Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Via libera del Senato alla Finanziaria 2010

Restano fuori la banca del sud, i fondi per i giovani ricercatori, il mini-taglio all'Irap...

14 novembre 2009

L’Aula del Senato ha approvato ieri la manovra di bilancio per il 2010 che passa adesso alla Camera per la seconda lettura. L'assemblea ha approvato la manovra introducendo solo le modifiche contenute nel maxi-emendamento presentato dal relatore Maurizio Saia.
I senatori dopo aver approvato il ddl Finanziaria con 149 sì, 122 no e 3 astenuti, hanno dato anche il via libera alla Nota di variazione e al ddl Bilancio (148 voti a favore, 112 contrari e nessun astenuto).
Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, si è detto sodisfatto dello "straordinario e responsabile lavoro fatto in questi giorni" tuttavia ha spiegato in una nota che "alla Camera, in seconda lettura, non mancheranno occasioni per ulteriori comuni approfondimenti e riflessioni".

A rimanere fuori dall'approvazione di Palazzo Madama la banca del Sud, tanto cara al ministro Tremonti, ma dichiarata "inammissibile". La misura sarà comunque quasi certamente introdotta nel passaggio alla Camera, per la seconda lettura. Il presidente dell'Aula Renato Schifani, nel dichiarare inammissibile l'emendamento non ha nascosto il suo dispiacere. Un parere che ha espresso "a malincuore", ma inevitabile perché il tema non è stato trattato nel corso della discussione della Finanziaria in commissione Bilancio, come prevede il regolamento di palazzo Madama. "Non vi è dubbio - ha detto Schifani - che non essendo stato nemmeno sfiorato è dichiarato inammissibile. Certamente l'emendamento verrà discusso dall'altro ramo del parlamento. Non mi dispiace che ne discuta l'altro ramo, ma credo che la discussione su entrambi i rami del parlamento, su un tema così importante, avrebbe potuto contribuire ad avviare e amplificare il dibattito".
Cancellati anche i fondi previsti per l'assunzione di giovani ricercatori. La denuncia è dell'Osservatorio della Ricerca, un gruppo trasversale di scienziati e ricercatori italiani. Lo stanziamento era stato previsto in un emendamento inizialmente presentato dal presidente della commissione Cultura, Antonio Possa (Pdl) e poi ritirato. Era allora stato fatto proprio dal Pd. La proposta di modifica prevedeva la spesa di 80 milioni di euro per assumere 4.200 ricercatori ma è stato bocciato e accolto dal governo solo come ordine del giorno. L'Osservatorio della Ricerca è sul piede di guerra e chiede spiegazioni al ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Per Ignazio Marino, senatore del Pd, "un Paese che non investe nei giovani scienziati è un Paese che svende il proprio futuro. È uno scandalo che non deve passare sotto silenzio. Dopo tante dichiarazioni di questo governo sull'importanza della ricerca nel nostro Paese, i fatti dimostrano una totale mancanza di una visione strategica per l'innovazione e lo sviluppo". L'ex candidato alla segreteria dei democratici ha fatto anche una proporzione con quanto avvene oltre confine: "Per la prima volta - ha sottolineato - i fondi per la ricerca, innovazione e sviluppo scendono in Italia sotto l'1 per cento del Pil mentre in Paesi come la Francia e la Germania superano ampliamente il 2 per cento".
Non è passato il pacchetto, composto da tre emendamenti, presentato da Mario Baldassarri, firmato anche dal Pd che conteneva il taglio delle imposte Irap, il quoziente familiare e cedolare secca sugli affitti. Lo stesso viceministro dell'Economia, Giuseppe Vegas, intervenendo ieri in aula ha ribadito che il taglio dell'Irap non può essere effettuato ora perché "esiste un problema di copertura".

La Finanziaria 2010 - La terza, e definitiva, versione della finanziaria si discosta poco dalla proposta di modifica originale. Il pacchetto complessivamente dovrebbe valere circa 300 milioni di euro. Vengono stanziati i fondi per la sicurezza (100 milioni), che saranno coperti, in parte, dalla vendita di immobili confiscati alla mafia. Un comma dell'emendamento prevede infatti la possibilità di vendere i beni che non sono utilizzabili a fini sociali e destinare le entrate per il 50% al ministero dell'Interno e per il 50% al ministero della Giustizia "per assicurare il funzionamento e il potenziamento degli uffici giudiziari e degli altri servizi istituzionali".
E' previsto lo stanziamento di 15 milioni di euro l'anno (per il 2010-2011) e 20 milioni di euro (per il 2012) per le regioni del sud che incentivano i progetti coordinati dal consiglio nazionale delle ricerche in materia di tecnologie avanzate per l'efficienza energetica, tutela dell'ambientale, metodologie innovative per il made in Italy agroalimentare, produzione di farmaci biotecnologici.
E anche quest'anno arrivano in Finanziaria alcune 'micro-misure'. Vengono stanziati quattro milioni di euro per la diffusione di defibrillatori semiautomatici e automatici esterni, che diventano 2 milioni per i successivi due anni. Arriva inoltre il divieto di utilizzare i marchi delle forze armate sanzionato con multe comprese tra 1.000 e 5.000 euro per chi non rispetta la norma. L'emendamento prevede il copyright anche per l'arma dei Carabiniere e la Guardia di finanza che avranno "l'uso esclusivo delle proprie denominazioni, dei propri stemmi, degli emblemi e di ogni altro segno distintivo".
Per le regioni che sono state colpite dal maltempo, il 6 giugno di quest'anno, arrivano 10 milioni di euro. Per i prodotti a lunga stagionatura viene autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per "il riconoscimento dei contributi alla produzione".
Vengono salvati i contributi alle testate giornalistiche che hanno cambiato denominazione sociale, come il Secondo l'Italia che dopo la fusione di An e Forza Italia nel Pdl non è più organo di partito. Per il settore agricolo è prevista una proroga delle agevolazioni contributive, che vale 154,5 milioni. Ma dall'altra parte vengono tagliate le agevolazioni sulle accise sul biodiesel, prevedendo un gettito di 88,7 milioni.
Merita particolare attenzione un micro-intervento, contenuto nella prima versione del maxi-emendamento, sparito nella seconda versione, tornato nella terza e giudicato infine inammissibile. E' il comma che prevedeva la detrazione Iva per la compravendita di tartufi. Questione di ammissibilità era stata sollevata anche per la norma che prevede la destinazione delle somme dei beni confiscati alla mafia a Giustizia e Sicurezza. Schifani ha ritenuto invece ammissibile la norma perché, anche se i temi non erano stati affrontati direttamente nel corso dei lavori della commissione Bilancio, la materia, in generale, era stata trattata nel corso delle sedute.

Contro quest'ultima norma ha lanciato un appello don Luigi Ciotti, fondatore della rete antimafie Libera. Don Ciotti ha fatto un appello pubblico a tutte le forze politiche affinchè "la Camera cancelli la norma sulla vendita dei beni confiscati" ai boss mafiosi introdotta dal Senato nella legge finanziaria. "Con l'emendamento votato al Senato che consente la vendita dei beni immobili confiscati alle mafie - denuncia don Ciotti- viene di fatto tradito l'impegno assunto con il milione di cittadini che nel 1996 firmarono la proposta per la legge sull'uso sociale dei beni confiscati alla mafia e la loro restituzione alla collettività. Il divieto di vendere questi beni è un principio che non può e non deve, salvo eccezioni, essere messo in discussione. Se l'obbiettivo è quello di recuperare risorse finanziarie strumenti già ce ne sono, a partire dal "Fondo unico giustizia" alimentato con i soldi "liquidi" sottratti alle attività criminali, di cui una parte deve essere destinata prioritariamente ai famigliari delle vittime di mafia e ai testimoni di giustizi". "Ma è - spiega don Ciotti- un tragico errore vendere i beni correndo di fatto il rischio di restituirli alle organizzazioni criminali, capaci di mettere in campo ingegnosi sistemi di intermediari e prestanome e già pronte per riacquistarli, come ci risulta da molteplici segnali arrivati dai territori più esposti all'influenza dei clan. Facciamo un appello a tutte le forze politiche perché questo emendamento, che rischia di tradursi in un ulteriore "regalo" alle mafie, venga abolito nel passaggio alla Camera".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Corriere.it]

 

 

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

14 novembre 2009
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia