Viva Palermo e...
E così il sindaco Diego Cammarata ha preferito disertare il Festino della Santuzza
Un fistinu finiu... Anche quest'anno, nonostante la penuria di risorse, il Capoluogo ha festeggiato la sua Santunzza, e anche quest'anno le celebrazione del 14 luglio hanno dato la misura di quanto i palermitani siano scontenti dell'anno trascorso. Termometro classico per misurare la "popolarità" degli amministratori, o meglio, del simbolo dell'amministrazione comunale, il sindaco, è il momento in cui il primo cittadino sale sul carro di Santa Rosalia, fermo al centro dei Quattro Canti, e offrendo alla Patrona un omaggio floreale grida: "Viva Palermo e Santa Rosalia". In quel momento il palermitano con i suoi applausi o con i suoi fischi manifesta la propria gratitudine o la propria disapprovazione.
Quest'anno il compito di gridare "Viva Palermo e Santa Rosalia" è stato affidato a Pino Caruso, l'amato attore palermitano che quest'anno ha avuto il ruolo da protagonista nella messa in scena del "fistinu". Il sindaco, Diego Cammarata, ha infatti preferito non esporsi troppo, vista l'accoglienza avuta da una rappresentanza di palermitani già al suo arrivo in Cattedrale, dove è stato costretto ad entrare da un ingresso secondario.
Fin dal pomeriggio, infatti, l'atmosfera non è stata delle migliori. Intorno alle 18 in Cattedrale si sono presentati un gruppo di cittadini pronti a sventolare un finto pass Ztl con su scritto "A + B-Abbiamo babbiato", e i senzatetto del Comitato lotta per la casa (che denuncio l'interruzione del dialogo tra il Comune e gli indigenti della città) sventolando striscioni e urlando slogan del tipo: "Santuzza liberaci da Cammarata". Questi ultimi avevano richiesto di poter leggere una nota prima dell'inizio dello spettacolo, ma alla fine la richiesta non è stata accordata. Un affronto, l'ennesimo, che i senzatetto non hanno perdonato e che ha fatto salire la tensione a dismisura.
Insomma, quest'anno, più che negli anni passati, "'u fistinu" è servito a dare sfogo al malcontento accumulato in città. E quest'anno di malcontento se ne è accumulato parecchio.
L'assenza di Cammarata alle celebrazioni è stata subito stigmatizzata dai politici dell'opposizione.
"Se il sindaco di Palermo non riesce nemmeno a partecipare al Festino di Santa Rosalia e fugge dalla Cattedrale perchè è incapace di affrontare le giuste proteste dei senza casa o le manifestazioni contro le tasse inventate per fare cassa vuol dire che è delegittimato anche dal popolo che lo ha eletto. Cammarata farebbe bene a trarne le ovvie conseguenze e a dimettersi". Giusto Catania, europarlamentare di Rifondazione Comunista ha così commentato il comportamento del sindaco. "E' davvero imbarazzante - ha detto ancora l'esponente del Prc - che il primo cittadino si sia dileguato durante i festeggiamenti in onore della patrona cittadina. Evidentemente il sindaco si rende conto del diffuso e insopportabile disagio sociale che vivono i palermitani solo il 14 luglio".
"A mia memoria questa è la prima volta in cui il sindaco di Palermo non partecipa al Festino. La fuga di Cammarata è segno della sua inadeguatezza e autodenuncia sulle dissennatezze propinate alla città" ha sostenuto la deputata del Pd Alessandra Siragusa. "E' ora che il sindaco prenda atto dei suoi troppi fallimenti e si dimetta", conclude Siragusa.
"L'assenza storica di Diego Cammarata dalla nottata del Festino, rappresenta un chiaro comportamento da ex sindaco", ha tuonato il consigliere comunale e coordinatore cittadino del Pd, Ninni Terminelli. "Non è, infatti, in alcun modo comprensibile né giustificabile che un sindaco possa tenere le contestazioni e i fischi di gruppi di manifestanti, eventi di fronte ai quali qualsiasi uomo politico e delle istituzioni è, in democrazia, preparato a ricevere". "Siamo ormai all'epilogo di una sindacatura - ha aggiunto - che ha visto protagonista un centrodestra forte nei consensi e debole nell'azione di governo, che ha deluso ogni aspettativa dei palermitani. Cammarata, imbarazzante sindaco da cui liberare la città, ha di fatto annunciato, ieri, la sua resa scegliendo un'assenza che offende pesantemente Palermo". "Questo Festino, inoltre, - ha concluso Terminelli - è il frutto di una delibera palesemente ricca di irregolarità e imperfezioni a cominciare dalla mancanza di un atto di nomina del direttore artistico Alfio Scuderi, di un obbligatorio parere di congruità e di un indice analitico dei costi che costituiscono un trionfo dell'approssimazione e del pressapochismo amministrativo. Un atto deliberativo, per sua stessa ammissione, che l'assessore alla Cultura Milone non ha mai conosciuto e letto".
Malgrado tutto, la notte del 14 luglio Palermo ha reso omaggio alla sua cara, carissima Santuzza. Lo spettacolo, anche senza Cammarata, si è svolto sfavillante e pieno di partecipazione, dalla Cattedrale fino al Foro Italiaco. I carri allegorici, i petali di rose, i colori e la musica hanno omaggiato anche tutti i sequestrati del mondo, con l'iniziativa "Light to freedom" che ha acceso un faro su Monte Pellegrino. Infine è stata la musica di Nino D'Angelo, amatissimo dai palermitani, i giochi di fuoco a mare, e "per i giovani" il concerto dei Tinturia. Al sindaco Cammarata non ci ha pensato più nessuno.
[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, la Repubblica / Palermo.it]