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Vogliono che Lampedusa diventi Alcatraz

De Rubeis contro Maroni: ''Gli Usa chiudono Guantanamo, lui vuole qui una struttura simile''

23 gennaio 2009

"Mentre gli Usa intendono chiudere il carcere di Guantanamo il ministro Robero Maroni vuole aprire una struttura simile qui nella nostra isola".
Bernardino De Rubeins, attuale sindaco di Lampedusa (Mpa), lo ha ribadito davanti a un migliaio di persone che ieri si sono radunate nella piazza davanti al Municipio dell'isola, in un comizio al quale hanno preso parte anche i predecessori di De Rubeins, Bruno Siragusa (PdL) e Totò Martello (PD).
Si sono, insomma, trovati tutti insieme per protestare contro la decisione del ministro dell'Interno di trattenere a nel centro di prima accoglienza tutti i migranti sbarcati nelle ultime settimane, in attesa del loro rimpatrio coatto, e perché ciò possa avvennire, di realizzare un nuovo centro di identificazione ed espulsione degli immigrati.
"Noi non siamo contro le forze dell'ordine - ha detto Martello - ma vogliamo essere rispettati e trattati come cittadini. L'iniziativa del governo danneggia la dignità degli uomini". Gli oratori dal palco hanno dato ai cittadini appuntamento a questa mattina per lo sciopero generale.

Ed è cominciato stamane alle 10 lo sciopero generale "contro Maroni" indetto dal consiglio comunale e dal sindaco De Rubeins. Altissima l'adesione dei commercianti, la quasi totalità non ha nemmeno aperto prima dello sciopero. La cittadinanza si è riunita in piazza Martiri d'Italia, davanti al municipio, per sfilare poi in corteo verso le scuole cittadine fino al Centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola, dove si trovano circa 1.800 immigrati a fronte di una capienza di 800 posti.
Ieri pomeriggio i lampedusani avevano bloccato la strada per l'ex base Loran della Nato, che il Viminale vuole utilizzare come centro di identificazione ed espulsione. Il ministro Maroni, lo ricordiamo per l'ennesima volta, ha infatti deciso di non tarsferire più in altre strutture i migranti che sbarcano a Lampedusa, ma di ricondurli in patri direttamente dall'isola. I tempi lunghi necessari ad accertare la nazionalità, presupposto indispensabile per il rimpatrio, comporta però l'esigenza di creare nuovi alloggi per gli stranieri.

Ecco, gli abitanti di Lampedusa sostengono che questo trasformerebbe l'isola in "una nuova Alcatraz" e si oppongono decisamente al progetto.
"La verità - sostiene De Rubeins - è che il governo nazionale, regionale e provinciale, deve capire che qui ci sono delle emergenze che durano da 50 anni e che devono essere risolte. L'emergenza immigrazione crea problemi di immagine e dunque al turismo, ma c'è anche il problema della sanità, la scuola, della scuola, della pesca. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni è venuto qui, ha parlato tutti i rappresentanti delle forze economiche e sociali, ma ha parlato solo di immigrazione. Poi è tornato al Nord e a un convegno della Lega ha spiegato il suo disegno. E cioè quello di creare nove strutture per ospitare questa gente e di costruire un centro di espulsione. Maroni sostiene che cosi facendo si risolve il problema e infatti il suo aereo di Stato è partito e qui sono arrivati 360 immigrati". Il sindaco ha poi aggiunto: "Oggi nel centro ci sono 1800 persone e finora hanno trasferito alcuni bambini e fatto 55 espulsioni verso l'Egitto, le uniche da Natale a oggi. E' un disegno discutibile e secondo me anche diabolico. La gente di Lampedusa e l'amministrazione non vuole che sul proprio territorio si creino né nuove strutture né centri di espulsione. Noi siamo un popolo pacifico e non siamo razzisti - ha concluso De Rubeis - e lo abbiamo dimostrato in questi anni. Abbiamo accolto e continueremo a farlo ma diciamo no alle espulsioni facili. Lampedusa sia il centro di passaggio e non di permanenza degli immigrati".


L'isola di Alcatraz

La vicenda ha causato anche frizioni in seno alla giunta comunale, da cui il sindaco Bernardino De Rubeis ha estromesso la sua vice, la senatrice della Lega, Angela Maraventano, all'indomani della visita di Maroni a Lampedusa e dei nuovo maxi sbarchi di migranti poche ore dopo le rassicurazioni del ministro (LEGGI). "L'unica cosa che non va a Lampedusa - aveva commentato Angela Maraventano - è il sindaco. Il progetto di Maroni è l'unico possibile. I cittadini non hanno capito come stanno le cose e sono solo strumentalizzati".

Insomma, il clima tra i lampedusani è di forte tensione. Alla protesta di ieri sulla strada per la base Loran una troupe della Rai era stata bruscamente spintonata e la telecamera dell'operatore era stata rotta. A Lampedusa oggi è arrivata anche una delegazione del Pd, guidata dal vicesegretario Dario Franceschini.

Intanto nei giorni scorsi anche l'Agenzia dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), aveva lanciato l'allarme: "si rischia anche di gettare al vento due anni e mezzo di lavoro che hanno fatto della struttura a Lampedusa un modello per tutta Europa. Lampedusa rischia di trasformarsi in un esempio da non seguire". Alla base di quello che sta accadendo in questi giorni, sottolinea l'Unhcr, ci sono le nuove disposizioni da parte del Viminale gli immigrati arrivati con le carrette del mare nell'intenzione di rimpatriarli direttamente dall'isola delle Pelagie. Una decisione che ha provocato anche, dice Laura Boldrini, la portavoce dell'Unhcr in Italia, "la sospensione delle garanzie previste dalla legge per i richiedenti asilo, che dovrebbero essere ospitati in centri 'aperti' e invece continuano ad essere trattenuti nel centro 'chiuso' di Lampedusa".

[Informazioni tratte da Ansa.it, La Siciliaweb.it, Rainews24, Vita.it]

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23 gennaio 2009
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