XVII Conferenza Internazionale sull'AIDS
Da Citta del Messico un solo grido: ''Azione universale adesso!''
Si è aperta domenica 3 agosto a Città di Messico la XVII Conferenza Internazionale sull'AIDS, la prima in un paese dell'America latina. La Conferenza è stata organizzata dalla International AIDS Society in collaborazione di partner locali quali il Governo Federale Messicano, il Distretto federale di Città di Messico, la comunità scientifica messicana e la comunità delle persone che vivono con l'HIV (PLHIV) e internazionali quali UNAIDS (Programma congiunto delle Nazioni Unite sull'HIV e l'AIDS) in co-sponsor con l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), l'International Council of AIDS Organization, il GNP+ Global (Network of People Living with HIV/AIDS), l'ICW (Woman Living with HIV/AIDS), il World YWCA, l'Asian Harm Reduction Network.
Il programma della conferenza, come sempre, ruota attorno a tre fondamenti principali: la scienza, la comunità delle PLHIV e la leadership politica. I principali temi trattati: scienza di base, trattamenti e ricerca clinica, epidemiologia e prevenzione, aspetti sociali ed economia, politica.
22.000 i delegati da tutto il mondo richiamati dallo slogan di questa edizione: "Azione Universale Adesso (Universal Action Now)".
Come ha ricordato Pedro Cahn, presidente della IAS, fu nel 2005 che i leader mondali, sotto la guida dell'ONU, promisero che il 2010 sarebbe stato l'anno dell'accesso universale alla prevenzione al trattamento per tutte le PLHIV.
Alessandra Cerioli, responsabile Area salute della Lega Italiana per Lotta contro l'AIDS (LILA), ha ricordato che "a tre anni da quella dichiarazione - se si vuole raggiungere entro due anni quest'obiettivo ambizioso - è necessario e urgente unire gli sforzi di tutti i soggetti coinvolti nella lotta contro la pandemia". "I dati ci dicono che alla fine del 2007 vi erano 33 milioni di PLHIV nel mondo delle quali 2,7 milioni infettatesi nell'anno, - ha aggiunto - per un totale di 2 milioni le persone morte di AIDS. La Repubblica Sudafricana rimane lo Stato più colpito e 2/3 delle persone sieropositive vivono nell’Africa Sub-Sahariana. Sono circa 3 milioni di persone che ricevono i trattamenti nei paesi con risorse limitate e questo numero rappresenta solo il 31% dei 9,7 milioni di persone che hanno bisogno di una terapia antiretrovirale".
Per la prima volta la Conferenza è sbarcata in America latina, ed è in particolare nell'America centrale che si stima siano 230.000 le persone sieropositive delle quali 20.000 infettatesi nel 2007. La zona caraibica risulta essere la seconda area con la più alta prevalenza: l'1,1% dopo l'Africa Sub-Sahariana. In America latina il numero delle persone hiv+ sale a 1,7 milioni, delle quali 140.000 infettatesi entro l'ultimo anno. Gli Stati più colpiti sono Argentina, Messico, Brasile e Colombia.
"La via di trasmissione più frequente è quella sessuale - ha ricordato ancora Cerioli -. Benché il contagio eterosessuale sia quello più frequente, la trasmissione tra MSM (uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini) sta aumentando vertiginosamente soprattutto in Bolivia, Ecuador e Perù. Il 64% della PLIHV riceve il trattamento ed è una quota importante se si pensa al 30% dell'Africa Sub-Sahariana e al 25% del Sudest Asiatico. Ma i dati dell'America latina vanno letti con attenzione perché l'accesso ai trattamenti a alla prevenzione è molto diversa tra paese e paese. Si va dal Brasile dove l'ottimo programma governativo ha permesso di rendere accessibile gratuitamente la terapia antiretrovirale ad altri paesi dove la situazione è ancora disperata".
Per studiare come fermare in questa regione l'avanzata soprattutto tra i giovani dell'infezione, nella settimana precedente la Conferenza sono stati tenuti molti meeting istituzionali.
Il 1° agosto si è svolto un incontro dove erano presenti la maggioranza dei ministri della salute e dell'educazione latino-americani: nel documento finale la sessualità è stata riconosciuta formalmente come una parte importante dell'essere umano durante tutta la vita e si è preso atto che un'alta percentuale di giovani approccia la vita sessuale in giovane età. Di conseguenza i governi presenti si sono impegnati ad inserire la salute sessuale - intesa anche come rispetto del genere e dei differenti orientamenti sessuali - come parte integrante di tutti i programmi educazionali dell'infanzia.
Dopo un intenso dibattito che ha visto alcuni oppositori quali la Giamaica e il Belize, che pretendevano che venisse menzionata l'astinenza sessuale come uno dei metodi di prevenzione della trasmissione del virus, è stata approvata da 26 paesi sui 34 della America Latina la dichiarazione di intenti "Prevenire con l'educazione". La dichiarazione al finale non contiene la parola astinenza ma, per accontentare tutti i governi partecipanti (tra cui alcuni stati centroamericani che considerano l'omosessualità una malattia e sono contrari all'uso del condom anche tra gli eterosessuali), si è aggiunta una frase molto generica che riconosce il valore della famiglia ma anche il rispetto di tutti gli orientamenti sessuali. Si può considerare questa dichiarazione come uno dei primi successi di questa conferenza latino-americana e un grande risultato del governo messicano che ha organizzato il meeting.
In Messico alla fine del 2007 erano 198.000 le persone sieropositive mentre nel primo semestre del 2008 il 21% delle nuove diagnosi riguardava donne eterosessuali, molte delle quali infettate dal partner fisso. Nel paese sono 46.000 le persone in trattamento in carico al servizio sanitario pubblico ed è proprio per arginare i costi e per aumentare il numero delle persone in trattamento che alla vigilia della Conferenza il governo messicano ha minacciato di importare farmaci antiretrovirali generici.
Dopo la minaccia annunciata la Merck Sharp & Dome ha annunciato che ridurrà del 41% il Sustiva e del 37% quello del nuovo inibitore delle integrasi Raltegravir. La contrattazione sta continuando anche con altre aziende farmaceutiche.
"Questa è la mia quarta Conferenza Internazionale sull'Aids - ha affermato la Cerioli - ma, a differenza delle volte precedenti, quest'anno mi sono presa l'impegno di seguire in particolare i lavori sulle strategie di prevenzione sia dal lato scientifico che politico, compresa la "positiv prevention" prevenzione per le persone sieropositive, criminalizazzione della trasmissione. Inaspettatamente il giorno prima della partenza mi è arrivata anche la nomina dal parte del Sottosegretario alla Salute a rappresentare la Commissione Nazionale AIDS (CNA) alla Conferenza".
Domenica la cerimonia è stata aperta da Pedro Cahn che ha ricordato a tutti i governi che la lotta contro l'AIDS deve essere indirizzata contro il virus e non contro le persone sieropositive.
"Il messaggio è molto chiaro - ha raccontato la Cerioli - ed è diretto ai 67 stati che negano l'entrata o la residenza alle persone sieropositive. Nell'ultimo anno vi è stata una forte pressione sia a livello del Parlamento europeo sia della IAS affinché il governo statunitense rimuova la restrizione dell'entrata nel paese per le ILAIDS, e proprio in questi giorni è arrivata la notizia che gli States stanno approvando un progetto di legge che rimuoverà il divieto. Tra il materiale in dotazione ai delegati della conferenza vi è un opuscolo fatto come un passaporto con la lista di tutti i paesi che hanno qualsiasi tipo di restrizione all'ingresso".
L'opening è proseguito con molti rappresentanti di governi - tra cui Botswana, Mozambico, Saint Kitts e Nevis (Caraibi) e ovviamente Messico -, Margaret Chan direttrice dell'OMS, Peter Piot direttore esecutivo dell'UNAIDS, seguito da Ban Ki-Moon segretario generale dell'ONU.
"Tutti gli interventi - ha commentato Cerioli - hanno ripetuto quello che ormai sta diventando un vero e proprio mantra di tutti questi eventi: la lotta contro la pandemia si vince solo se si garantiscono l'accesso alla prevenzione e al trattamento per tutti quelli che lo necessitano. Si vince lottando contro stigma e discriminazione, assicurando i diritti umani alle persone che utilizzano sostanze per via iniettiva, alle persone che si prostituiscono e ai migranti". "La vera sorpresa della cerimonia è stata nel discorso pronunciato dal presidente della Repubblica messicana Calderon, - ha aggiunto - quando ha annunciato il progetto del suo governo per contrastare l'infezione: integrazione nell'educazione dei giovani introducendo nelle scuole dei programmi di salute sessuale; acquisto di milioni di preservativi maschili e femminili da distribuire gratuitamente; introduzione nel paese dei farmaci antiretrovirali (ARV) generici, infatti Calderon - citando la Rivoluzione messicana e il festeggiamento del bicentenario del 15 settembre - ha comunicato di aver rimosso la legge che impediva la loro importazione e afferma che, per raggiungere l'obiettivo dell'accesso universale ai trattamenti per il 2019, almeno per il Messico non c'è altra via". [AISE]