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Vogliono far diventare Eluana il corpo del reato...

Continua l'assurdo accanimento politico, giudiziario e mediatico sul ''caso Englaro''

09 febbraio 2009

Per tutta la giornata di ieri si sone susseguite voci su di un blitz per sequestrare le stanze della casa di cura dedicate ad Eluana Englaro, o addirittura per trasportarla in un'altra struttura ospedaliera. Cose del tutto false. La verità è un'altra: polizia e carabinieri hanno chiesto ieri, con un rapporto inviato al Procuratore capo di Udine, Antonio Biancardi, di firmare un provvedimento d'urgenza per sequestrare quelle stanze. Era stato lo stesso Biancardi ad affidare alla Mobile la verifica di alcune testimonianze (tratte anche dagli esposti) e ai carabinieri il monitoraggio puntuale del decreto della corte d'appello milanese.
Il rapporto di polizia e carabinieri è arrivato stamane sulla scrivania del procuratore Biancardi. Due i filoni di indagine: da una parte l'accertamento di dichiarazioni relative alla volontà di Eluana, dall'altro il verbale dei Nas sulla "non idoneità delle stanze riservate alla donna per l'applicazione della sentenza".

Polizia e Carabinieri chiedono di continuare le indagini, ma nel frattempo già delineano un quadro preciso: secondo gli inquirenti, Amato De Monte con l'associazione di volontari che ha preso in carico la ragazza, starebbe agendo fuori dalla copertura del decreto della corte d'Appello. In particolare, sulla base di quanto rilevato dai Nas inviati dal ministero, le stanze "non autorizzate", prive della necessaria certificazione da parte dell'azienda sanitaria, non rappresenterebbero un "hospice o luogo di ricovero confacente", come richiesto dalla sentenza Englaro. Le conclusioni? Se si è fuori dalle modalità previste dai giudici di Milano, potrebbe essere in corso "la consumazione di un reato". Ipotesi rafforzata dai dubbi degli investigatori sulla volontà di Eluana di "lasciarsi morire".
Nessuna decisione, comunque, da parte di Antonio Biancardi che ieri ha sentito Pietro Crisafulli, fratello di Salvatore, il siciliano affetto dalla sindrome Locked-in e autore di una lettera nella quale sostiene che "Beppino Englaro si è inventato tutto, che non era vero che la figlia aveva detto di voler morire se ridotta a un vegetale" (LEGGI).
Oggi a Catania verrà ascoltato un altro testimone. Per il resto è una corsa contro il tempo. Polizia e carabinieri sono convinti che da martedì, quinto giorno dello stop dei nutrienti, Eluana potrebbe riportare danni irreversibili. Da qui l'urgenza di ottenere un provvedimento per bloccare l'applicazione del decreto.

Stessa fretta in Regione Friuli, dove ieri pomeriggio ci sono stati contatti tra il governatore e il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Il rapporto dei Nas ha fatto riunire il presidente Renzo Tondo, gli assessori Kosic (Salute) e Seganti (Autonomie locali), con avvocati e dirigenti regionali. Al termine di un lungo confronto, questo il risultato: incarico all'Asl 4, da cui dipende la casa di riposo, di fare un'ispezione "per scongiurare la presenza di illeciti". Da qui l'invito alla casa di riposo La Quiete di sospendere il protocollo. Nessuna possibilità di "commissariarla", come si era ipotizzato, perché "non ci sono i presupposti". Ma l'ispezione regionale nelle stanze che i Nas hanno dichiarato non autorizzate, potrebbe comunque portare allo stop della procedura. Le verifiche dovrebbero essere fatte nei locali nella loro destinazione iniziale: nel ripristinarla (allontanando l'associazione), Eluana dovrebbe di nuovo essere alimentata.
Ieri, il presidente Tondo, durante una riunione ristretta con il ministro Matteoli, i ministri Brunetta e Sacconi e il premier, nel momento in cui gli è stato chiesto di bloccare la clinica che ospita Eluana, ha spiegato, rivolgendosi direttamente a Berlusconi: "Presidente, io l'ho vista dopo Natale, guarda che è messa molto male. Non sono vere le notizie che girano, ti fanno dire cose sbagliate. Al posto del padre, avrei fatto esattamente lo stesso".

Al via al Senato l'iter lampo per il ddl "Salva Eluana" -
Comincia oggi l'iter lampo voluto dal governo per il disegno di legge che vieta la sospensione dell'alimentazione come nel caso di Eluana Englaro. Prima di tutto la conferenza dei capigruppo convocata da Renato Schifani fisserà il calendario, mentre subito dopo si riunirà la commissione Sanità. Con ogni probabilità il testo verrà portato subito in Aula dove, stasera, inizierà il dibattito.
Il via libera di Palazzo Madama potrebbe arrivare nella stessa serata dal momento che oltre ai voti scontati della maggioranza, contraria è soltanto una parte del Pd. Domenica infatti si è espresso pubblicamente anche Antonio Di Pietro, leader Idv, annunciando che lascerà liberà di coscienza ai suoi parlamentari, l'Udc ha già ribadito il suo voto favorevole. Tra i democratici oltre ai teodem hanno dato il loro assenso al provvedimento sia Enrico Letta che Pierluigi Castagnetti e, nonostante sia convocata per le 17 un'assemblea del gruppo al Senato, i dirigenti sono consapevoli che data la delicatezza della materia non potranno che lasciare ad ognuno la libertà di esprimersi secondo coscienza sul testo del governo.
Una volta incassato il sì del Senato, da martedì il testo dovrebbe approdare alla Camera dove il presidente Gianfranco Fini ha già previsto di tenere a capigruppo in mattinata, quindi l'esame in commissione. In Aula però il regolamento di Montecitorio, diverso da quello di palazzo Madama, consentirebbe, qualora vi fosse un tentativo di ostruzionismo, soprattutto da parte dei radicali, di allungare i tempi del dibattito perchè in prima calendarizzazione non è possibile il contingentamento. Anche di fronte a un numero limitato di emendamenti, dunque, in linea teorica è possibile che si moltiplichi il numero di richieste a prendere la parola e, di conseguenza, i tempi dell'esame. Se così dovesse essere il governo non esclude di porre la fiducia per avere la certezza di un via libera definitivo al massimo entro giovedì.



Beppino Englaro: "La Chiesa non può impormi i suoi valori" -  "La Chiesa non ha nulla a che vedere con questo problema, non mi può imporre i suoi valori. Può esprimere la sua opinione, però ciò che dice non ha nulla a che vedere con me o con Eluana".
Sono parole severe quelle del padre di Eluana Englaro, Beppino, espresse in un'intervista rilasciata al quotidiano spagnolo "El Pais". Sul ruolo svolto dalla Chiesa in questa vicenda e sul plauso che ha riservato a Berlusconi, Englaro ha affermato: "Della Chiesa non parlo. Sento un sacro rispetto per essa e spero che da parte della Chiesa ci sia lo stesso sentimento. Spero che sappiano ciò che dicono e ciò che fanno, quindi non polemizzo con essa". "Il magistero della Chiesa - ha affermato ancora Beppino Englaro - è morale, lo Stato è laico, e al suo interno ci sono anche i cattolici. Ciò che dice la Chiesa deve riguardare loro, non coloro che non professano questa confessione. Di conseguenza tutto ciò che la Chiesa dice è un loro problema, non mio". E a proposito delle richiese per avere giustizia il signor Englaro ha rivelato nell'intervista che nel 2004 scrisse una lettera all'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi chiedendogli aiuto, ma quest'ultimo non gli rispose. In merito al decreto legge del governo e agli ultimi sviluppi della vicenda, Beppino Englaro, afferma: "E' stato solo un colpo ad effetto, l'unica cosa da dire è che la realtà a volte supera la fantasia più creativa. E' assai curioso che Berlusconi sia entrato in scena in questo preciso momento. Quando era premier, nel 2004, gli scrissi una lettera chiedendogli aiuto, non mi rispose". "Dato che la politica non fece nulla e nemmeno il governo - ha spiegato ancora Englaro - mi sono rivolto ai giudici. Gli chiesi aiuto ed essi hanno fatto il loro dovere. Nel corso di più di dieci anni tutte le istanze giudiziarie sono state esaminate fin nel minimo dettaglio. Non so cosa sperano di scoprire ora i politici". Su quest'ultimo punto e quindi in merito alla posizione espressa dal governo di voler evitare la morte di Eluana, Beppino Englaro osserva: "vogliono bloccare la sentenza della Corte di Cassazione. Però in un Paese civile questo non dovrebbe succedere. Berlusconi si è confrontato con il Presidente della Repubblica per cercare di arrestare la legalità. Forse non conosce la divisione dei poteri".

La segreteria del presidente del Consiglio ha fatto sapere con una nota che non risulta una richiesta di intervento da parte del signor Englaro nell'anno 2004. "Ho inviato quell'appello in diverse copie, tra gli altri, al presidente della Repubblica, a quello del Senato, al presidente del Consiglio e al ministro della Salute: mi risposero solo Ciampi e il presidente del Senato" replica Englaro alla precisazione di Palazzo Chigi. "Feci diverse raccomandate con ricevuta di ritorno e ho tutta la documentazione - ha raccontato all'Ansa il padre di Eluana - Mi arrivò la risposta di Ciampi che mi esprimeva la sua vicinanza, aggiungendo però che non poteva fare altro che interessare del caso gli organismi competenti".

- La lettera della Famiglia Englaro spedita allo Stato nel 2004

[Informazioni tratte da Corriere.it, Repubblica.it, Apcom.net]

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09 febbraio 2009
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