppo guidato da Marchionne a non chiudere i battenti".
Possibilista verso la "cordata Cimino" anche il governo nazionale. A vedere di buon occhio questa offerta il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola: "La notizia è interessante - ha detto il ministro, intervistato anch'egli da MF - ma ovviamente è da verificare e approfondire. Ho sempre detto che il polo industriale di Termini Imerese è una ricchezza per il Paese e per il Mezzogiorno che va salvaguardato a tutti i costi possibilmente confermando la sua vocazione nella produzione di auto". Secondo Scajola, "se Fiat confermerà la decisione di interrompere la produzione di auto a fine 2011 studieremo soluzioni alternative. Il fatto che sorgano cordate disposte a impegnarsi in progetti seri di produzione di veicoli ecologici - continua Scajola - mi sembra un segnale positivo. Entro gennaio convocheremo il tavolo su Termini Imerese deciso nella riunione a palazzo Chigi del 22 dicembre".

- Una cordata locale per Termini (Guidasicilia.it, 07/01/10)

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, Ansa.it, Milano Finanza, Apcom.net]

 

 

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08 gennaio 2010
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