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Voto di scambio. Antinoro condannato a 2 anni e mezzo

Caduta l'accusa di mafia per l'eurodeputato del Pid, Antonello Antinoro, condannato solo per voto di scambio

17 dicembre 2011

I giudici della terza sezione penale del Tribunale di Palermo, presieduta da Fabrizio La Cascia, hanno condannato l'eurodeputato Pid Antonello Antinoro a due anni e mezzo di carcere, escludendo l'aggravante mafiosa. L'eurodeputato del Pid Antonello Antinoro era accusato di voto di scambio mafioso.
La sentenza è stata emessa dopo più di quattro ore di Camera di Consiglio. Assente l'europarlamentare, che ieri invece era in aula quando i giudici si sono riuniti. In aula anche una folta delegazione di Addiopizzo, l'associazione che si è costituita parte civile al processo durato circa un anno e mezzo.
I giudici della terza sezione penale del tribunale di Palermo hanno anche deciso un risarcimento a favore di una sola parte civile, la presidenza della Regione siciliana a cui andrà una provvisionale di 30mila euro. Non è stata invece accolta la richiesta di risarcimento presentata dall'altra parte civile, l'associazione Addiopizzo. Il gruppo molto folto di giovani del comitato presenti in aula sono rimasti delusi dalla sentenza. Infine il tribunale ha sospeso l'eurodeputato Antinoro dal diritto elettorale per i prossimi 5 anni.

Il Tribunale, dunque, non ha ritenuto che ci sia stato un accordo elettorale con esponenti di Cosa nostra, contestando ad Antinoro il voto di scambio semplice e non mafioso. L’imputato, assistito dall'avvocato Massimo Motisi, si è sempre difeso sostenendo di avere pagato solo per servizi di attacchinaggio durante la campagna elettorale. Il pm Gaetano Paci aveva chiesto la condanna a otto anni. Secondo l’accusa, Antinoro avrebbe pagato cinquanta euro a voto a esponenti mafiosi. In totale tremila euro per sessanta voti nelle regionali del 2008 nel quartiere Resuttana. Poi Antinoro fu eletto con trentamila voti. Per il Tribunale invece, il deputato avrebbe sì versato delle mazzette ma senza stringere alcun patto con Cosa nostra. Sono state così accolte, almeno parzialmente, le istanze della difesa che ha sostenuto come Antinoro non potesse sospettare che agli incontri elettorali a casa del medico Domenico Galati partecipassero mafiosi.
A carico di Antinoro c'erano le accuse di due pentiti come Andrea Bonaccorso e Manuel Pasta. Il primo, in particolare, aveva affermato che a Palermo "ogni zona ha il suo candidato" e Antinoro sarebbe stato sostenuto dalla 'famiglia' di Palermo Centro. Manuel Pasta, proprio di Resuttana, aveva invece ribadito di "non conoscere direttamente Antinoro" ma di sapere che la moglie di Salvatore Genova, reggente della famiglia, aveva ricevuto soldi dal politico. Un altro collaboratore, Michele Visita, ha detto di aver partecipato a quegli incontri elettorali da Galati in cui si sarebbe stretto il patto e consegnata la mazzetta. Per Antinoro, il pagamento era un compenso per servizi di attacchinaggio in campagna elettorale. L'avviso di garanzia per l’eurodeputato era scattato nell'ambito dell'operazione Eos con 19 arresti per mafia ed estorsioni nel 2009.
"E' caduta un'accusa molto infamante – ha detto Motisi – come quella di aver fatto patti elettorali con la mafia. Ovviamente questo non ci basta perché abbiamo l'intenzione di dimostrare la totale innocenza di Antinoro". "Impugneremo la sentenza anche se i giudici hanno confermato che non c'è l'aggravante mafiosa, perché questo è stato il calvario che ha dovuto subire per due anni l'onorevole Antinoro" ha concluso l'avvocato Motisi.

La carriera politica di Antonello Antinoro - Nel 2008 viene eletto con le liste dell'Udc sia al Senato che all'Ars, riportando 28.042 voti di preferenza su 114.901 di lista (24,41%). Il 30 maggio 2008 il governatore Raffaele Lombardo lo nomina assessore ai Beni culturali. Venti giorni dopo si dimette da senatore optando per la carica di deputato regionale. Dopo il rimpasto nella giunta regionale nel maggio 2009 lascia la carica di assessore e nel 2009 si candida alle Europee con l'Udc e viene eletto. Con l'incarico a Strasburgo da europarlamentare si dimette dall'Ars. A settembre 2010, a seguito della nascita del quarto governo siciliano della presidenza Lombardo che vede una spaccatura interna sul rientro dell'Udc in giunta, Antinoro è fra quegli esponenti che entrano in forte polemica con Casini, tanto che lascia l'Udc e fonda con Saverio Romano il Pid.

Ma Addiopizzo "invita" Antinoro a dimettersi -  "Vi sono, oltre ai giudizi dei giudici, anche i giudizi politici cioè le conseguenze che da certi fatti accertati trae o dovrebbe trarre il mondo politico". Lo diceva un giudice, Paolo Borsellino. La sentenza di primo grado emessa dalla Sez. III collegiale del Tribunale di Palermo, ha ritenuto che Antonello Antinoro ha comprato dei voti in cambio di denaro da personaggi che, poi, si è scoperto essere appartenenti a Cosa Nostra. Un reato quello di cui all'art.96 DPR n.361/57 che merita una giusta condanna, perché chi cerca di esser eletto anche grazie a "patti" del genere sfigura l’onore della Repubblica italiana, tradisce la fiducia di tutti quei cittadini che lo hanno votato in buona fede, avvelena la fonte della nostra democrazia, la sovranità popolare, la Costituzione.
Questa condanna (qualora fossa confermata dai successivi gradi di giudizio) sarebbe, però, come un'operazione chirurgica che rimuove un tessuto malato, ma che non intacca la radice del male. La soddisfazione per una sentenza di condanna (non definitiva) per una condotta individuale, non lenisce e non può celare il profondo sconforto che ci assale pensando al contesto sociale che farebbe da sfondo a questo reato, sul quale i Tribunali non possono e non devono intervenire.
Ci rivolgiamo idealmente a te, concittadino, per chiederti di non piegarti alla logica che "siccome fanno tutti così, a cominciare dai politici, lo faccio pure io, guardo il mio e faccio quello che mi semplifica la vita e che mi torna utile". Quello che ti chiediamo è di tenere duro, di cercare e sostenere chi, nella società, riesce ancora a dare credibili messaggi di operosa speranza. Ti chiediamo di difendere il libero esercizio di uno dei diritti più importanti che ti spettano: il diritto al voto, attraverso il quale si manifesta la Sovranità Popolare. Non barattare mai il tuo voto con una promessa, con una regalia, con l’ingresso in giro di interessi o in elenchi di clientele primo o poi da ripagare. Scambiare il proprio voto per un qualcosa del genere equivale a vendere la propria dignità di uomo libero. La condanna in primo grado di Antinoro non ci solleva dalle nostre responsabilità.
Ricordiamocelo sempre, soprattutto in momenti come questi, con un dibattito per le future amministrative dove mancano del tutto considerazioni di questo tipo. Si parla quasi esclusivamente di alleanze tra partiti, ma non di candidati onesti e credibili, non di criteri trasparenti per individuarli, non di programmi e coperture finanziare. Discorsi più o meno vacui dietro i quali si nascondono apparati e pratiche per rastrellare quanti più voti possibili, non importa come. Chiediamo, infine, all'onorevole Antinoro di fare un passo indietro e di dimettersi dalle cariche pubbliche/elettive che ricopre per il bene e l'interesse del popolo siciliano. (Comitato Addiopizzo)

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Corriere del Mezzogiorno, LiveSicilia.it, Addiopizzo.org]

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17 dicembre 2011
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