Via libera al decreto anti crisi
Un bonus per le famiglie e misure per i precari. In Sicilia si pensa ad un piano anticrisi regionale
Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al decreto legge anti crisi, che contiene le misure per le imprese e le famiglie. Conferamati dal governo il bonus per i redditi bassi e il calmiere per i mutui.
Ieri il premier Silvio Berlusconi, dopo il vertice di maggioranza durante il quale si è discusso dei provvedimenti anticrisi appena votati, sulla detassazione delle tredicesime aveva detto: "Volevo detassare le buste paga ma non ci sono i fondi. Faremo con il bonus". E infatti è arrivato oggi il no definitivo. "Avrei voluto intervenire sulle tredicesime ma con i fondi a disposizione l'incidenza era minima. Credo che si procederà con il bonus per le famiglie. Non si può fare ciò che si vorrebbe non avendo disponibilità".
Il bonus familiare - Il bonus familiare, l'una-tantum passata assieme alle altre misure anti-crisi, andrebbe da un minimo di 200 euro ad un massimo di 1.000 euro. E' stata questa l'ultima versione dei tecnici sul tavolo del governo. Il tetto di reddito salirebbe a 22.000 euro (rispetto ai 20.000 delle simulazioni iniziali).
Secondo le ipotesi tecniche, un pensionato solo, per esempio, prenderà un contributo di 200 euro se ha un reddito annuo fino a 15.000 euro. Per le famiglie gli scaglioni di reddito sarebbero tre: 17.000, 20.000, 22.000. Il contributo varierà anche a seconda del numero dei figli. Al massimo l'una tantum per le famiglie dovrebbe variare da un minimo di 300 euro ad un massimo di 1.000 euro. Secondo fonti tecniche al lavoro sul dossier, il costo di questa misura dovrebbe aggirarsi intorno ai 2,3 miliardi di euro.
- Ecco tutte le misure del decreto anticrisi (Corriere.it)
ECCO IL PIANO ANTICRISI DELLA REGIONE SICILIA
di Antonio Fraschilla (Repubblica/Palermo, 27 novembre 2008)
Un piano regionale contro la crisi economica che sta colpendo l'economia siciliana. Secondo i dati della Camera di commercio, solo a Palermo nei primi nove mesi del 2008 hanno chiuso i battenti 3.955 imprese a fronte di 3.897 nuove iscrizioni, con un saldo negativo che non si registrava da 10 anni. In bilico 5 mila posti di lavoro.
Il governatore Raffaele Lombardo annuncia a sindacati, Confindustria, artigiani e agricoltori, i punti principali di un programmazione d'azione per «misure straordinarie a imprese e famiglie».
Gli interventi principali? «Rilancio delle opere pubbliche con in ballo 4 miliardi di euro di investimenti privati, accelerazione dei tempi di pagamento della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, immediata esecuzione dei progetti cantierabili e aumento dei livelli di protezione sociale a favore dei lavoratori e delle famiglie».
A Palazzo d'Orleans il governatore convoca i vertici delle banche regionali e dell'Abi Sicilia «per assicurare i crediti alle imprese». «L'emergenza socioeconomica provocata dalla crisi dei mercati finanziari internazionali ha effetti significativi anche in Sicilia - dice Lombardo - Sono necessarie misure straordinarie a favore delle famiglie e delle imprese».
Il presidente della Regione attacca poi la Cai, la nuova Alitalia, che metterà in mobilità 160 lavoratori dello scalo di Punta Raisi con il taglio del 40 per cento dei voli: «Le scelte della società penalizzano la Sicilia perché non tengono conto del piano degli investimenti aeroportuali che stiamo effettuando per aumentare i volumi di traffico», dice Lombardo.
Tutti, dai sindacati alle associazioni di categoria, hanno presentato le loro proposte per superare la crisi. Maurizio Bernava, segretario regionale della Cisl, ha chiesto la firma «di un patto sociale»: «Abbiamo proposto al governatore l'istituzione di un fondo sociale da assegnare agli enti locali per sostegni alle famiglie - dice Bernava - il finanziamento con 80 milioni all'anno del credito d'imposta alle imprese con fondi i fondi Europei del Fas. Purtroppo nel bilancio di previsione varato dalla giunta regionale non c'è traccia di tutto questo».
La Cgil ha proposto la detassazione delle tredicesime: «Tecnicamente la Regione può avviare gli sgravi fiscali sulle tredicesime con un investimento di 35 milioni di euro - dice il segretario regionale Italo Tripi - Inoltre abbiamo chiesto che vengano resi immediatamente cantierabili i lavori già appaltati».
Un ritornello, questo, ripetuto dal presidente siciliano di Confindustria Ivan Lo Bello: «Lombardo ci ha dato rassicurazione sullo sblocco ai grandi cantieri che darebbero il via a 4 miliardi di euro d'investimenti privati - dice Lo Bello - I rigassificatori di Priolo e Porto Empedocle valgono 1,5 miliardi, Terna ha pronti interventi per 600 milioni di euro, e in attesa di autorizzazioni definitive dalla Regione sono anche Eni ed Enel». Per il leader degli industriali «rimane in piedi l'istituzione di un fondo da 100 milioni di euro per i cofidi».
Il segretario regionale della Cna, Mario Filippello, ha chiesto l'avvio immediato «di una task-force per snellire le pratiche inevase che da anni giacciono nei cassetti degli assessorati». Su questo punto Lombardo ha assicurato un intervento nei confronti della macchina burocratica regionale per «sbloccare i pagamenti alle imprese».
La crisi intanto è sempre più forte. Secondo i dati della Camera di commercio in questo 2008 diminuiranno le aziende attive in provincia di Palermo per la prima volta negli ultimi 10 anni. Il registro delle imprese segna un saldo negativo, tra iscrizioni e cessazioni, di 58 attività, a fronte di un saldo positivo nel 2007 di 1.059 imprese.
I settori più colpiti sono il commercio (che segna una diminuzione di 506 imprese attive), l'agricoltura (meno 307), le attività manifatturiere (meno 163) e le costruzioni (meno 75). In calo perfino alberghi e ristoranti, che nel 2007 erano aumentati e che a settembre del 2008 segnavano già un meno 4. «Sono dati allarmanti, che segnano una storica inversione di tendenza - dice il presidente della Camera di commercio di Palermo, Roberto Helg - Il dato poi non tiene conto di un fattore importante: che spesso le nuove iscrizioni sono di attività a dipendenti unico, che nascono più per la fame di lavoro che per reali esigenze del mercato».