Vulcano rimarrà ''senza testa''... fra 100mila anni
L'isola delle Eolie perderà l'estrema punta Nord a causa di un lento movimento geologico
VULCANO RIMARRA' "SENZA TESTA"
(F.F.M., Corriere.it)
L'isola di Vulcano, nel cuore dell'arcipelago delle Eolie, perderà "la testa". Proprio così: a causa di un lento movimento geologico, l'estrema punta Nord si staccherà dal resto e se ne andrà per conto suo. Ma, niente paura per chi ci abita e per chi la frequenta da appassionato del mare: succederà fra circa centomila anni!
Intanto è un fatto che l'isola si sta muovendo non come un corpo unico, ma in maniera differenziale, insomma si sta "disaccoppiando" come dicono i geologi.
La scoperta è stata fatta l'anno scorso grazie alle sensibili antenne dei satelliti artificiali della costellazione GPS, che sono in grado di fornire i lenti spostamenti del terreno. L'analisi dei dati raccolti ha permesso a due ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Alessandro Bonforte e Francesco Guglielmino, di scoprire il movimento di "disaccoppiamento" che è di circa un centimetro l'anno: di tutto rispetto anche se confrontato con i lentissimi movimenti geologici che animano la crosta terrestre. Il movimento relativo delle due parti dell'isola di Vulcano è davvero singolare: l'estrema punta Settentrionale, dove si trova il promontorio di Vulcanello, si sta muovendo verso Sud-Sud-Est assieme alla vicina e maggiore Isola di Lipari; tutto il resto della stessa Isola di Vulcano scivola invece verso Nord-Nord-Ovest. "Il disaccoppiamento avviene proprio nell'istmo che collega il promontorio di Vulcanello a Vulcano - spiega il geologo Alessandro Bonforte -. Il cratere della Fossa si trova proprio a cavallo della linea di discontinuità fra questi due opposti movimenti".
I rilievi che hanno portato a questa scoperta, pubblicata sulla qualificata rivista internazionale di geologia e geofisica «Tectonophysics», sono stati possibili grazie alla fitta rete di punti di misura GPS (oltre una ventina) che copre tutte le Isole Eolie, e in particolare Lipari, Vulcano e Stromboli. Le stazioni a terra funzionano similmente agli apparecchi GPS di uso commerciale di cui ormai sono dotati molti mezzi di trasporto, ma con l'importante differenza che le stazioni dedicate a scopi scientifici permettono di rilevare movimenti millimetrici nell'arco di un anno.
Quale significato e quali conseguenze ha il disaccoppiamento osservato? "Le cause di questo complesso quadro deformativo - ha spiegato ancora Bonforte - sono da imputarsi alla particolare collocazione di questa parte dell'arcipelago eoliano, formata dalle isole Salina-Lipari-Vulcano. L'asse congiungente le tre isole, orientato in direzione Nord-Ovest Sud-Est, marca una zona di confine tra due aree interessate da una dinamica opposta: a Ovest, sul versante Alicudi-Filicudi c'è una compressione della crosta terrestre; a Est dalla parte di Panarea-Stromboli ci sono movimenti di distensione e vulcanismo attivo. Proprio lungo questa importante discontinuità della crosta, risale il magma che alimenta il complesso Lipari-Vulcano".
Per il presidente dell'INGV, Enzo Boschi: "Lo studio approfondito della dinamica della zona eoliana aiuterà a comprendere meglio i meccanismi di alimentazione dei centri eruttivi e, in ultima analisi, sarà di grande utilità per la mitigazione del rischio vulcanico e della dinamica del Mediterraneo". Quanto alla perdita della "testa" di Vulcano, se può essere di consolazione per gli appassionati dell'isola, è molto probabile che, nel remoto futuro, contestualmente a questo fenomeno, si verificherà anche l'unificazione fra Vulcano e Lipari, dato che le due isole, almeno per ora, mostrano di avvicinarsi lentamente l'una all'altra. Con buona pace dei servizi di aliscafo.
[Foto "Isole Eolie: Volcano, Lipari, Salina" di Dom Dada (flickr.com)]