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Viaggio in Italia

Ragusa, Siracusa e Palermo: la tre giorni siciliana del presidente Ciampi, segna la 100ma tappa del suo viaggio lungo le province italiane

12 gennaio 2006

Ieri davanti alla prefettura di Ragusa, ad accogliere il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e sua moglie, la signora Franca, c'è stata una folla osannante e applaudente. Prima giornata di una visita di tre giorni in Sicilia del capo dello Stato, e prima volta che il capoluogo ibleo riceve la visita da parte di un presidente della Repubblica.
Sceso dall'auto proprio davanti al palazzo del governo provinciale, il presidente con accanto la sua consorte è stato salutato da un lunghissimo applauso. Tanti i bambini e tanti i giovani, tantissimo l'entusiasmo. Le forze dell'ordine sono dovute intervenire per bloccare moltissimi cittadini che volevano avvicinarsi alla coppia presidenziale.
Il presidente della Repubblica, raggiante e sorridente si è intrattenuto a lungo ringraziando i cittadini, quindi ha pronunciato il primo discorso: ''Tutto il nostro impegno civile, tutte le nostre risorse morali debbono essere volte a sconfiggere quel male antico che ha nome mafia. Nel combatterla, sono stati fatti progressi, e altri ne faremo. Mi rivolgo con particolar fiducia ai giovani, la cui volontà di partecipazione alla difesa delle istituzioni contro le aggressioni della criminalità organizzata, manifestatasi anche di recente, è motivo di speranza per tutti''. Un riferimento chiarissimo, ancora una volta, ai ragazzi di Locri che dopo l'assassinio del vicepresidente del consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, scesero in piazza per manifestare tutto lo sdegno e la contrarietà nei confronti della mafia.

Ciampi ha poi rivolto un invito ai politici parlando delle prossime elezioni: ''In questi tempi di accesi confronti politici, in vista di un traguardo elettorale che sottoporrà tutti al giudizio del popolo, invito i contendenti a esprimere con pacatezza, misura e rispetto gli uni degli altri. Dialogo e confronto vanno praticati, tanto sono più rari quanto più preziosi. Bisogna andare alle elezioni con misura e rispetto reciproco. Il popolo italiano darà un giudizio, che sarà tanto più ragionato, tanto più meditato, tanto più proficuo per il nostro Paese, quanto più i contendenti avranno saputo esprimere con pacatezza, misura e rispetto gli uni degli altri, le loro argomentazioni, le loro proposte, i loro programmi''.
Il presidente ha preso le mosse per questo invito ai politici dal ricordo di Giorgio La Pira, ''uno dei grandi italiani del nostro tempo'', nato a Pozzallo, in provincia di Ragusa, di cui Ciampi ha proposto l'insegnamento ai giovani e ''non solo a loro'', come una lezione di ''virtù civili da coltivare nella pratica del dialogo e del confronto, tanto rara quanto preziosa''.

Ad accogliere il presidente Ciampi ovviamente c'era il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, che ha pronunciato il discorso di benvenuto: ''Signor presidente, rendo omaggio al suo impegno che, nel corso di quasi sette anni, l'ha portata a conoscere le province italiane per esaltarne la potenzialità e sostenere l'impegno dall'alto della sua autorevole carica istituzionale con la passione di 'italiano fra gli italiani', come ha amato più volte definirsi''. ''Ancora una volta come in passato - ha aggiunto Cuffaro - la Sicilia può essere un'opportunità che genera un modello; nessun modello è perfetto e immune dai limiti, ma da un modello occorre partire. A noi il compito di crederci e di condividerlo per farne un'effettiva possibilità, per noi e per tutti. Occorre però rilevare che, mentre i ragusani sono impegnati in questa lenta e qualifica opera, sulle coste della provincia continuano a ritmo ininterrotto gli sbarchi di immigrati clandestini che, sfidando la morte, cercano tra noi un'opportunità di vita migliore di quella disastrosa che si sono lasciata alle spalle. Le forze dell'ordine, i volontari, le istituzioni, non si fermano un attimo per ridurre al minimo i rischi e offrire a questi disgraziati una migliore opportunità per la loro vita. Ma tutto ciò non basta, non può bastare''.
Cuffaro ha poi fatto riferimento alla mafia: ''In Sicilia - ha detto il governatore - non può essere ignorato il peso derivante dalla presenza di fenomeni di delinquenza criminale e mafiosa che frenano e talvolta fermano buone e opportune iniziative. A tutti questi fenomeni il governo regionale ha contrapposto tutti gli strumenti diretti e indiretti di cui dispone, sia con attività amministrative di contrasto alla mafia sia in un rapporto stretto con le forze imprenditoriali e sindacali locali''.

Il discorso sulla mafia è stato poi ancora ripreso da Ciampi, che si è rivolto in particolar modo ai giovani: ''I ragazzi di Calabria sono una speranza per tutti. E non bisogna dimenticare i magistrati uccisi. Essi diedero consapevolmente la loro vita per il bene di tutta la società, non dimenticheremo mai il loro sacrificio. Venerdì sarò a Palermo per ricordarli con una celebrazione solenne. Lo sento come un dovere''.
E poi ancora ai giovani si è rivolto, non solo a quelli presenti nella sala della Camera di Commercio, dove ha pronunciato il suo discorso, ma anche a quelli che ha incontrato nelle prime ore del mattino, e in tutti i suoi viaggi in Italia: ''Ognuno sa quanta sofferenza ci sia nell'animo di quei giovani, che spesso, troppo spesso, dopo aver frequentato ottime scuole, fino ai più alti livelli, si trovano a dover scegliere fra l'ansiosa ricerca di occupazioni precarie o l'emigrazione verso quelle regioni d'Italia dove il problema non è di trovare lavoro, ma di trovare lavoratori [...] Le vostre ansie sono le nostre ansie''.

Parlando dell'economia italiana, Ciampi ha voluto spendere un messaggio di speranza: ''Anche se oggi attraversiamo una fase di ristagno, l'Italia sicuramente uscirà da questa condizione''. Il presidente della Repubblica ha poi ricordato che quella di Ragusa è la centesima tappa del suo viaggio lungo il Paese, ormai prossimo alla conclusione: ''Se non avessi intrapreso e pressocché completato questo viaggio - ha affermato - non avrei oggi nel cuore tanto amore per la nostra Patria, tanto orgoglio per il suo glorioso passato, fiducia nel suo avvenire e nelle virtù della nostra gente. Sono questi i sentimenti che oggi voglio condividere con voi''. Per il capo dello Stato ''non è la fortuna e neppure la natura benevola che hanno fatto l'Italia com'è: ma l'opera, la virtù dell'uomo''.

Oggi il presidente visiterà Siracusa e concluderà la sua visita in Sicilia domani a Palermo.

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12 gennaio 2006
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