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Via libera al rigassificatore di Porto Empedocle

Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso dell'Enel contro lo stop all'impianto: un investimento di oltre 800 mln di euro che darà occupazione a 900 persone

20 luglio 2011

Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato dall'Enel contro lo stop alla realizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle. È quanto emerge dal dispositivo della sentenza: "Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale accoglie gli appelli principali", si legge nel testo, in riferimento al ricorso di Enel nei confronti della sentenza del Tar del Lazio del 2010 con cui veniva interrotta la costruzione del rigassificatore nel comune siciliano.

La sentenza chiude una vicenda annosa che riguarda la ripresa dei lavori per completare un impianto con una capacità di 8 miliardi di metri cubi all'anno. Un'opera contro cui si è schierato il Comune di Agrigento, lamentando di non essere stato consultato in merito al via libera per la costruzione dell'impianto. In ballo un investimento di oltre 800 milioni di euro, con lavori che dovrebbero durare 54 mesi, ovvero quattro anni e mezzo. Un cantiere che darà occupazione fino a 900 persone, mentre l'impianto in esercizio necessiterebbe di 120 persone (200 con l'indotto).
Il piano aveva ottenuto il via libera già nell'ottobre del 2009, con l'autorizzazione concordata dalla Regione Siciliana insieme con i ministeri dell'Ambiente e delle Infrastrutture. Ma la decisione era stata subito criticata dal Comune di Agrigento, che con altre associazioni ha fatto ricorso al Tar del Lazio nel gennaio 2010, chiedendo l'annullamento dell'autorizzazione. Volontà che è stata accolta dal Tribunale, determinando il blocco dei lavori per l'impianto. A questo punto l'Enel, attraverso Nuove Energie, ha fatto ricorso al Consiglio di Stato.
Uno dei nodi principali ha riguardato gli interessi del Comune di Agrigento, che, appunto, lamentava di non essere stato consultato sul via libera per l'impianto. Mentre l'azienda ha sostenuto che il gasdotto di collegamento non attraversa il territorio del Comune di Agrigento. A ciò, si aggiunsero motivazioni ambientaliste, visto che il sindaco di Agrigento aveva denunciato il fatto che l'impianto sarebbe dovuto sorgere a poca distanza dalla Valle dei templi e della casa natale di Luigi Pirandello.

[Informazioni tratte da Ansa, Lasiciliaweb.it]

 

 

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20 luglio 2011
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