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Vuoti di Giustizia

Sarà ricordato come l'anno giudiziario delle proteste. Fuori i magistrati quando parla il Governo

30 gennaio 2010

L'avvio dell'anno giudiziario di oggi sarà ricordato come quello delle cerimonie della protesta. Dopo gli allarmi giunti dall'apertura dell'anno giudiziario in Cassazione, ieri, questa mattina nelle 26 Corti di Appello protagonista sarà la protesta annunciata dell'associazione nazionale magistrati per manifestare il "disagio" di fronte a iniziative giudiziarie di governo e maggioranza "distruttive" della giustizia, mentre "mancano interventi per assicurare che il sistema funzioni con efficienza".
I giudici iscritti all'Associazione nazionale magistrati saranno presenti alle cerimonie con indosso la toga e con in mano una copia della costituzione. Ma dalle aule di giustizia i magistrati usciranno in massa per protesta quando prenderà la parola il rappresentante del governo (LEGGI). Non è successo ieri in cassazione, presenti il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il premier Silvio Berlusconi, per rispetto alle massime istituzioni e ai doveri costituzionali di lealtà fra istituzioni. E non succederà, unico caso, oggi all'Aquila dove a prendere la parola è il guardasigilli Angelino Alfano, in segno di rispetto per una regione colpita dal terremoto.

L'APERTURA DELL'ANNO GIUDIZIARIO IN CASSAZIONE - "Non sono più tollerabili" gli scontri tra magistratura e classe politica. E' il forte monito che il procuratore generale della Cassazione, Vitaliano Esposito, ha lanciato ieri  nella sua relazione per l'apertura dell'inaugurazione dell'anno giudiziario in Cassazione. Esposito, facendo proprio il monito del Capo dello Stato, ritiene che "è necessario che si fermi la spirale delle tensioni non solo tra le parti politiche ma tra le istituzioni". Da qui la necessità che "vi sia autocontrollo delle parti politiche nelle dichiarazioni pubbliche e che tanti appartengono all'istituzione giudiziaria si attengano rigorosamente alla loro funzione".
In alcune realtà territoriali, poi, ha denunciato Esposito "si ha la sensazione che alcuni magistrati impegnino parte delle loro energie a contrastarsi reciprocamente piuttosto che a contrastare la criminalità". Bene inteso, ha chiarito il procuratore della Cassazione, "si tratta di esigue minoranze che, tuttavia, destano preoccupazione anche perché la loro esistenza è sintomo di una negativa evoluzione di mentalità. Questo stato di malessere va rimosso". Più in generale, comunque, Esposito ha dovuto riconoscere che "è il sistema nel suo complesso a non essere più in grado di rispondere alla domanda di giustizia. E ciò sia nel settore civile sia in quello penale".
Sul 'processo breve' - Ben vengano tutte le iniziative volte a contrastare la eccessiva e "intollerabile" durata dei processi. Il procuratore generale Esposito, non ha parlato espressamente di processo breve ma, nella sua relazione di inaugurazione presso piazza Cavour, ha detto chiaramente che "devono essere accolte con favore tutte le iniziative, ve ne sono state a livello parlamentare sia nell'attuale legislatura che nella precedente, volte a contenere la durata del processo entro termini ragionevoli secondo i parametri indicati dalla Corte di Strasburgo". Il pg Esposito, pur non entrando nelle soluzioni tecniche elaborate "per il rispetto - ha detto - che si deve al Parlamento", non ha rinunciato ad affermare "con fermezza pari alla profonda convinzione che una democrazia non può dirsi pienamente tale se non garantisce ai suoi cittadini, anche a quelli responsabili dei reati più odiosi, una tempestiva tutela dei loro diritti e un altrettanto tempestiva applicazione delle pene, che ogni intervento in tale direzione se no vuole restare sul piano di una mera enunciazione di intenti e produrre guasti maggiori dei benefici auspicati, deve essere necessariamente preceduto da una radicale riforma strutturale dei sistemi sostanziali e processuali, oltre che da un adeguato potenziamento delle risorse umane e materiali".
Qualche esempio per snellire la durata dei processi: "Dovrebbero essere eliminati, soprattutto nel processo penale, - ha elencato Esposito - una serie di inutili formalismi che ne ritardano la trattazione senza alcuna effettività sul piano delle garanzie sostanziali; in particolare, andrebbe rivisitato e radicalmente modificato il sistema delle nullità e delle inutilizzabilità, foriero di ritardi sconosciuti in altri sistemi processuali che non possono essere accusati di scarsa attenzione ai diritti delle parti, principalmente di quelle private". Inoltre, è necessario "semplificare i riti e rivisitare il sistema delle notificazioni - ha scritto nella relazione -, la cui complessità, derivante da una sovrabbondanza di formalismi incide negativamente sui tempi del processo". A tutto ciò deve accompagnarsi "una politica di riduzione della domanda di giustizia, il contrario di ciò che è avvenuto e avviene in Italia - ha denunciato ancora Esposito - mediante un contenimento dell'area del penalmente rilevante, l'introduzione di procedure conciliative, una più estesa applicazione dell'istituto della irrilevanza penale del fatto".
Sul 'pacchetto sicurezza' - Riguardo poi al 'pacchetto sicurezza', Esposito ha sottolineato che la misura crea problemi "di particolare criticità" nella sua attuazione in alcune zone del Paese, come la Sicilia, la Calabria e la Puglia. Questa disposizione ha delle "ricadute sull'organizzazione del lavoro" per "l'introduzione di nuovi reati e nuove aggravanti, per l'aumento delle pene per determinate condotte e l'ampliamento dei casi di arresto, che si traducono in un maggior impegno, soprattutto per gli uffici requirenti, anche se è ancora da valutarne l'effettivo impatto".

TRIBUNALI VUOTI - Un organico ridotto all'osso nel Distretto giudiziario di Palermo, dove su 472 magistrati previsti sulla carta ne mancano ben 125. E' uno dei dati sconfortanti che emergono dalla relazione annuale redatta in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. Un vuoto d'organico lamentato oggi anche dai vertici della Corte d'Appello del capoluogo siciliano. In particolare, presso la Corte d'Appello l'organico è di 63 magistrati e si contano 12 vacanze. Alla Procura generale sono 19 i giudici in organico e 4 le vacanze. Presso i Tribunali, compresi quelli di sorveglianza, l'organico è di 260 magistrati e le vacanze ammontano a 35. Infine, per quanto riguarda le Procure della Repubblica presso i Tribunali, sono 130 i magistrati in organico e 74 le vacanze. Tra i primi dirigenti su un organico totale ci sono 8 persone in organico e due vacanze. Problemi anche presso le cancellerie, dove su un organico di 24 persone, manca più del 50 per cento di personale: 15 vacanze.
Inoltre, sono più di 111 mila i procedimenti penali pendenti in fase di indagini preliminari nel distretto di Palermo. Con un aumento di oltre 4.000 procedimenti rispetto a un anno prima. In particolare, i procedimenti davanti al gip del Tribunale ordinario al 30 giugno 2009 erano 27.689, quasi duemila in meno rispetto a un anno prima.
Davanti al giudice per le udienze preliminari, sempre al 30 giugno scorso, c'erano pendenti 1.045 procedimenti. Quasi 80.000 i procedimenti pendenti davanti alle Procure del Distretto e 829 davanti alla Dda, la Direzione distrettuale antimafia. I procedimenti penali in giudizio, dibattimentali oppure camerali, al 30 giugno scorso erano 26.344, oltre tremila in più rispetto all'anno prima. Sono 18.624 i procedimenti pendenti davanti ai Tribunali, sempre al 30 giugno scorso, duemila in più rispetto al 2008. Invece, sono state 2.279 le prescrizioni, tra archiviazioni e sentenze Gip e Gup.
Le prescrizioni nei Tribunali di Agrigento, Marsala, Palermo, Sciacca, Termini Imprese, Trapani e Tribunale dei Minori, sono state 2.067 e 212 le prescrizioni davanti alla Corte d'Appello.
Sul banco degli imputati anche quest'anno, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, il processo civile. Al 30 giugno 2009 sono stati 37.057 i procedimenti rimasti pendenti davanti ai Tribunali in prima istanza, appena 18.035 quelli esauriti davanti ai Tribunali in prima istanza, 1.426 i procedimenti pendenti davanti ai Tribunali in Appello, 8.974 i procedimenti al 30 giugno 2009 davanti alla Corte d'Appello e 12.015 i procedimenti rimasti pendenti davanti ai giudici di pace per un totale complessivo di 59.631.
Infine, i procedimenti civili di lavoro e di previdenza e assistenza obbligatoria rimasti pendenti sono complessivamente 29.724, le controversie delle sezioni specializzate 'agrarie' 48 e 1.754 le cause matrimoniali rimaste pendenti, 4.207 le separazioni personali di coniugi e 2.350 le adozioni rimaste pendenti.

[Informazioni tratte da Repubblica.it, ANSA, Adnkronos/Ing]

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30 gennaio 2010
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