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Vizi privati senza pubbliche virtù...

Vittorio Feltri, di nuovo a capo de ''il Giornale'', va all'attacco dello Stato Vaticano

29 agosto 2009

'il Giornale' di Vittorio Feltri ha attaccato ieri in un editoriale il direttore dell''Avvenire' Dino Boffo e la Cei scende in campo a sua difesa. Prima ancora della Conferenza episcopale italiana è lo stesso Boffo ad entrare nel merito della prima pagina del 'Giornale' che titola "Il supermoralista condannato per molestie" riferendosi alla vicenda giudiziaria che che ha coinvolto il direttore del giornale dei vescovi italiani negli anni 2001 e il 2002, rinviato poi a giudizio nel 2004 dal Tribunale di Terni. La vicenda, riferisce Feltri, si è poi conclusa con un patteggiamento e il pagamento dell'ammenda da parte di Boffo. "La lettura dei giornali di questa mattina - ha scritto ieri Boffo in un comunicato sulle pagine on line dell'Avvenire' - mi ha riservato una sorpresa totale, non tanto rispetto al menù del giorno, quanto riguardo alla mia vita personale. Evidentemente 'il Giornale' di Vittorio Feltri sa anche quello che io non so, e per avallarlo non si fa scrupoli di montare una vicenda inverosimile, capziosa, assurda. Diciamo le cose con il loro nome: è un killeraggio giornalistico allo stato puro, sul quale è inutile scomodare parole che abbiano a che fare anche solo lontanamente con la deontologia. Siamo, pesa dirlo, alla barbarie".
Subito dopo la Cei, in una nota, ha confermato "piena fiducia" a Dino Boffo che dirige il quotidiano 'Avvenire' "con indiscussa capacità professionale, equilibrio e prudenza''. Tra l'altro solidarietà a Boffo è stata espressa anche dal vicepresidente della Camera e parlamentare del Pdl, Maurizio Lupi, secondo il quale il direttore dell''Avvenire' è stato "oggetto di un attacco brutale ed inspiegabile. Quello del 'Giornale' è un comportamento inaccettabile".
Piena solidarietà al direttore cattolico è stata espressa dal Cdr di 'Avvenire' (anche da quello di Sat 2000) che in un comunicato ha definito "ripugnante" l’attacco a Boffo valutato come "una chiara intimidazione al direttore di Avvenire e a tutta la redazione del quotidiano. A cui Vittorio Feltri e il suo editore non perdonano l'indipendenza di giudizio e il richiamo ai valori cristiani espressi in questi mesi".

A stretto giro di posta arriva anche la replica di Feltri. "Boffo, nella sua replica, non smentisce nulla e finge di non aver letto quello che abbiamo riportato dai documenti Tribunale di Terni, dove lui è stato processato e dal quale è stata poi emessa la pena pecuniaria che lui ha pagato dopo il patteggiamento. Noi abbiamo i documenti che raccontano quella vicenda. Non vedo proprio come si possa parlare di killeraggio: si dimostra, invece, che Boffo si è esercitato come moralista senza averne i titoli e in fondo accusa altri di cose che ha fatto anche lui". E insiste: "La Cei gli rinnova la fiducia? Affari della Cei, ma certo sarebbe meglio che i moralisti avessero le carte in regola per parlare. E lo stesso - ha aggiunto il direttore del 'Giornale'- vale per i vescovi che, se hanno messo Boffo in quel ruolo, forse hanno commesso una leggerezza. Sarebbe stato meglio che, per il ruolo di moralista, avessero trovato qualcuno che ne abbia titolo. Insomma, il discorso è sempre quello: da che pulpito viene la predica".
Feltri è passato oltre le critiche che vengono dall'opposizione: "Non essendo nato ieri non è che non me le aspettassi. Sapevo bene che avrei suscitato reazioni ma si rimanga al fatto e sul fatto in sé nessuno dice niente. Sono reazioni politiche, grida di dolore. Si dice che è una cosa vecchia? Ma tanto vecchia non è, la condanna è del 2004".

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si è subito dissociato dalle parole di Feltri. "Il principio del rispetto della vita privata è sacro - ha sottolineato il premier - e deve valere sempre e comunque per tutti. Ho reagito con determinazione a quello che in questi mesi è stato fatto contro di me usando fantasiosi gossip che riguardavano la mia vita privata presentata in modo artefatto e inveritiero. Per le stesse ragioni di principio non posso assolutamente condividere ciò che pubblica 'il Giornale' nei confronti del direttore di 'Avvenire' e me ne dissocio".
Da una parte e l'altra della politica non mancano le espressioni di solidarietà al direttore dei vescovi italiani. A cominciare dal presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione, che ha rinnovato la stima nei confronti di Boffo "oggi sottoposto - ha detto - ad un attacco pretestuoso, inaccettabile ed incivile". "Tutto l'Udc è con lui e apprezza il suo alto valore professionale", ha precisato Lorenzo Cesa.
"E' un segno di degrado vedere un giornale che usa la tecnica dell'intimidazione per limitare la libertà di espressione e di opinione di un altro giornale'', ha sottolineato Dario Franceschini (Pd). "Il Giornale non scalfirà sicuramente la stima e la considerazione universale di cui gode il direttore di Avvenire", ha affermato Enrico Letta (Pd). Allo stesso modo pensano diversi esponenti di destra. Secondo Maurizio Lupi (Pdl) si è assitito ad "un attacco brutale ed inspiegabile". "Boffo non merita né umanamente né professionalmente un attacco simile", ha aggiunto il sottosegretario Eugenia Roccella (Pdl). Mentre il ministro Maurizio Sacconi ha ricordato che "è necessario promuovere quanto più collegialmente un clima nel quale la dialettica politica, anche più aspra, sappia prescindere dagli aspetti di carattere privato".
Da parte sua, l'Italia dei Valori chiede chiarezza "per sapere se è vero o no quanto riportato da 'Il Giornale' e cioè che esiste un rapporto della polizia che segnala lo stato di omosessualità del Boffo e se questo debba essere oggetto di un rapporto di polizia giacché per i fatti reato commessi dal Boffo è già intervenuta sentenza penale". Antonio Di Pietro presenterà, dunque, un'interrogazione al ministro dell'Interno.

Oggi, infine, è arrivato l'intervento del cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei. Dopo aver taciuto per l'intera giornata di ieri, Bagnasco ha poi parlato in modo chiaro: "L'attacco che è stato fatto al dott. Boffo direttore di Avvenire è un fatto disgustoso e molto grave".
L'arcivescovo ha deciso di intervenire prima di celebrare la messa per la festa del santuario della Madonna della Guardia. "Rinnovo al direttore di Avvenire tutta la stima e la fiducia mia personale e quella di tutti i vescovi italiani e delle Comunità cristiane" ha poi aggiunto l'arcivescovo di Genova.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Corriere.it]

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29 agosto 2009
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