Via libera a Bilancio e Finanziaria
Per Crocetta "una manovra contro gli sprechi", per l'opposizione "un'altra occasione persa per la Sicilia"
La notizia degli avvisi di garanzia ai 97 tra deputati, ex parlamentari e personale dell'Ars per l'inchiesta della Procura di Palermo sulle spese dei gruppi parlamentari, si è abbattuta sul Parlamento siciliano nel pieno dell'esame della manovra finanziaria. Anche il governatore Rosario Crocetta ha appreso la notizia mentre si trovava nella stanza del governo di palazzo dei Normanni, assieme ad alcuni assessori e dirigenti della Regione, con i quali era impegnato nella stesura degli ultimi emendamenti alla Finanziaria. Crocetta si è limitato a commentare "il passato ci rincorre", preferendo non aggiungerà altro. "Dobbiamo chiudere la finanziaria", ha aggiunto laconico.
E proprio nel giorno del terremoto giudiziario è arrivato il via libera a Finanziaria e Bilancio. Un sì arrivato nella notte ma che lascia spazio alle polemiche. La manovra è stata approvata con 39 voti a favore e 22 contrari. Un solo astenuto, il deputato del Nuovo centrodestra Vincenzo Vinciullo, e con 22 assenti in Aula al momento del voto. Passa anche il bilancio, con 22 i contrari, e 44 a favore.
Alla fine i 39 milioni di euro del bilancio dell'Ars sono stati "scongelati". Prima del voto finale alla manovra, l'aula in nottata ha approvato le nuove tabelle all'articolo 4 della finanziaria sugli accantonamenti a salvaguardia delle cosiddette entrate incerte, modificando la prima versione dell'allegato. La prima stesura, approvata due notti fa, aveva suscitato preoccupazione in Assemblea, in quanto il governo tra gli accantonamenti (blocco della spesa fino al 30 giugno di quest'anno) aveva previsto anche una posta di 39 milioni, congelandola dai fondi assegnati al Parlamento per il 2014, pari a 149 milioni.
La modifica della tabella, già approvata, è stata possibile alla luce del comma 2 dell'articolo 111 del regolamento parlamentare: "Non possono proporsi, sotto qualsiasi forma, articoli aggiuntivi od emendamenti contrastanti con precedenti deliberazioni dall'Assemblea adottate sull'argomento o estranei allo specifico oggetto della discussione; il presidente inappellabilmente decide, previa lettura". Nella prima versione infatti erano state accantonate alcune voci di spesa di norme già soppresse in bilancio oppure di norme che doveva essere ancora approvate.
"Dal 2005 - ha detto il presidente della Regione Rosario Crocetta - non si approvavano una finanziaria e un bilancio definitivi a gennaio. E poi ci sono tante norme importanti come quella che cancella le partecipate dello spreco. Mi accusano di fare norme manifesto? Sono cose buone, se poi fanno pure la loro parte nel consenso, non ci vedo nulla di male".
"Sono soddisfatto, - ha ribadito l'assessore all'Economia Luca Bianchi - poco più di un anno fa abbiamo trovato una Regione con conti poco trasparenti, si parlava di default. Questa finanziaria ha un'anima, continuiamo anche quest'anno con il risanamento con 300 milioni di tagli per i precari. Manca solo il dl imprese. Ma c'è l'impegno e l'intenzione di insistere, di portarlo avanti. La manovra sarà veramente conclusa quando ci sarà anche quello".
I deputati del Movimento 5 Stelle all'Ars archiviano come un'altra occasione persa la Finanziaria licenziata dall'Aula con il proprio voto contrario. "Si è preferito pensare a petrolieri e a proprietari di cave, tranne che ai siciliani. Una manovra brutta nei contenuti e anche nella forma, che attesta un modo di lavorare molto approssimativo di questo Parlamento e, soprattutto, del governo, che porterà a cozzare contro il muro del Commissario dello Stato. La Finanziaria è stata riscritta direttamente in aula, a dispetto di quanto esitato in commissione Bilancio. Siamo certi che saranno molte le norme impugnate".
Per i deputati a Cinque Stelle, tra le poche cose da salvare ci sono le norme sul fronte dei diritti civili, che portano benefici alla coppie di fatto, sia etero che gay, e l'essere riusciti a tirare fuori dal calderone della manovra il mutuo da un miliardo di euro che avrebbe condannato i siciliani a 30 anni di rimborsi. "Se ne parlerà - dicono i deputati - in seguito e con le giuste modalità, ma, soprattutto, sulla base di carte che ci diranno quali imprese saranno pagate con questi soldi".
INTRODOTTO REDDITO MINIMO - Dopo le norme sulle coppie di fatto, in Sicilia arriva anche il reddito minimo per le famiglie povere, con un assegno non superiore a 400 euro al mese, per ora soltanto nel 2014. La norma del governo è stata approvata dall'Assemblea regionale che sta discutendo gli ultimi articoli della manovra finanziaria. Tecnicamente si chiama "Sostegno all'inclusione attiva" (Sia), è istituito un fondo con 15 milioni di euro, alimentato dai ribassi d'asta relativi ai contratti di servizio stipulati dall'amministrazione, per finanziare la misura, un milione di euro in particolare è destinato alle strutture accreditate preso l'Agea (Fondazione Banco alimentare-Banco delle opere di carità) che operano in Sicilia per l'organizzazione di servizi di emergenza alimentare. Le modalità di accesso al fondo e di integrazione al reddito saranno definite entro 120 giorni con decreto dell'assessore alla Famiglia.
"La norma a sostegno delle famiglie povere è giusta, ma occhi aperti. Chiedo all'assessore la massima vigilanza per evitare che gli estorsori di voti e di diritti, soprattutto nelle periferie, speculino sulla disperazione e sul bisogno della gente per barattare voti o per fare affari", ha detto il deputato regionale del Pd, Fabrizio Ferrandelli. "A cominciare per esempio - ha concluso - dalla richiesta di denaro per la compilazione di moduli e per seguire l'iter della pratica".
"Il 'Sostegno all'inclusione attiva' (Sia), che arriva dall'approvazione dell'art. 41 della Finanziaria regionale, è una misura importante istituita che permetterà di contrastare l'esclusione sociale e le difficoltà economiche di tanti siciliani", ha commentato il capogruppo dell'Udc all'Assemblea regionale siciliana, Lillo Firetto. "Non si tratta di un reddito di cittadinanza rivolto indistintamente a tutti - ha spiegato ancora Firetto - piuttosto di un sostegno ai poveri, identificati come tali, da una prova dei mezzi effettuata secondo criteri articolati e omogenei a livello nazionale: è comunque un patto di reciproca responsabilità tra il beneficiario e l'amministrazione pubblica, che si impegna a offrire adeguati servizi di accesso e di sostegno".
"La Sicilia e i siciliani hanno bisogno di lavoro, di politiche che riattivino immediatamente la produzione industriale, artigianale, agricola, che rivitalizzino il settore del turismo e dell'arte. I nostri concittadini non ne vogliono sapere di un malsano assistenzialismo sinonimo di isolamento, arretratezza e immobilismo", ha sostenuto invece il senatore Vincenzo Gibiino, coordinatore di Forza Italia in Sicilia. "Il governo Crocetta abbandoni pertanto l'idea del reddito minimo garantito - ha aggiunto l'esponente di Fi - e sostenga con forza e con tutte le risorse disponibili le nuove attività imprenditoriali e quelle esistenti oggi in grande difficoltà, con particolare attenzione a quelle realtà che creano nuovi posti di lavoro, scegliendo di conseguenza la via del fare".
"Quindici milioni da dividere fra le oltre 180mila famiglie siciliane che vivono in indigenza, servono solo ad innescare una guerra fra poveri o ad elargire una piccola elemosina di appena 83-85 euro", hanno affermato i parlamentari del Partito dei siciliani-Mpa Roberto Di Mauro e Toti Lombardo. "Ricordiamo che i dati ufficiali, pubblicati dalla stessa Regione a fine del 2013 - hanno aggiunto - parlano di oltre 180 mila famiglie in povertà assoluta e 547 mila famiglie siciliane in povertà relativa. Questo provvedimento conferma l'impianto generale della Finanziaria che - hanno concluso - è un insieme di provvedimenti che tamponano, per giunta male, le emergenze e non danno alcuna prospettiva di sviluppo alla Sicilia".
- Via libera alla Finanziaria (Guidasicilia, 30/12/13)
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- Come una nave in cattive acque... (Guidasicilia, 07/01/14)
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