Verso una nuova Europa
Prima la Carta europea dei diritti fondamentali poi il nuovo Trattato Ue tra i 27 Stati membri
“Oggi è una giornata storica per l'Unione europea”. Con queste parole ieri a Lisbona la Commissione Ue ha salutato la firma del Trattato Ue da parte dei 27 Stati membri. Una firma che “segna una nuova fase nella storia dell'Unione dotandola di un trattato riformato per affrontare le sfide del XXI secolo”.
Adesso il Trattato, che rimpiazza la bozza di Costituzione bocciata nel 2005 nei referendum in Francia e Olanda, dovrà passare le ratifiche dei parlamenti nazionali (tranne in Irlanda dove sarà sottoposto a referendum), per poi entrare in vigore nel 2009, in coincidenza con le elezioni del Parlamento europeo e la nomina del nuovo esecutivo comunitario. Per l'Italia hanno firmato il premier Romano Prodi e il ministro degli Esteri Massimo D'Alema.
Tra le novità previste, spiccano le nuove figure del presidente del Consiglio europeo, eletto per due anni e mezzo, e dell'Alto rappresentate dell'Unione per la politica estera e di sicurezza comune, con il doppio ruolo di vicepresidente della Commissione europea. La nuova figura sostituisce la posizione oggi ricoperta da Javier Solana come Alto rappresentante per la politica estera, espressione solamente del Consiglio europeo, e del commissario Ue per le relazioni esterne.
Inoltre viene esteso il voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio in molte materie, per superare il potere di veto di ogni singolo Stato membro, anche su materie giudiziarie e di polizia, anche se Gran Bretagna e Irlanda hanno ottenuto la possibilità di non applicare le decisioni europee in questi settori.
I negoziati sul nuovo trattato sono cominciati durante la presidenza della Germania nella prima metà del 2007 e si sono conclusi nella seconda metà sotto la presidenza del Portogallo. “Per arrivare a questa firma c'è voluto coraggio - ha detto il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso -. Ora tocca agli Stati membri dimostrare determinazione per concludere il processo di ratifica nei tempi previsti”.
“La Commissione - ha sottolineato il portavoce Joahannes Laitenberger - è convinta che il nuovo trattato porterà nuovi significativi benefici per i cittadini e regolerà il dibattito istituzionale per il futuro prevedibile”.
Dall'esecutivo europeo è giunto anche un forte appello agli Stati membri per ratificare il Trattato in tempo utile per la sua entrata in vigore il primo gennaio 2009. La Commissione ha lanciato un sito Internet (clicca qui) nelle 23 lingue dell'Unione europea per spiegare le innovazioni politiche e le riforme istituzionali contenute nel nuovo trattato.
- [GUIDA AL NUOVO TRATTATO]
Trattato di Lisbona: la Gioventù Federalista Europea contro l'abolizione dei simboli europei e per il rilancio della Costituzione europea.
“Oggi i governi europei hanno firmato ufficialmente a Lisbona il nuovo Trattato Europeo che, sebbene conservi larga parte delle innovazioni presenti nel testo di Costituzione europea, ha affossato lo spirito costituente che lo animava e ha eliminato i simboli che sono propri dei cittadini europei: la bandiera europea e l'Inno alla Gioia”.
Inizia così la dichiarazione congiunta promossa dalla Gioventù Federalista Europea in collaborazione con i Giovani dell'Italia dei Valori e la Sinistra Giovanile, che è stata inviata ieri mattina al Presidente della Repubblica. La dichiarazione dei giovani delle organizzazioni giovanili sull'eliminazione dei simboli segue la dichiarazione del Presidente Napolitano che il 29 ottobre scorso in Piazza del Campidoglio ha detto: “diamo il buon esempio, infischiamocene delle decisioni che hanno eliminato i simboli dal nuovo Trattato, continuando a sventolare quella bandiera e a cantare quell'inno”.
“Noi giovani europei - continua poi la lettera - siamo la prima generazione che vive la pace dopo la pace: l'integrazione europea ha rappresentato per noi 60 anni di prosperità, la libera circolazione, un Parlamento, la moneta unica, l'Erasmus ed ha allargato questa ricchezza ai nuovi paesi dell'est Europa. I governi nazionali hanno avuto paura dei simboli di appartenenza dei cittadini alla più ampia cittadinanza comunitaria e alla casa comune europea. I cittadini europei, ed in particolar modo le giovani generazioni, hanno bisogno di riconoscersi nell'Europa.
Per ricreare il rapporto di fiducia con l'Europa c'è bisogno di un governo democratico, capace di sviluppare una politica adeguata alle sfide della nuova epoca. L'Unione europea deve riuscire a parlare con una sola voce e deve coinvolgere maggiormente i cittadini europei nei processi decisionali. Energia, occupazione, ecologia, sicurezza interna e internazionale richiedono risposte unitarie e mezzi efficaci di intervento. Per questo, in vista delle elezioni europee del 2009, i partiti europei devono indicare fin da subito il loro candidato a Presidente della Commissione europea. I cittadini potranno così contribuire con il proprio voto a designare chi avrà la responsabilità di realizzare il programma per cui hanno votato. Il 13 dicembre scendiamo nelle piazze di tutta Europa per chiedere che la bandiera europea ci venga restituita e insieme ad essa l'idea di un'Europa sempre più unita con un governo effettivo, dotato degli strumenti necessari ad affrontare le sfide del nostro tempo”.
Firmata la Carta europea dei diritti fondamentali - Se ieri a Lisbona è stato firmato il nuovo Trattato Ue, l'altro ieri, mercoledì 12 dimbre 2007, è stata firmata a Strasburgo la Carta europea dei diritti fondamentali. Il documento è stato firmato in aula dal presidente di turno dell'Ue, il premier portoghese Josè Socrates, dal presidente della Commissione Ue Josè Manuel Durao Barroso e da quello dell'Europarlamento Hans Gert Poettering che ha così aperto la seduta: “Celebriamo oggi i valori comuni che sono l'essenza stessa dell'identità europea [...]. La Carta dei diritti fondamentali è il simbolo del cammino che ci ha portato a un'Unione dei cittadini. Essa dimostra che abbiano tratto la principale lezione dalla storia europea: il rispetto della dignità dell'individuo, la salvaguardia della libertà che abbiamo conquistato, della pace e della democrazia e lo Stato di diritto, sono ancora oggi il motore dell'unificazione europea”.
E mentre venivano elencati tutti i buoni propositi contenuti nella Carta, continuava la protesta di alcuni deputati (euroscettici, tra i quali l'italiano leghista Mario Borghezio, e della sinistra radicale) che hanno continuato a scandire “referendum, referendum” durante la cerimonia. Una protesta che ha suscitato polemiche. “Gli urlatori verranno dimenticati mentre la carta dei diritti fondamentali rimane”, ha affermato il presidente Poettering, commentando la protesta, dalla quale hanno preso le distanze il capogruppo del Gue Francis Wurtz e Vittorio Agnoletto, eurodeputato dello stesso gruppo. “Vorrei a titolo personale e spero a nome del mio gruppo condannare in modo assoluto questa manifestazione antieuropea, sciovinista e indegna”, ha affermato Wurtz mentre per Agnoletto “è stato un grave errore politico che alcuni parlamentari della sinistra abbiano confuso le loro legittime richieste di un referendum sul prossimo Trattato europeo con la contestazione contro la Carta dei diritti da parte dell'estrema destra”.
La carta è composta di 54 articoli divisi in sei sezioni: dignità, libertà, uguaglianza, solidarietà, cittadinanza e giustizia.
Il testo, proclamato solennemente dalle istituzioni Ue, non fa parte del Trattato firmato ieri a Lisbona dai leader dei ventisette, ma sarà richiamato in uno degli articoli del nuovo trattato, attribuendo carattere vincolante alla Carta. Nel consiglio europeo di giugno Polonia e Gran Bretagna hanno ottenuto un “opt-out” per quanto riguarda l'applicazione della Carta nella giurisprudenza nazionale.
- Il testo della Carta Ue dei diritti fondamentali (Repubblica.it PDF)
- L'essenza dell'identità europea (Parlamento europeo)