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Viadotti che crollano, tipo una tradizione...

Ricordate il crollo del ponte sul fiume Verdura? E quello del viadotto Petrulla? Intanto, riguardo il viadotto Scorciavacche...

20 gennaio 2015

Il crollo del viadotto Scorciavacche è solo l’ultimo dei crolli del sistema viario siciliano che sembra poterne "vantare una sostanziosa tradizione".
In questo articolo, oltre al sopracitato, ne ricordiamo due: il crollo del ponte sul fiume Verdura (Sciacca - Ag) e il collasso del viadotto Petrulla, tra Ravanusa e Licata (Ag). Quest’ultimo, avvenuto lo scorso luglio, per pochissimo no si è tramutato in una vera tragedia (LEGGI).

Per quanto riguarda il primo citato, proprio ieri la procura della Repubblica di Sciacca ha chiesto il rinvio a giudizio per due dipendenti dell'Anas in relazione all'inchiesta sul crollo del ponte lungo la statale 155, verificatosi il 2 febbraio del 2012. L'ipotesi di reato è disastro colposo. Il processo è stato chiesto per Ignazio Calvaruso, capo del nucleo di manutenzione dell'Anas, competente su quel tratto di strada, e per Antonino Tumminello, capo cantoniere addetto alla sorveglianza del ponte.
La richiesta di rinvio a giudizio arriva mentre ancora non si sono sopite le polemiche sul crollo del viadotto Scorciavacche. Una vicenda sulla quale pende un'inchiesta della Procura e una dell'Anticorruzione (LEGGI) e sulla quale era intervenuto anche il premier Matteo Renzi che ha chiesto l'immediata individuazione dei responsabili.
Intanto vogliamo riportare di seguito l’inchiesta di Report realizzata per il Corriere.it, nella quale viene fatta la cronostoria del viadotto che durò da Natale a Capodanno. Buona Lettura!

VIADOTTO CROLLATO, LA VERA STORIA
di
Giovanna Boursier e Milena Gabanelli (Reportime - Corriere.it, 20 gennaio 2015)

"Voglio il responsabile di quello che è successo al viadotto di Palermo" ha dichiarato il presidente del Consiglio una settimana fa. Ci penserà la procura di Termini Imerese. Mettendo in fila i fatti potrebbe intanto farsi un’idea: il 23 Dicembre Pietro Ciucci, Presidente e Amministratore delegato di Anas, raduna telecamere e cronisti per inaugurare il viadotto sulla statale Agrigento Palermo. Una settimana dopo Anas lo chiude perché metà della carreggiata di accesso è sprofondata. La notizia del crollo trapela il 3 gennaio, quattro giorni dopo Ciucci si reca sul posto per dire che "si tratta di cedimento anomalo della rampa d’accesso", e il ripristino toccherà al consorzio della Bolognetta a cui Anas ha appaltato i lavori nel 2008, cioè la Cmc di Ravenna, la bolognese Ccc, e la catanese Tecnis, entrata nel 2011. L’errore, secondo Ciucci, starebbe nella progettazione o nell’esecuzione dei lavori.

Ma chi ha eseguito il collaudo, obbligatorio per legge, e cosa c’è scritto nella relazione? Nulla, perché non è mai stato fatto. La Commissione, incaricata nel 2013, composta dall’Ingegner Michele Minenna (ex dirigente Anas), Fausto De Santis, capo della segreteria tecnica di Ciucci, ed Eugenio Gebbia, capo compartimento della Campania, non ha neppure fatto i sopralluoghi. L’ing Minenna (incaricato del collaudo statico) non è mai andato in Sicilia perché "I sopralluoghi si fanno quando c’è qualcosa da vedere, vale a dire almeno il 15-20% del lavoro, a fine ottobre erano circa al 7%. Quando il direttore lavori mi ha detto che intendevano chiudere quel cantiere entro Natale, e non a Marzo come previsto, ho dato dimissioni poiché in quei giorni avevo gravi problemi familiari e non potevo recarmi sul posto per le dovute visite in corso d’opera".
Era l’11 Novembre. Due giorni dopo si dimette anche De Santis "a me spettava il collaudo tecnico amministrativo, ma mi sono reso conto che era un incarico non alla mia portata". Da regolamento De Santis non avrebbe nemmeno dovuto essere nominato non essendo in possesso di laurea. Comunque Anas incarica due nuovi sostituti: Bruno Brunelletti e Eleonora Cesolini. Ma nemmeno loro effettuano il collaudo.

Il 14 gennaio, Pietro Ciucci, convocato in Senato a riferire davanti alla Commissione lavori pubblici, dichiara che l’apertura di quella strada era "provvisoria", e che è stato grazie ai tecnici Anas che il 30 dicembre è stata chiusa "in via cautelativa" per non mettere in pericolo gli utenti.
Un ingegnere che ha lavorato per Anas fino a pochi anni fa, e che ha chiesto l’anonimato ci racconta: "Quando ho visto le foto del crollo mi sono accorto di due grossi tubi che spuntavano dai lati del rilevato stradale. Evidentemente si sono accorti che il rilevato era pieno d’acqua (in quei giorni era piovuto molto) e hanno messo i tubi per farla uscire, solo che è rimasta imprigionata sotto l’asfalto. La loro grandezza indica una importante portata d’acqua, che deve cadere lontano dalla base, altrimenti la erode e si porta via tutto. Tutta quella fretta è stata una stupidità perché in Sicilia i terreni sono infidi e i piani d’appoggio dei rilevati devono stagionare".
Per aprire la strada in sicurezza quindi bisognava lasciare assestare l’opera, tant’è che Matteucci, Presidente della Cmc, subito dopo il crollo dichiara: "Adesso penso che se ci fossimo presi il tempo... col senno di poi". Secondo la nostra fonte, quando un’azienda anticipa la consegna incassa un bonus, ma lo incasserebbe anche Pietro Ciucci, che scade nel 2016: come si fa a scaricare un amministratore che chiude un’opera prima del previsto?

Nominato Presidente, Amministratore delegato e Direttore Generale di Anas da Prodi nel 2006, rinuncia alla carica di Direttore Generale a settembre 2013, andando in pensione perché la legge non consente più il cumulo delle cariche. Incassa una liquidazione di 1.805.000 euro e 779.000 euro di indennità per mancato preavviso. Tuttavia è stato riconfermato fino al 2016 come Presidente e Amministratore Delegato.
Oggi Pietro Ciucci non si assume la responsabilità di aver inaugurato un viadotto senza collaudo, mettendo per una settimana a rischio la vita degli automobilisti. Nell’audizione al Senato ha dichiarato che il Direttore dei lavori aveva prodotto il "certificato di agibilità", che però è consentito dalla legge solo in casi di urgenza assoluta. Quali sarebbero state le urgenze invece non lo ha spiegato, mentre ha trovato un colpevole da consegnare a Renzi: sabato ha rimosso Claudio Bucci, il responsabile dell’Area costruzioni in Sicilia. Più che un siluramento potrebbe essere un favore, visto che Bucci è tornato con lo stesso incarico all’Aquila, dove da anni risiede con la moglie, anche lei funzionaria Anas. Al suo posto, il 15 gennaio, Ciucci ha messo Sergio Lagrotteria, ma lo ha rimosso 24 ore dopo perché è saltata fuori una condanna in primo grado del 2010 per un affare di tangenti ed escavazioni selvagge, anche se poi è stato assolto in appello per prescrizione del reato. L’incarico dovrebbe approdare a Domenico Renda, responsabile esecutivo dell’Anas siciliana.

Intanto si è dimessa Maria Cannata, rappresentante del ministero dell’Economia in Cda Anas; siccome i componenti sono tre, potrebbe decadere l’intero Cda di Anas. Sembra stia dando le dimissioni anche Alessandra Del Verme del collegio sindacale, sempre in quota ministero dell’Economia. Forse il Ministro sta decidendo di non lasciare più in mano Anas a chi non avrebbe rispettato le regole, evitando che la storia si chiuda come al solito, aspettando il lavoro dei magistrati.

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20 gennaio 2015
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