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Via Lattea...

E se la politica permettesse alle multinazionali di avvelenare il latte dei nostri figli?

25 novembre 2005

AGGIORNAMENTO
Il presidente della Nestlé scrive a Storace: "Un errore di memoria''
"Riconosco, e mi scuso senza riserve, l'errore di memoria per cui ho dichiarato che i contatti tra Nestlè e la Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale risalivano a luglio/agosto piuttosto che a settembre". Lo afferma il presidente della Nestlè Peter Brabeck nella lettera al ministro della Salute Francesco Storace, nel precisare di non "aver mai dichiarato che ci fosse un accordo tra Lei e Nestlè".
"Sia Nestlè che il Suo Ministero - sottolinea Brabeck - perseguono da sempre il medesimo obiettivo: la sicurezza dei consumatori italiani. Tale collaborazione costruttiva è stata recentemente messa alla prova a seguito del rinvenimento di ITX nel latte liquido per l'infanzia da parte di un laboratorio italiano. Prendo atto, senza riserva alcuna, che è stato il suo Ministero - aggiunge - a mettere in luce la presenza di ITX nel prodotto e a prendere l'iniziativa di informare Nestlè".
Il presidente della multinazionale sottolinea, inoltre, che "all'epoca, ossia ad inizio settembre, Nestlè non era a conoscenza del problema ITX, una sostanza utilizzata in tutta l'industria del confezionamento e non specificamente da Nestlè". Il presidente della multinazionale precisa, quindi, che "i nostri ricercatori, in collaborazione con enti indipendenti, hanno immediatamente proceduto ad una valutazione della sicurezza, giungendo alla conclusione che le tracce di ITX rilevate nel latte non costituivano un rischio per la salute".

Il numero uno della Nestlè afferma anche che "è stato uno choc vedere in televisione le immagini della polizia italiana" che sequestrava i prodotti, "come se fosse un disegno criminoso". Il giorno successivo al sequestro, aggiunge Brabeck, "ho affrontato 600 investitori e la stampa" per precisare che le cifre relative all'entità dei sequestri erano "errate e alquanto fuorvianti".
Nella lettera Brabeck si dice poi "assolutamente convinto che il Suo Ministero e Nestlè abbiano agito nel miglior modo possibile per salvaguardare il consumatore italiano, lavorando insieme per risolvere al meglio un problema imprevisto, sulla base di ampie prove scientifiche. Mi auguro - conclude - che questo incidente non abbia irrimediabilmente compromesso la collaborazione costruttiva e di lunga data tra le nostre due istituzioni, che da sempre si fonda sulla trasparenza e la prova scientifica". [Repubblica.it]

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Tre giorni fa in in tutto il territorio nazionale sono stati sequestrati 30 milioni di litri di latte per bambini Nestlé: l'intero quantitativo disponibile, con scadenza settembre 2006.
Il latte (per intenderci quello artificiale venduto in forma liquida) è risultato avariato dalla vernice utilizzata per la stampa della confezione (ITX).
Queste le tipologie sotto sequestro: Mio; Mio Cereali; Nidina 2; Nidina 1 (quest'ultimo con scadenza maggio 2006).
Un primo sequestro di due milioni di litri riguardante solo latte Mio e Nidina 2 era già avvenuto il 9 novembre. Nei giorni scorsi, però, le analisi hanno accertato che tutte le confezioni in scadenza a settembre 2006 sono contaminate, e quindi vanno ritirate dal mercato.
Pur non essendo ancora stato stabilito se la sostanza sia tossica o meno, l'alterazione del latte c'è e quindi necessario toglierlo dal mercato.
Oltre che nei supermercati, negozi e farmacie, i sequestri sono stati compiuti anche nei magazzini di stoccaggio.
L'allarme scattato in Italia ha portato la stessa multinazionale svizzera a ritirare il prodotto, in via cautelativa, in altri tre paesi europei: Francia, Spagna e Portogallo.

La disdicevole quanto inquietante faccenda però non si fermata qui. La Nestlé ieri ha lanciato delle pesanti accuse nei confronti del Ministero della Salute italiano, con il quale - ha detto il presidente dell'azienda elvetica, Peter Brabeck - erano stati presi già lo scorso luglio accordi sulla possibilità di smaltire il prodotto nel mercato italiano ed europeo: ''C'era un accordo con il ministero della Salute italiano e l'Unione Europea, per smaltire fino ad esaurimento i lotti di prodotti di latte per l'infanzia che presentavano tracce d'inchiostro e poi cambiare il processo di produzione delle confezioni''.

In un primo momento, a tali gravissime affermazioni, il ministero della Salute non ha risposto in nessuna maniera. I collaboratori di Storace hanno fatto solo sapere che il ministero aspettava la smentita dell'azienda. Ma dalla Nestlé è arrivata una nota con la sola conferma di ''aver agito correttamente'' ritirando i lotti di prodotti sospetti. ''Il 15 novembre scorso - ha aggiunto l'azienda - con una decisione autonoma abbiamo deciso di provvedere al rientro di tutti i latti liquidi per l'infanzia in Tetra Pack presenti sul mercato, sostituendoli con nuove produzioni confezionate con un diverso sistema di stampa''. Una ricostruzione destinata a suscitare nuove polemiche. Proprio il 16 novembre, infatti, Federfarma inviò a tutti i suoi associati un fax in cui lamentava che ''la Nestlè, più volte contattata, non ha ancora diramato alcuna comunicazione ufficiale sul ritiro dei lotti di prodotti'', di qui l'invito alle farmacie, ''in attesa di ulteriori chiarimenti, ad astenersi dalla vendita dei prodotti interessati''.

Ma dalla Svizzera non è arrivata nessuna smentita sull'ipotetico accordo con il ministero della Salute.
A questo punto dalla Direzione generale della sanità veterinaria e degli alimenti viene diramata la propria presa di posizione: ''Le affermazioni dell'azienda non solo sono completamente false, ma stravolgono la reale dinamica dei fatti. Il ministero della Salute ha subito attivato il sistema d'allerta rapido comunitario''. Il ministro Storace ha rincarato poi la dose dichiarando: ''Il signor Brabeck sarà querelato per le sue gravissime affermazioni e analoga sorte capiterà a chi darà seguito a farneticazioni, che non hanno davvero alcun fondamento''.
Intanto gli inquirenti hanno precisano che le rilevantissime ''farneticazioni del signor Brabeck'' non passeranno ''come acqua fresca'' o ''latte fresco''.
L'inchiesta del procuratore di Ascoli Piceno, Franco Ponticelli, potrebbe infatti prendere in esame anche questo aspetto della vicenda, al quale si dice che la Procura stia prestando ''molta attenzione''. Oltre all'ipotesi di reato strettamente legata alle violazioni della legge 283 sulla genuinità degli alimenti (ma che potrebbe aggravarsi se si arrivasse a determinare la tossicità della sostanza), e quella riferita ad eventuali ritardi nelle informative alla magistratura.
Storace, al quale è stato già chesto di dimettersi anche per questo fatto, ha risposto che non ci pensa nemmeno: ''I fatti li accerterà il tribunale e la Nestlé dovrà rispondere di fronte ad un magistrato''.
Il ministro della Salute ha sottolinea che: ''l'accordo sarebbe stato raggiunto a luglio, ma la vicenda è scoppiata a settembre. Quella della Nestlé sarebbe stata quindi un'autodenuncia. Ma quando si fanno affermazioni del genere bisogna dire anche dove e quando è stato firmato questo accordo. La vicenda è esplosa in Europa perché proprio il ministero aveva raccolto la segnalazione della Regione Marche lanciando l'allerta alla Commissione europea''.

I primi test sul latte.
In tanto sono arrivate le prime valutazioni dopo i test dell'Istituto superiore di sanità sui campioni di latte Nestlè sequestrato: ''Il rischio di effetti genotossici, in seguito ad ingestione di ITX, è assente o trascurabile. Non risultano disponibili informazioni su altri effetti tossici''. L'Istituto ''proseguirà inoltre gli approfondimenti analitici e tossicologici sulla problematica anche tramite la collaborazione con l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), attraverso l'attività dei propri ricercatori, membri del Gruppo di esperti scientifici (Panel Afc) della stessa Efsa''.

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25 novembre 2005
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