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Virus A/H1N1: entro settembre il vaccino

Intanto aumentano i casi di contagio nel mondo e i governi corrono ai ripari per tentare di arginare la pandemia

07 agosto 2009

Sono 1.154 le vittime della nuova influenza in tutto il mondo. A renderlo noto il nuovo bilancio dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), che parla di 162.380 casi di contagio da virus A /H1N1 fino al 31 luglio. secondo il nuovo rapporto pubblicato sul sito dell'Oms, inoltre, l'influenza 'suina' ha raggiunto, in totale, 168 Paesi. L'Oms ha inserito nella lista dei Paesi colpiti dalla nuova influenza l'Azerbaijan, il Gabon, Grenada, Kazakistan, Moldova, Monaco, Nauru, Swaziland e Suriname.

L'influenza A/H1N1 potrebbe contagiare due miliardi di persone, ha rivelato l'altro ieri a Ginevra la portavoce dell'Organizzazione mondiale della Sanità Aphaluck Bhatiasevi. Per la fine della pandemia - ha spiegato l'Oms - dal 15 al 45% della popolazione potrà essere stata infettata dal virus ma si stima una probabile media del 30%, pari appunto a due miliardi. Per quanto riguarda la resistenza agli antivirali usati contro l'A/H1N1, l'Oms ha precisato che finora sono stati osservati sei casi in Danimarca, Hong Kong, Canada e Giappone (tre pazienti nipponici). A cinque dei sei pazienti, ora in via di miglioramento, è stato somministrato l'oseltamivir (Tamiflu), farmaco antivirale usato nel trattamento e nella profilassi dell nuova influenza.
Mercoledì scorso l'Organizzazione panamericana della sanità (Ops) ha fatto sapere che vicino alla frontiera tra Stati Uniti e Messico sono stati registrati alcuni casi di nuova influenza resistenti al Tamiflu. "Abbiamo trovato dei casi di resistenza al tamiflu sul confine - ha spiegato Maria Teresa Cerqueira, a capo dell'ufficio locale dell'Ops - abbiamo osservato dei casi a El Paso e vicino a McAllen, in Texas". Gli esperti riuniti a La Jolla, in California, per discutere della situazione hanno spiegato che la resistenza al farmaco è probabilmente dovuta a un uso eccessivo del medicinale.
Sempre secondo il rapporto Oms, il continente americano risulta ancora la zona più colpita con 98.242 casi e 1.008 decessi. Al secondo posto c'è la regione del Pacifico Occidentale con 26.661 casi e 39 morti. Segue l'Europa (26.089 casi e 41 morti), l'Asia sud-orientale (9.858 casi e 65vittime), il Mediterraneo Orientale (1.301 casi e un morto) e infine l'Africa (229 casi, nessuna vittima).

E sono diverse le misure che i governi modiali stanno adottando per tentare di arginare la pandemia. Dopo la decisione dei ministri della Sanità arabi di limitare i pellegrinaggi alla Mecca e dopo la richiesta da parte dell'Arabia Saudita di un certificato di buona salute da parte di tutti i viaggiatori, arriva la decisione dell'Iran: pellegrinaggi al bando. Piccole modifiche di culto anche in alcuni paesi cattolici.
Per evitare la diffusione del virus pandemico il ministero della Sanità dell'Iran ha messo al bando tutti i viaggi religiosi, anche il più importante, l'Hajj, che si tiene a novembre. Secondo il ministro Mohammad Bagher Lankarani, il Paese non avrà dunque pellegrini in Arabia Saudita durante il mese del Ramadan che, inizia il 22 agosto: si teme che la presenza milioni di pellegrini alla Mecca. Secondo la stampa iraniana le autorità sanitarie stanno programmando un sistema per controllare i pellegrini che rientrano dall'Arabia Saudita. I ministri della sanità araba avevano già fissato una serie di restrizioni al tradizionale pellegrinaggio alla Mecca, escludendo coloro che hanno più di 65 anni e chi ne ha meno di 12, così come le persone malate di diabete, ipertensione e altri problemi legati al cuore, al fegato e ai reni. L'Arabia Saudita, inoltre, ha deciso di chiedere ai pellegrini un certificato medico che dimostri che non soffrono di malattie croniche.
La Tunisia ha invece sospeso l'Omra, un pellegrinaggio alla Mecca che può essere effettuato in qualsiasi momento dell'anno. Circa 30.000 tunisini vi prendono parte ogni anno. Per quanto riguarda l'Hajj, in programma a novembre, le autorità si sono riservate di decidere prossimamente: per il momento hanno inasprito i criteri di selezione dei candidati.
In Messico, dove il 90% della popolazione è cattolica, sono state prese delle misure da inizio maggio che per i luoghi di culto si sono tradotte nella soppressione di alcune messe domenicali e nella chiusura delle scuole religiose: del resto la popolazione da allora diserta i luoghi di culto tradizionalmente affollati.
In Brasile la chiesa cattolica ha suggerito ai fedeli di non scambiarsi più il segno di pace o di tenersi per mano durante le preghiere. Ha anche chiesto che l'ostia sia posta in mano ai fedeli e non più in bocca. Una iniziativa simile è stata adottata in Portogallo dove il segno di pace è stato sostituito con un semplice gesto del capo e dove si è deciso di non mettere più l'acqua nelle acquesantiere.

Dal fronte vaccinazione, secondo quanto riferito dall'Oms, i vaccini contro l'influenza A/H1N1 saranno pronti e approvati entro settembre, dopo che saranno arrivati i risultati preliminari dei test che inizierano questo mese. "Attualmente il vaccino viene sperimentato in cinque Paesi fra cui Cina, Australia, Usa e Gran Bretagna", ha detto Marie-Paule Kieny, direttore della ricerca sui vaccini dell'Oms. Entro i primi giorni di settembre, gli specialisti sapranno quante dosi saranno necessarie per immunizzare la popolazione contro il virus. Secondo i primi risultati dovrebbero servire due dosi di vaccino per garantire l'immunità dal virus H1N1, ma non è escluso che ne servano di più.

[Informazioni tratte da ASCA, Repubblica.it, Corriere.it]

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07 agosto 2009
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