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Vicini ad un vaccino contro la malaria. In Africa la sperimentazione di uno dei preparati più promettenti

23 ottobre 2007

La malaria è una malattia parassitaria causata dal plasmodio, un parassita unicellulare. La trasmissione del parassita, che avviene attraverso le zanzare del genere Anopheles, dipende dal clima caldo-umido e dall'altimetria e spesso raggiunge i picchi più alti nella stagione delle piogge.
Quando una zanzara Anopheles portatrice del parassita della malaria punge una persona, il parassita entra nel suo sangue, si moltiplica e può causare la malattia o anche la morte. Quando un'altra zanzara punge questa persona, il parassita passa dall'uomo all'insetto, e il ciclo continua...
Ogni anno nel mondo si verificano dai 300 ai 500 milioni di casi di malaria, e tra questi si registrano tra 1 e 2 milioni di morti all'anno. I decessi si verificano per il 90% in Africa e interessano prevalentemente bambini al di sotto dei 5 anni, infatti la malaria è tra i principali killer dei bambini in Africa, non protetti dall'immunità generica presente negli adulti (tranne le donne in gravidanza).
La malaria costituisce il 30-50% di tutti i ricoveri ospedalieri in Africa, pertanto è responsabile della perdita di 12 miliardi di dollari per anno. Negli ultimi anni, a causa delle mutazioni climatiche, dei movimenti delle popolazioni e dello sfascio dei sistemi sanitari e di sorveglianza nonché lo sviluppo della resistenze ai farmaci finora utilizzati, la media annua dei casi si è quadruplicata.

Nonostante esistano farmaci di comprovata efficacia, molti Paesi africani continuano ad usare nei loro protocolli nazionali per curare la malaria la clorochina o il Fansidar, spesso in inutile associazione, anche quando si sono già sviluppate ampie resistenze. Ad oggi solo una ventina di Paesi africani ed asiatici hanno modificato i propri protocolli nazionali o hanno annunciato l'intenzione di farlo prossimamente introducendo l'ACT, ossia la terapia considerata ideale che combina l'uso di due farmaci con meccanismi d'azione diversi, riducendo così notevolmente le probabilità di sviluppo di una resistenza. Usando tali terapie di combinazione, un attacco di malaria può essere debellato in soli 3 giorni.
Molto spesso, purtroppo molti Paesi africani per mancanza di risorse sono costretti ad accontentarsi di terapie meno utili perché meno costose.
La terapia ACT attualmente costa infatti molto di più di altre terapie standard: se il prezzo medio della vecchia terapia si aggira sui 0,10 centesimi di $, il prezzo più basso di tre giorni di terapia con ACT è $ 1,5, quindici volte più caro! Inoltre, le scorte del farmaco sono ancora limitate. Alla raccomandazione dell'Organizzazione mondiale della Sanità di usare la ACT, dell'aprile del 2001, non è seguita la garanzia dei fondi necessari per stimolare i produttori europei, indiani, africani, vietnamiti e cinesi ad aumentare gradualmente la produzione.

Per contrastare la malaria nei Paesi d'Africa molto è stato fatto dalle fondazione private sensibili alla povertà del popolo del grande continente, come ad esempio quella creata da Bill Gates e da sua moglie, la Fondazione Gates appunto, che ha donato 258,3 milioni di dollari per questa causa. Ben 107 milioni di dollari dell'intero ammontare della gigantesca cifra erano indirizzati alla ricerca sui vaccini, ricerca che, sembra, inizia a dare buoni frutti. Come ha recentemente riporta il New York Times la sperimentazione clinica sui vaccini è in stato avanzato e il più promettente è il Mosquirix, messo a punto dalla GlaxoSmithKline. La notizia è che ''il rischio di contrarre la malattia con questo vaccino, chiamato anche RTS,S, è ridotto del 65 per cento e che sono iniziate le prime sperimentazioni sui bambini al di sotto dell'anno, considerati la fascia demografica più vulnerabile''.
La ricerca, pubblicata su The Lancet, si riferisce a 214 bambini del Mozambico, rivelando risultati considerati molto soddisfacenti dalla comunità scientifica.
A questo punto le previsioni di commercializzazione per l'RTS,S potrebbero essere entro il 2012. Gli ultimi test, risalenti al 2004, avevano coinvolto un campione di 2.022 bambini dagli 1 ai 4 anni, riscontrando una protezione del 45 per cento.

Questa è la prima volta che un vaccino antimalarico entra in una fase così avanzata di sperimentazione clinica. Un vaccino antimalarico sarebbe un passo in avanti gigantesco e, come sostiene Pedro Alonso che guida i trials della GlaxoSmithKline, ''siamo vicinissimi alla realizzazione di una protezione definitiva per i bimbi africani''.

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23 ottobre 2007
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