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Volevano colpire anche la metropolitana di Milano

Uno dei cinque terroristi è stato arrestato in Sicilia alla fine di maggio

06 giugno 2009

Erano pronti a colpire la metropolitana di Milano e la chiesa di San Petronio a Bologna i cinque maghrebini raggiunti giovedì da un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Procura della Repubblica di Milano. Attacchi che il gruppo, attivo anche in Algeria, Marocco e Siria, voleva mettere a segno nella primavera del 2006.
Per i 5 l'accusa è stata di associazione con finalità di terrorismo in Italia e all'estero, di finanziamento del terrorismo internazionale, di reclutamento e addestramento di numerose persone inviate in Iraq ed Afghanistan al fine di compiere attentati contro obiettivi civili e militari.
Nel mirino della vasta organizzazione transnazionale c'erano, secondo i Ros, oltre all'Italia, anche la Francia, la Spagna e la Danimarca. La minaccia individuata all'epoca dalle indagini dei Carabinieri era stata ritenuta così concreta ed imminente da suggerire un provvedimento immediato di espulsione di alcuni fiancheggiatori da parte del Ministro dell'Interno.

I cinque arrestati sono: Houcine Tarkhani, tunisino, l'unico arrestato; Mohamed Ben Hedi M'Sahel, tunisino, già detenuto in Marocco; Amine Ghayour, marocchino, già detenuto nel suo Paese; Laredj Ameur, algerino, già detenuto nel suo Paese; una quinta persona di nazionalità marocchina è irreperibile.
Houcine Tarkhani a fine maggio è stato arrestato in Sicilia. L'uomo è stato preso in un centro di accoglienza, dopo che era ritornato in Italia su un barcone con altri immigrati.
Prima sarebbe stato aiutato a fuggire dal nostro Paese a bordo di un furgone da Sabri Dridi, ritenuto il suo capo, dopo che nel 2006 venne pubblicata sui giornali la notizia della probabile espulsione dall'Italia di alcuni maghrebini sospettati di voler compiere attentati contro la metropolitana di Milano e la chiesa di San Petronio a Bologna. Progetti di attentati che non avevano avuto alcun seguito.
Tarkhani, all'oscuro del provvedimento emesso dal gip di Milano nei suoi confronti, era da qualche tempo rientrato in Italia, ma i carabinieri del Ros non avevano perso le sue tracce.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Corriere.it, La Siciliaweb.it]

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06 giugno 2009
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