W l'Italia per tutti, ma una parte della sinistra non accetta di festeggiare la Repubblica con la parata militare
Due giugno, la parata divide la sinistra
di Claudia Fusani (Repubblica.it, 01 Giugno 2006)
In apertura le missioni internazionali, i reparti impegnati in Iraq e in Afghanistan a cui, soprattutto, è dedicato il titolo scelto per la parata: ''W l'Italia''. In chiusura le Frecce Tricolori, il carosello aereo sopra l'Altare della pace, lo spettacolo più bello.
Ridimensionata - ma non dimezzata come era stato detto - un po' più breve - un taglio di circa mezz'ora - la parata militare deve fare i conti nella vigilia con le polemiche e gli imbarazzi nella sinistra radicale e pacifista che è al governo. E che domani sarà divisa.
Una parte, a cominciare dal presidente della Camera Fausto Bertinotti, sarà in prima fila nella tribuna autorità a rendere gli onori ai reparti in armi e anche civili. Un'altra parte sarà sul Lungotevere per la contro-parata, quella pacifista appunto, a cui parteciperanno anche pezzetti di governo come il sottosegretario all'Economia e alle Finanze, il verde Paolo Cento, che promette ''l'abolizione della parata nel 2007''. Imbarazzato di andare alla contro-parata? ''Lo sarei se dopo tanti anni di militanza pacifista non andassi alla marcia no-war che chiede il ritiro subito delle truppe dai teatri di guerra'' ha spiegato qualche giorno fa.
Alla marcia organizzata dal cartello ''Sbilanciamoci'' ci saranno le sigle pacifiste, dall'Arci ai Social forum, da Emergency alla Tavola della pace, Fiom e Cobas. I partiti come Rifondazione con il capogruppo al Senato Giovanni Russo Spena seguito da un plotoncino di parlamentari, i Comunisti italiani con l'onorevole Marco Rizzo, i Verdi e il correntone Ds.
Volti della maggioranza che non condividono le scelte dei colleghi di partito al governo. Prima di tutto il modo ''sbagliato'' di celebrare il 2 giugno: ''Con tutto il rispetto per le forze armate - si chiede Elettra Deiana (Rc) - perché dobbiamo festeggiare la festa della Repubblica con una marcia militare?''. Rizzo denuncia ''la mancanza di coerenza in chi, come Bertinotti, si è sempre battuto contro la guerra e contro la presenza dei militari italiani in Iraq e domani festeggia la Repubblica in una sfilata che cancella l'articolo 11 della Costituzione''. Ma Bertinotti domani avrà un dovere e ruolo istituzionale. ''Sarò il presidente di tutti gli italiani'' disse nel suo discorso di insediamento. E lunedì ha ricevuto a Montecitorio Gino Strada, don Ciotti e don Tano dall'Olio di Pax Christi, firmatari di un appello per il ritiro delle truppe.
C'è anche la sinistra della ''terza via'', quella che, sempre in prima fila tra il popolo arcobaleno, questa volta è assente da tutto in nome di ''precedenti impegni'': i ministri Giovanna Melandri e Alfonso Pecoraro Scanio, il segretario del Pdci Oliviero Diliberto impegnato a Cagliari nella campagna elettorale. Anche un pacifista duro e puro del correntone Ds come Famiano Crucianelli, ora sottosegretario agli Esteri, ha altri impegni. Idem per Alfonso Gianni (Rc), sottosegretario allo Sviluppo Economico. Rifondazione chiede alla provincia di Roma di boicottare la parata e ''non inviare gli uomini della polizia provinciale''.
Quirinale e il ministro della Difesa Arturo Parisi hanno fatto un visibile sforzo per rendere meno ''marziale'' e più civile. Lo dimostra anche la scelta del titolo: ''W l'Italia''. Per sottolineare, si spiega a palazzo Baracchini ''il legame indiscutibile tra la Repubblica, le sue forze armate e gli italiani''.